Nuova Zelanda: dopo la messa al bando, esplodono i crimini armati

Le restrizioni di stampo demagogico imposte dal governo neozelandese guidato dalla premier Jacinda Ardern (in foto) dopo la strage di Christchurch hanno portato alla messa al bando delle cosiddette “armi d’assalto” nel Paese, con contestuale ritiro coattivo (dietro indennizzo) di circa 60 mila esemplari. Una operazione complessa e costosa, che gli analisti hanno peraltro giudicato un insuccesso, visto che in realtà le stime sul numero di armi “d’assalto” realmente possedute dai neozelandesi oscillerebbe tra il doppio e il triplo di quelle ritirate. Sta di fatto che, come era abbastanza facile prevedere (non per un politico a caccia di facili consensi, s’intende…), secondo quanto riferito da Radio New Zealand, la riforma non ha avuto il benché minimo impatto sulla criminalità né tantomeno sulla violenza armata. Nel 2020, risultano essere state infatti indagate 2.400 persone per 4.542 reati connessi alle armi da fuoco, con un aumento di quasi il 100 per cento rispetto al decennio precedente. Il numero di armi illegali sequestrate è stato di 1.862, oltre il doppio rispetto alle 860 di 10 anni prima. Secondo i fautori della messa al bando delle armi “d’assalto”, il maggior numero di persone indagate per reati in materia di armi è solo l’indicatore di una maggior attenzione e di un maggior impegno al contrasto di questo tipo di crimini da parte delle forze dell’ordine. In realtà, sembra che questo fenomeno sia da collegarsi all’espansione della cosiddetta “cultura delle gang” in Nuova Zelanda, determinato in gran parte dall’arrivo sull’isola di criminali appartenenti a gang australiane, in soggiorno coatto. La risposta della primo ministro Ardern è, ovviamente, di inasprire ulteriormente la legislazione sulle armi: il modello al quale si sta pensando è quello australiano, in particolare tra le prime iniziative si pensa all’istituzione di un registro nazionale sulle armi da fuoco, per il quale si pensa che occorreranno circa 10 anni perché entri completamente a regime. Le licenze diventeranno inoltre quinquennali (al momento sono decennali) e saranno introdotti limiti sulla vendita di munizioni per le armi da fuoco registrate.