Nuovo Dpcm: cosa succede per caccia e tiro?

Coprifuoco dalle 22 alle 5, regioni suddivise in tre aree di rischio. Cosa accade alle attività di tiro e alla caccia?

Il nuovo Dpcm approvato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, per contenere ulteriormente il contagio da Covid19, entrerà effettivamente in vigore il 6 novembre e protrarrà la propria efficacia almeno fino al 3 dicembre. In sostanza sono tre i livelli di rischio previsti a livello regionale e locale, definiti “area gialla”, “area arancione” e “area rossa”.

Ferma restando l’istituzione del coprifuoco per tutto il territorio nazionale dalle ore 22 alle ore 5, fascia oraria nella quale sarà possibile spostarsi solo per comprovate esigenze lavorative, di studio, di salute o di necessità, nelle zone cosiddette di “area gialla” le limitazioni sono in pratica coincidenti con quelle del precedente provvedimento e, di conseguenza, consentono teoricamente anche lo svolgimento delle attività sportive nei poligoni e nei campi di tiro all’aperto. Il Dpcm precisa infatti che “sono consentiti soltanto gli eventi e le competizioni riconosciuti di interesse nazionale con provvedimento del Comitato olimpico nazionale italiano (Coni) e del Comitato italiano paralimpico (Cip) riguardanti gli sporti individuali e di squadra organizzati dalle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate, enti di promozione sportiva ovvero da organismi sportivi internazionali, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse ovvero all’aperto senza la presenza di pubblico. Le sessioni di allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti, degli sport individuali e di squadra, partecipanti alle competizioni di cui alla presente lettera sono consentite a porte chiuse, nel rispetto dei protocolli emanati dalle rispettive Federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate ed enti di promozione sportiva”.

Il Dpcm precisa inlre che “ferma restando la sospensione di piscine e palestre, l’attività sportiva di base e l’attività motoria in genere svolte all’aperto presso centri e circoli sportivi, pubblici e privati, sono consentite nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento, in conformità con le linee guida emanate dall’ufficio per lo sport”.

Vi è poi, però, la situazione delle aree caratterizzate da uno scenario “di elevata gravità e da un livello di rischio alto” (cosiddette aree arancioni), nelle quali è vietato ogni spostamento in entrata e in uscita dalla regione, salvo che per comprovate esigenze lavorative o di necessità o motivi di salute; non è consentita l’uscita dal proprio comune di residenza, salvo che per le esigenze sopra descritte, sia con mezzi pubblici sia privati.

Nelle aree con “scenario di massima gravità e livello di rischio alto” (cosiddette aree rosse), è vietato ogni spostamento non solo in entrata e in uscita dai territori soggetti a questa classificazione, ma anche all’interno del medesimi territori, fatte salve le esigenze lavorative, di necessità o di salute. Soprattutto, risultano sospese indistintamente tutte le attività sportive, anche svolte nei centri sportivi all’aperto, nonché tutti gli eventi e le competizioni organizzati dagli enti di promozione sportiva. Sarà solo consentito “svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona e con obbligo di utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie; è altresì consentito lo svolgimento di attività sportiva esclusivamente all’aperto e in forma individuale”.

In pratica, cosa accade alla caccia e al tiro? Le attività non sono formalmente menzionate nel Dpcm ma, ovviamente, come peraltro sottolineato da Arci caccia in un comunicato, il fatto che non ci si possa spostare anche nelle aree “gialle” prima delle 5 del mattino costituisce inevitabilmente una limitazione molto importante per l’attività venatoria. La quale, tuttavia, resta consentita sia nelle aree gialle, sia nelle aree arancioni, seppur con la grave limitazione in queste ultime aree di dover rimanere all’interno del proprio comune di residenza. Nelle aree gialle e arancioni, risulta altrettanto evidentemente tuttora consentita anche l’attività sportiva nei poligoni, seppur sempre con le limitazioni di spostamento indicate.

Nelle aree rosse, appare evidente l’impossibilità di mantenere aperti gli impianti sportivi e risulta altrettanto impossibile praticare l’attività venatoria, essendo consentiti solo gli spostamenti strettamente indispensabili all’attività lavorativa o alle emergenze.

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