Ricaricare il revolver

Per agevolare la ricarica del tamburo del revolver si utilizzano i cosiddetti speed loader. Questo è il Pachmayr (paganini.it). La struttura poligonale in lega riduce al minimo l’ingombro laterale e un o-ring interno annulla qualsiasi gioco sulle cartucce, evitando qualsiasi rumore.

La ricarica del tamburo di un revolver non è agevole da eseguire in velocità come il cambio caricatore di una semiauto: sono numerosi, però, gli accorgimenti aftermarket per garantire il fatidico “aiutino”

Nonostante il trascorrere dei secoli, il revolver continua a confermare le proprie qualità come arma per la difesa personale, tra le quali contiamo l’eccellente rapporto tra potenza e dimensioni (specialmente i moderni snub nose in .357 magnum), la praticità e immediatezza d’impiego e, perché no, anche il comfort. Però… però ricaricare il revolver non è facile come la semiautomatica, c’è poco da fare: intanto i bossoli vanno espulsi dal tamburo manualmente, e poi le cartucce vanno inserite nel tamburo sempre manualmente. Nella concitazione di un frangente di difesa personale, è facile prevedere un bel disastro. Per velocizzare la ricarica dell’arma, molte aziende hanno studiato specifici accessori che consentono di inserire le cartucce a due alla volta o tutte insieme nel tamburo, rendendo la ricarica più veloce e sicura.

Esiste innanzi tutto una differenza fondamentale tra gli accessori destinati a trasportare le cartucce per il caricamento in velocità del revolver: gli speed loader e le full moon clip. Queste ultime sono lunette in lamierino d’acciaio sulle quali vengono innestate le cartucce e che poi restano unite a queste ultime durante l’alimentazione del tamburo e l’espulsione. Le full moon clip sono molto comode perché il loro ingombro è veramente minimale, inoltre una volta inserite le cartucce nel tamburo non sono richieste ulteriori operazioni, quindi hanno molti vantaggi. Tra gli svantaggi c’è il fatto che il ridotto spessore può far sì che si pieghino se vengono tenute in tasca con le cartucce, creando potenzialmente un inceppamento durante la ricarica, ma soprattutto che possono essere utilizzate solo in armi che siano appositamente predisposte. Le full moon sono nate per consentire l’impiego nei revolver di cartucce rimless nate per pistola semiauto, come il .45 acp o il 9×19 mm, ma in questi ultimi anni anche i modelli in .357 magnum possono essere dotati di questo accorgimento, che può essere utilizzato oppure no, a scelta (vedi Chiappa Rhino).

Gli speed loader sono normalmente gusci in polimero o in lega leggera entro i quali si inseriscono parzialmente le cartucce, già con la corretta disposizione per combaciare con le camere del tamburo. Le cartucce sono trattenute mediante denti che vengono sbloccati mediante spinta o rotazione di un nottolino posteriore. Quelli a spinta (tipo Safariland) sono utilizzati nelle competizioni ma non sono idonei al porto occulto o all’impiego difensivo, normalmente vengono utilizzati quelli con sblocco a rotazione. I più famosi sono gli Hks (bignami.it), di forma cilindrica, ma in questi ultimi anni sono apparse versioni modernizzate con profilo pentagonale o esagonale, come i Pachmayr (paganini.it) o i 5Star firearms (brownells.it) che riducono ulteriormente l’ingombro.

Oltre agli speed loader classici, esistono accessori più “creativi” per il rifornimento in velocità del revolver. Uno dei più classici, perché sul mercato da molti anni ormai, è la “striscia” Tuff Quickstrip (brownells.it). Si tratta di una striscia in gomma nella quale si innestano i fondelli delle munizioni, per ricaricare il tamburo si mettono a due a due “strappando” poi la striscia e sganciando, così, i fondelli. Il vantaggio di questo sistema è che l’ingombro è molto più ridotto rispetto allo speed loader, per contro la ricarica non è altrettanto veloce. Un sistema simile, specifico solo per i revolver a telaio “J” di Smith & Wesson, è la J-strip di Zetasix (zetasix.com), la stessa azienda ne ha realizzato una versione “evoluta” denominata J-clip nella quale i colpi invece di essere in linea sono a pentagono, quindi è una sorta di trait d’union tra la Quickstrip e lo Speed loader. Un sistema analogo è quello ideato dalla Maxfire (maxfirespeedloaders.com), che prevede una struttura in gomma nella quale i cinque o sei colpi sono disposti già correttamente per l’inserimento simultaneo nel tamburo, non resta che sfilare quindi il dispositivo bruscamente in senso laterale, sfruttando l’anello integrale. Sia questo sistema, sia il J-clip hanno il vantaggio di essere molto semplici ed economici, ma la ritenzione delle cartucce durante il trasporto non è sicura come con gli speed loader convenzionali. Curioso anche il sistema Ck tactical Ripcord (cktactical.com), una striscia polimerica con clip per le cartucce, una volta rifornito il tamburo si afferra la linguetta e si srotola la striscia, sfruttando la rotazione libera del tamburo.