Sequestri alla Nuova Jager

Il titolare, Massimiliano Locci, tranquillizza i clienti e si difende: “Ho avuto un problema di importazione di armi dalla Svizzera e mi stanno contestando cose assurde. È partito anche un sequestro per le armi oggetto dell’importazione, peraltro tutte bancate dal Banco di prova…”.

 

Massimiliano Locci, amministratore della Nuova Jager di Basaluzzo (Al), informa che il giorno 31 luglio scorso i carabinieri di Gardone Val Trompia (Bs), accompagnati da un non meglio precisato "consulente tecnico", hanno sequestrato alcune pistole modello Sig Pro 2009, alcuni Skorpion Evo, alcuni Sig Pe90 e alcune altre armi di vari modelli, che secondo la procura di Brescia sarebbero state irregolarmente importate.
?"Preciso anche che la questione interessa solo una serie limitatissima di armi, e stiamo contattando le armerie che a suo tempo le hanno acquistate perché le mettano senza timori a disposizione delle forze dell'ordine richiedenti, eventualmente evitando di rivenderle", riferisce Locci in un comunicato. ?"La contestazione è nata sulla procedura di importazione, insinuandosi poi al calibro originario di alcune pistole e all’aspetto di altre carabine, ma le stesse armi importate e vendute con importazioni diverse o da altri importatori  non sono oggetto di sequestro o di consegna; le armerie che non vengono contattate possono stare tranquille. A nulla sono servite tutte le licenze d’importazione puntualmente esibite unitamente alle ex catalogazioni e classificazioni presso il Banco di prova da me regolarmente chieste e ottenute e nemmeno le prove tecniche effettuate dallo stesso Banco di prova in sede di bancatura e di verifica di conformità alla normativa".
"Sono un appassionato e una persona onesta e ho condotto l’azienda con diligenza" prosegue Locci, "sviluppando un mercato e proponendo sempre nuovi prodotti conformi alla legge, prendendomi cura non solo di Essa ma anche dei miei dipendenti, per alcuni dei quali lo stipendio costituisce l’unica fonte di reddito familiare. Da questa situazione ho già tratto due importanti insegnamenti. Il primo è che nessuno può ritenersi al sicuro: se il problema ci ha toccato nonostante sia stata adottata ogni diligenza, sia stata mostrata ogni licenza, ogni autorizzazione, ogni classificazione e ogni bancatura, sia stata dimostrata in tempo reale la posizione di ogni arma e la sua regolare tracciabilità, chiunque nel nostro settore può essere toccato come noi. Il secondo è che in questa battaglia non c’è in gioco solo il futuro mio o di Nuova Jager ma anche il diritto  futuro dei cittadini onesti come me e voi di continuare a possedere o meno armi simil militari o di importare – e non solo di esportare – armi con un minimo di convenienza economica che possa essere girata all’utente finale". ?"È del tutto evidente che si cerca di rivalutare la vecchia interpretazione legale, nonostante la legge 204 del 26 ottobre 2010, secondo cui le pistole in 9×19 sono armi da guerra e lo rimangano quand’anche convertite in 9×21 o che i fucili di linea militaresca sono armi da guerra sia che siano nate semiautomatiche che convertite tali, sarebbe la fine non solo per me e la mia azienda, ma anche per una fetta rilevante dell’intero settore". 
"Voglio rassicurare al massimo i nostri clienti diretti e indiretti sul fatto che abbiamo sempre agito nel massimo della diligenza, della correttezza e della legalità e che siamo sicuri di veder riconosciuto, un giorno non troppo lontano, tutto ciò anche dalla Magistratura", conclude Locci. "Le armi sequestrate saranno prontamente sostituite a nostre spese con altre di identico modello o di pari valore oppure rimborsate. I nostri clienti, infine, potranno contattare lo Studio Legale Avv. Silvia Gentile al numero 349.69.49.820 o all’email silvia@silviagentile.it, che è stato delegato a seguire il caso per nostro conto ed è a disposizione per ogni informazione o chiarimento. A tutti i nostri clienti e agli appassionati che da anni ci onorano della loro preferenza posso solo dire che, pur non ricordando un momento così duro come questo, porterò avanti la mia battaglia d’innocenza sin dove sarà necessario e comunque sin dove mi sarà possibile. Lo devo a voi, al settore che ha dato sino a oggi da vivere a me e ai miei collaboratori, alla mia famiglia, ed alla mia azienda, perché in essa ho investito tutto ciò che posseggo e non ne ho un’altra. Posso solo concludere dicendo ancora una volta che in Nuova Jager siamo persone di onestà specchiata moralità e terremo duro finché potremo".