Aggressione al capotreno, adesso le armi ci vogliono?

La drammatica aggressione subita dal capotreno di Trenord per mano di un immigrato sudamericano armato di machete, riporta la questione dell’ordine pubblico e delle armi ai cittadini alla ribalta: da una parte c’è il governatore della Lombardia, Roberto Maroni, che ha invocato l’intervento dell’esercito e della polizia, affermando che “se c’è da sparare, si spari”. Dall’altra, sul blog “L’antistato” ospitato su il Giornale.it, ci si interroga (finalmente!) su come sarebbero potute andare le cose se il capot

La drammatica aggressione subita dal capotreno di Trenord per mano di un immigrato sudamericano armato di machete, riporta la questione dell'ordine pubblico e delle armi ai cittadini alla ribalta: da una parte c'è il governatore della Lombardia, Roberto Maroni, che ha invocato l'intervento dell'esercito e della polizia, affermando che "se c'è da sparare, si spari". Dall'altra, sul blog "L'antistato" ospitato su il Giornale.it, ci si interroga (finalmente!) su come sarebbero potute andare le cose se il capotreno fosse stato armato. Ma come, appena un mese fa tutti si stracciavano le vesti, all'indomani della strage al palazzo di giustizia di Milano, lamentando l'eccessiva proliferazione di armi tra i cittadini, e adesso invece si ha il coraggio di ribaltare la frittata? Ma il presidente Maroni, quando invoca gli "spari" da parte di polizia e forze armate, lo sa quale sia attualmente il livello di addestramento all'uso delle suddette armi da parte di polizia e carabinieri?

Perché non ci si può mai confrontare sulla questione armi (o su qualsiasi altra, se è per quello) con la necessaria serenità e con un minimo di cognizione di causa? Finirà mai questa eterna presa in giro dei cittadini (armati e non)?