Ucciso dall’orso: indagate 18 persone per diffamazione

Sono 18 gli indagati per diffamazione, alla chiusura dell’indagine della procura di Trento avviata in seguito alla denuncia dei genitori di Andrea Papi, il runner aggredito e ucciso da un orso, in seguito ai molti commenti aggressivi nei confronti del giovane e della sua famiglia, che furono lasciati sul profilo Facebook della vittima o sui propri profili personali, da parte di persone professantesi “animaliste”. Tra gli indagati c’è anche Daniela Martani, ex hostess Alitalia, nota per alcune presenze televisive, la quale sul proprio profilo Facebook ha commentato: “Sono stata denunciata dalla famiglia di Andrea Papi il ragazzo ucciso dall’orsa (?) per aver espresso un parere che metteva in dubbio la veridicità della questione, una follia. Insieme a me sono state denunciate altre 18 persone. Ormai la denuncia per diffamazione è diventata un’arma per intimidire chi contesta o ha una visione diversa dei fatti. Chiunque sia stato denunciato, mi contatti, ho già messo in piedi una strategia legale con il mio avvocato che può difenderci in blocco”.

In particolare, il post della Martani oggetto della denuncia è il seguente: “La madre e la fidanzata Alessia Gregori del ragazzo morto in montagna – io alla storia dell’uccisione da parte dell’orso non ci credo – stanno speculando sul dolore e gridano vendetta con gli occhi iniettati di sangue nei confronti di un animale che non ha alcuna colpa. Secondo il loro ragionamento bisognerebbe ammazzare tutti gli animali presenti sulla faccia della terra perché provocano morti fra gli umani. Ma sapete quali sono gli esseri viventi che provocano più morti nel mondo? Gli esseri umani. Quindi che facciamo? Li ammazziamo tutti? Vivere comporta dei rischi, andare in montagna, al mare, nella savana, nei boschi comporta dei rischi, vivere in città comporta dei rischi. Basta con questa speculazione, fatela finita che state diventando ingiustificabili”.

Sarà ovviamente un giudice a stabilire se queste dichiarazioni rientrino o meno in un legittimo diritto di critica: dapprima in udienza preliminare per l’eventuale rinvio a giudizio e, qualora il rinvio a giudizio fosse effettivamente disposto, in dibattimento. Per parte nostra ci limitiamo a osservare che accusare una famiglia che ha appena perso un legittimo congiunto di “speculazione” è cosa ben diversa da “mettere in dubbio la veridicità della questione” (cosa che, comunque, non è proprio il massimo del buon gusto quando ancora neanche sono stati celebrati i funerali della vittima) e ci sembra francamente surreale che ci si meravigli, in un contesto così drammatico, che i parenti dello scomparso possano ritenersi offesi da dichiarazioni siffatte. Così come appare francamente surreale che ancora oggi, dopo che le evidenze scientifiche hanno dimostrato che è stata proprio l’orsa a determinare la morte di Papi, si parli della questione mettendo tra parentesi punti interrogativi.

La replica di Alessia Gregori, la fidanzata di Andrea Papi, non si è comunque fatta attendere: “Adesso chiede solidarietà, invece sarebbe necessario collegare il cervello prima di parlare, invece che piangere sul latte versato. Adesso è ora di pagare tutto il dolore che avete causato, tu e tutti gli altri”.