Smith & Wesson 500

Vai alla galleria delle fotoNel 1935, la Smith & Wesson stupì il mondo degli appassionati lanciando sul mercato un revolver camerato per la prima, vera cartuccia magnum moderna, la .357 magnum. Nel 1955, l’azienda statunitense realizzò un altro record con la leggendaria .44 magnum, forse la più celebre cartuccia per arma corta grazie anche ai film dell’ispettore Callaghan, interpretati da un magistrale Clint Eastwood. Negli ultimi anni, però, i… [

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] Nel 1935, la Smith & Wesson stupì il mondo degli appassionati lanciando sul mercato un revolver camerato per la prima, vera cartuccia magnum moderna, la .357 magnum. Nel 1955, l’azienda statunitense realizzò un altro record con la leggendaria .44 magnum, forse la più celebre cartuccia per arma corta grazie anche ai film dell’ispettore Callaghan, interpretati da un magistrale Clint Eastwood. Negli ultimi anni, però, il primato della Smith & Wesson in fatto di potenza è andato affievolendosi, di fronte a recenti “mostri” come il .454 Casull, il .480 Ruger e il .475 Linebaugh. Un “affronto” difficilmente digeribile sulla lunga distanza, ecco probabilmente perché i tecnici Smith & Wesson, in collaborazione con l’azienda produttrice di munizioni Cor-bon, hanno lavorato insieme fino a realizzare un vero e proprio mastodonte, che polverizza ogni precedente primato in fatto di munizioni per arma corta stabilendo un nuovo limite, destinato evidentemente a restare imbattuto per diverso tempo. La Cor-bon, attualmente l’unica a produrre di serie la .500 S.&W. magnum, offre tre differenti allestimenti, rispettivamente con una palla Barnes X di 275 grs, una palla Jacketed soft point a punta piatta di 400 grs e una poderosa palla cast di profilo ogivale a punta piatta del peso di 425 grs. Le velocità sono, rispettivamente, di 507, 511 e 495 metri al secondo, con energie corrispondenti di 233, 346 e 357 chilogrammetri. Per fare un semplice confronto, un .454 Casull commerciale Winchester con palla Partition Gold di 260 grs sviluppa una velocità di 549 m/sec, con un’energia di “soli” 259 chilogrammetri. Una .475 Linebaugh commerciale Hornady, con palla di 400 grs Xtp, raggiunge i 396 m/sec di velocità alla bocca, a cui corrispondono 208 kgm di energia cinetica. Un .480 Ruger, sempre commerciale Hornady, con palla di 325 grs Xtp, arriva a toccare i 411 m/sec, con un’energia di 182 kgm. Insomma, la .500 Smith & Wesson è una vera fuoriclasse. Qualcuno potrà obiettare, a questo punto, che sono stati realizzati revolver per cartucce ancora più grosse, come la .45-70 government, ma in questo caso si tratta di una munizione nata per l’arma lunga che, eccezionalmente, è stata utilizzata per un “esercizio di stile”. Tra l’altro, una .45-70 commerciale Remington con palla di 405 grani, sparata in carabina, sviluppa una velocità di 405 m/sec, con relativa energia di 220 kgm, quindi ben inferiore al caricamento più “leggero” della .500. Non sono solo le prestazioni, comunque, a essere eccessive in questo nuovo impianto balistico: il bossolo (prodotto per conto della Cor-bon dalla Jamison international), infatti, è lungo ben 1,615 pollici (41 mm), per una lunghezza totale della cartuccia di oltre due pollici (precisamente 2,1, pari a 53,34 mm). La cartuccia è pressoché cilindrica, visto che ha un diametro esterno di .530 pollici (13,46 mm) tanto al colletto quanto alla base. Il fondello è, ovviamente, rimmed, preceduto però da una profonda scanalatura, che dà alla cartuccia quasi l’aspetto di una semi-rimmed, come il 7,65 mm Browning. Il solco, infatti, è profondo 1,5 mm e alto 1,3 mm. Una tale struttura, evidentemente inconsueta, potrebbe essere stata realizzata allo scopo di agevolare l’azione dell’estrattore stellare, ma siamo nel campo delle ipotesi. A meno che non pensino di produrre anche una semiautomatica… Se la cartuccia lascia stupefatti, l’arma non è da meno. Per poter gestire in sicurezza le pressioni e gli ingombri della .500, infatti, i tecnici Smith & Wesson non hanno potuto “riciclare” il leggendario telaio “N”, finora utilizzato per i calibri più grossi offerti dall’azienda (.44 magnum, .45 Colt, .45 Acp), ma hanno dovuto lavorare su un progetto del tutto nuovo, che prende il nome di X-frame, cioè telaio “X”. Le dimensioni sono ovviamente più generose rispetto a quelle del telaio “N”, tanto in lunghezza quanto in spessore ma, paradossalmente, l’impugnatura è più piccola: si è deciso di utilizzare, infatti, l’impugnatura del telaio “K” (quello, per intenderci, del Military and Police e del modello 19 calibro .357 magnum), equipaggiata con una guancetta monopezzo in gomma Hogue Sorbathane. La soluzione è strana solo in parte, perché in effetti un’impugnatura leggermente più piccola rispetto a quella del telaio “N” (o magari ancor più grande, per restare “in scala” con il telaio “X”) consente una presa molto più salda, soprattutto da parte di chi non ha mani grandi, garantendo così una migliore gestione del rinculo. Senza contare che, in questo modo, è possibile adottare il mare di guancette aftermarket già disponibile per gli altri K–frame della Smith & Wesson. D’altra parte, una tale soluzione lascia perplessi dal punto di vista estetico, visto che il revolver risulta un po’ sgraziato e massiccio nella parte anteriore, mentre sembra afflitto da nanismo nella parte posteriore. In compenso, una volta preso in mano si rivela insospettabilmente bilanciato e l’impugnatura dà grande sicurezza. Per il momento, l’allestimento disponibile di serie è uno solo, con canna lunga 213 mm (8 pollici e 3/8) munita in volata di un corto compensatore a tre luci. L’ingombro complessivo è decisamente importante (381 mm), così come il peso, pari a 2.055 grammi. Il Performance center, “reparto corse” della Smith & Wesson, ha allestito in serie limitata una mostruosa variante con canna pesante lunga 10,5 pollici (267 mm), slitta Picatinny ricavata nella bindella superiore e freno di bocca. Per agevolare il trasporto, è prevista una cinghia per carabina che si innesta al centro dell’impugnatura e, all’altra estremità, nella parte inferiore del sottocanna, anche se a questo punto sarebbe più utile un affusto da cannone… La meccanica è sempre nel più puro stile Smith & Wesson, però con alcuni piccoli accorgimenti che si differenziano dal resto della produzione. Il tamburo, della capacità di cinque colpi, è sempre incernierato sul lato sinistro dell’arma e per liberarlo è ancora necessario premere in avanti il tasto zigrinato posto dietro allo scudo di rinculo, sul lato sinistro. Negli altri modelli di revolver, però, il tamburo è bloccato da due perni: il primo protrude dal centro del tamburo e si inserisce nello scudo di rinculo, il secondo sporge dal sottocanna e si inserisce in una cavità ricavata all’estremità anteriore dell’estrattore. Nel modello 500, si è mantenuto invariato il bloccaggio posteriore, ma si è soppresso quello anteriore, a favore di una sferetta caricata elasticamente posta nel castello, che si inserisce in un’apposita sede in corrispondenza del giogo. Data la rilevante lunghezza dell’albero dell’estrattore, probabilmente, il consueto bloccaggio anteriore non avrebbe evitato consistenti fenomeni di flessione sotto sparo, a meno di non sovradimensionare il componente fino a livelli del tutto inaccettabili. La catena di scatto non ha subito variazioni di rilievo rispetto allo standard Smith & Wesson: il revolver è ad Azione mista facoltativa, con cane e grilletto di tipo target finiti con un’accattivante tartarugatura, che contrasta piacevolmente con l’inox satinato del resto dell’arma. Le sicure sono due: la prima, automatica, è comandata dalla slitta del grilletto e impedisce al cane di raggiungere il percussore (a grano riportato nel fusto) se il grilletto non è premuto; la seconda è costituita da un piccolo chiavistello posto immediatamente sopra al tasto di apertura del tamburo, che blocca la catena di scatto grazie a una piccola chiave simile a quella per le manette. Questo dispositivo di sicurezza è, ormai, di serie su tutta la produzione Smith & Wesson. Gli organi di mira sono costituiti da un mirino Patridge di colore nero, spinato a una corta rampa e sostituibile con altri di differente altezza, e da una tacca di mira a “U” regolabile micrometricamente in altezza e derivazione. Rimuovendo la tacca, si scopre una serie di fori filettati nel castello per l’installazione dell’ottica. L’articolo completo, con molte più foto, lo trovate su Armi e Tiro di luglio 2003. Produttore: Smith & Wesson, 2100 Roosevelt avenue, Po box 2208 Springfield, MA 01102-2208, Stati Uniti, tel. 00.18.00.33.10.852, fax 00.14.13.74.73.317, www.smith-wesson.com Importatore: Bignami spa, via Lahn 1, 39040 Ora (Bz), tel. 04.71.80.30.00, fax 04.71.81.08.99, www.bignami.it Modello: 500 Tipo: pistola a rotazione Calibro: .500 Smith & Wesson Alimentazione: tamburo basculante sul lato sinistro Numero colpi: 5 Lunghezza canna: 213 mm Lunghezza totale: 381 mm Percussione: cane esterno, percussore a grano riportato sul fusto Scatto: Azione mista Mire: mirino a lama sostituibile, tacca di mira a “U” regolabile in elevazione e derivazione Sicura: automatica al cane, manuale a chiavistello sul fusto Peso: 2.055 grammi Numero del Catalogo nazionale: in fase di catalogazione Prezzo: non disponibile