Veneto, rabbia silvestre sotto controllo

Il dirigente regionale del Veneto competente in materia di sanità animale ha firmato un decreto che stabilisce la possibilità per i cani di tornare a circolare negli ambienti agro-silvo-pastorali, purché in regola con la vaccinazione, modificando e integrando un’ordinanza del presidente della giunta dello scorso 24 novembre contenente misure urgenti per contrastare la diffusione di rabbia silvestre nel Veneto. Ne ha dato notizia durante il consueto punto stampa successivo alla riunione di giunta

Il dirigente regionale del Veneto competente in materia di sanità animale ha firmato un decreto che stabilisce la possibilità per i cani di tornare a circolare negli ambienti agro-silvo-pastorali, purché in regola con la vaccinazione, modificando e integrando un’ordinanza del presidente della giunta dello scorso 24 novembre contenente misure urgenti per contrastare la diffusione di rabbia silvestre nel Veneto. Ne ha dato notizia durante il consueto punto stampa successivo alla riunione di giunta l’assessore regionale alla caccia Daniele Stival. «Lo avevo preannunciato qualche tempo fa», ha detto Stival, «che avremmo presto sbloccato la situazione, grazie ai buoni risultati conseguiti dal Veneto presso l’Unità di Crisi nazionale per la rabbia, la quale ha valutato positivamente sia le modalità di esecuzione degli interventi di vaccinazione orale delle volpi, sia le nostre richieste che miravano a venire incontro alle esigenze e alle aspettative del mondo cinofilo e venatorio. Con il decreto viene sancita la revoca di tutte le residue limitazioni alla circolazione, all’addestramento e all’allenamento dei cani in ambiente agro-silvo-pastorale, pur in un contesto, evidentemente, di doverosa attenzione ai profili di profilassi vaccinale e di monitoraggio dell’andamento dell’epidemia, monitoraggio per il quale si dovrà fare ricorso ancora una volta alla collaborazione e al senso di responsabilità dei cacciatori».

«Ritengo», conclude Stival, «che il “sistema Veneto” esca rafforzato dall’esperienza maturata nel corso dei trascorsi mesi più critici e questo grazie da una parte all’operatività messa in campo dall’Istituto zooprofilattico delle Venezie e dalle amministrazioni provinciali, dall’altra alla sensibilità dimostrata dai cacciatori: il loro ruolo di presidio sul territorio ha avuto modo di esplicarsi concretamente, contribuendo a portare ai buoni risultati che oggi abbiamo consolidato».