Una legge che abolirà la storia?

Il deputato Pd Emanuele Fiano propone una legge per contrastare l'apologia del fascismo: ma una sua lettura letterale può portare a conseguenze molto diverse dagli intendimenti originari La proposta di legge avanzata dal deputato del Pd Emanuele Fiano, volta a reprimere più efficacemente l’apologia del fascismo rispetto a quanto già fatto con le leggi Scelba (1952) e Mancino (1993), rischia di essere talmente “efficace” da andare ben oltre le intenzioni. Si rischia, infatti, non soltanto di avere strumenti giuridici per punire i nostalgici del Ventennio, ma anche chi senza esprimere alcun giudizio politico sul passato, se ne occupa però a livello storico e culturale. Infatti, la proposta di Fiano prevede che “Chiunque propaganda le immagini o i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco, ovvero delle relative ideologie, anche solo attraverso la produzione, distribuzione, diffusione o vendita di beni raffiguranti persone, immagini o simboli a essi chiaramente riferiti, ovvero ne richiama pubblicamente la simbologia o la gestualità è punito con la reclusione da sei mesi a due anni”.
Da quanto esposto, risulta evidente che se da un lato la norma si propone in teoria soltanto di evitare un certo commercio di gadget che possono essere ritenuti di cattivo gusto, nella pratica potrà far rischiare il carcere a chiunque si occupi di rievocazioni storiche (sia i praticanti, sia chi prepara e vende le uniformi e gli accessori) ma soprattutto a chiunque venda oggettistica d’antiquariato del Ventennio, come possono essere le uniformi, ma anche singole fotografie che ritraggano, poniamo il caso, personaggi politici del periodo o anche, semplicemente, reparti militari della seconda guerra mondiale. La lettura del ddl, infatti, deve far ritenere che già solo la messa in vendita di oggetti riferibili al nazifascismo, senza alcuno scopo politico o senza alcuna adesione morale, sia di per sé sanzionabile, perché assimila la “produzione, distribuzione, diffusione o vendita” alla “propaganda”. Portando all'estremo (ma neanche tanto…) il concetto, illustrare un libro di storia con una foto di Benito Mussolini potrà fruttare il carcere all'editore! Da un punto di vista strettamente giuridico e senza (ovviamente) alcun tipo di valutazione morale o politica, deve quindi ritenersi che la proposta dell’onorevole Fiano sia, effettivamente, una bomba innescata sulla libertà di pensiero e di espressione (e anche sul collezionismo…) e sia, quindi, meritevole dell’appellativo di “liberticida” che taluni esponenti politici le hanno attribuito. Ancora una volta, purtroppo, non si può fare a meno di osservare come le capacità di scrittura di nuove norme di legge da parte dei politici di questa seconda repubblica, appaiano quantomeno grossolane: le intenzioni possono essere le più nobili, ma se gli effetti risultano completamente differenti (e a dir poco devastanti), forse qualche domanda occorrerebbe porsela.