Extreme Point, la maggiorata

Allargando il diametro della punta del proiettile, Winchester ha ottenuto abbattimenti fulminei. Pensata per i cervi americani, la palla è disponibile nei pesi di 95, 130, 140 e 150 grani per 11 caricamenti
Nell’anno dell’anniversario, 150 anni di vita dell’azienda, gli ingegneri di Winchester hanno elaborato una versione semplice e molto intelligente del proiettile di maggior successo e più competitivo nel mondo per la caccia che è la soft point (ma io specificherei a punta attiva e deformazione controllata) in tutte le sue forme.
L’Extreme point arriva nel 2015 dopo illustri predecessori come la palla Core lokt di Remington che risale addirittura al 1939 o alla stessa Winchester Power point che è del 1961. Bastava pensarci: è stato allargato al massimo il diametro della punta, in polimero, per accelerare l’espansione e provocare un potere d’arresto immediato e di massicce proporzioni.
L’impianto balistico, associato a una velocità iniziale elevatissima, permette al proiettile di mantenere un’importante velocità residua anche su lunga distanza, disegnando traiettorie tese ed estremamente precise.
L’Extreme point si candida come proiettile ideale sulla selvaggina di peso medio e di grande taglia per la caccia in battuta o in appostamento. Considerando che il marchio è sempre accompagnato dal claim “The american legend”, vale la pena ricordare che le cartucce Extreme point sono state sviluppate espressamente per la caccia ai cervi americani dalla pelle sottile, un po’ trascurata da Winchester negli ultimi anni: sono state testate specificamente, prima dell’introduzione in commercio, sui whitetail. E, non a caso, in America si chiameranno Xp Deer season.
Le cartucce sono prodotte nel nuovo stabilimento di Oxford (Mississippi) con superficie di 50 mila metri quadrati e 1.000 addetti, ultimato nel 2015 con un investimento di 130 milioni di dollari.
Il segreto dell’alto potere d’arresto di questo proiettile risiede in ciò che Winchester definisce “Maximum impact diameter”. Ci si accorge subito della larghezza del puntalino conico sul profilo del proiettile: esso naturalmente penetra all’interno dell’ogiva con un amplissimo peduncolo e garantisce una superficie d’impatto più vasta e ampia con un’espansione molto rapida del nucleo in piombo all’interno del corpo del selvatico, entro i primi 150 mm.
Largo il diametro della parte frontale della palla, largo il tramite della ferita, che combinati alla penetrazione garantita dalla velocità e dall’energia residua, portano ad abbattimenti istantanei, sul posto. I proiettili Extreme point 150 grs (il peso massimo disponibile) utilizzano una maggiore superficie dell’area frontale disponibile: il 48%, rispetto al 22% di un classico plastic tip di 168 grs o all’8% di un convenzionale soft point di 180 grs. Nel caso del proiettile di 150 grani del .300 Winchester magnum che ho provato, la dimensione della base del puntalino conico misura 6,5 mm, mentre il diametro del proiettile è 7,82 mm.
Il nucleo in piombo è avvolto in una camiciatura in lega di rame che ha geometria rastremata e godronatura per la funzione tecnica di favorire la crimpatura del bossolo. Winchester fornisce un singolo peso di palla, ottimale per gli otto calibri compresi nella gamma: 95 grs per il .243, 140 grs per .270 e .270 Wsm, 140 per il 7 mm Magnum, 150 grs per .308, .30-06, .300 Magnum e .300 Wsm. In Europa sono disponibili anche il .30-30 Winchester, il .300 Blackout e il 7-08 mm Remington.
Non avendo ancora sperimentato le cartucce a caccia, ho eseguito una prova di rosata con la mia Sako 75 in .300: la rosata di tre colpi misura 15 mm di diametro a 100 metri.
Il rinculo è decisamente contenuto, anche se la cartuccia ha sviluppato una velocità massima di 980 m/sec e una media di 977.
La punta in polimero di grande diametro si è dimostrata molto dura, resistente e inscalfibile, cosa che non dispiace sia per l’impiego di carabine semiautomatiche sia comunque di armi anche a ripetizione manuale con serbatoio amovibile.
Tutte le palle Extreme point vantano velocità notevoli e poca caduta sulla lunga distanza grazie agli ottimali coefficienti balistici. Dovrebbero rivelarsi particolarmente efficaci per tutti gli ungulati italiani.