L’Abruzzo ridimensiona il parco del Velino

Il Consiglio regionale approva una mozione per ridurre di un quinto la superficie dell’area protetta. Insorgono gli animalisti, mentre i residenti tirano un sospiro di sollievo

Da pochi giorni che il Consiglio regionale abruzzese ha approvato la proposta di legge che riduce di un quinto, circa 10.000 ettari, la superficie del parco Velino-Sirente. Le cifre della riduzione, a dire il vero, non sono ancora chiare, in quanto l’amministrazione parla di 6.500 ettari. Il parco, istituito nel 1989, è riconducibile alla ben nota “parcomania” che ha colpito l’Abruzzo negli anni ’90, quando, grazie a una situazione politica guidata da partiti animalisti o “verdissimi”, si riuscì a far includere territori molto pregiati e intonsi nei confini di aree protette. In Abruzzo ci sono ben 3 parchi Nazionali, quello d’Abruzzo, appunto, quello del Gran Sasso e dei Monti della Laga e quello della Majella, cui si somma il parco regionale Velino-Sirente. Il provvedimento è passato grazie alla clausola “d’urgenza”, essendo stato bersagliato da ben 10.000 emendamenti firmati dai 5 Stelle. C’era stata anche una raccolta di firme, compresa quella di 50 intellettuali abruzzesi, per chiedere alla giunta di ritirare il provvedimento da loro ritenuto “scellerato”.

I soliti animalisti hanno dichiarato che la riduzione del parco porterà a distruzione e abbandono, riproponendo il problema dei corridoi faunistici che verranno interrotti e affermando che si è “strizzato l’occhio a cacciatori e disboscatori“. L’assessore leghista all’Ambiente per la regione Abruzzo, Emanuele Imprudente, ha dichiarato che il provvedimento era stato richiesto da molte comunità e paesi compresi nelle aree del parco. Entro i confini del parco, infatti, oltre alla caccia e alla pastorizia, sono bloccati in pastoie animaliste e falso-ambientaliste anche allevamento brado, utilizzo legale del legname, dei frutti del bosco, dello smaltimento legale dei rifiuti, ripristino di manufatti, costruzione di attrezzature per lavoro, transito e detenzione di armi legali, utilizzo di mezzi meccanici e centinaia di altre limitazioni. Sicuro quindi che tutti vogliono un parco? O fa comodo solo a chi lo gestisce e lo usa per propaganda? L’assessore Imprudente ha anche dichiarato che con questo provvedimento si è ridotto il numero degli addetti e dei relativi costi e ha continuato dicendo che, in 8 sedute di commissione e 53 audizioni con le controparti, c’è sempre stato un “muro contro muro” che non ha portato a sciogliere l’impasse.