Le guardie giurate rischiano il posto? “Toglietegli le pistole”

Ben 120 guardie giurate di Roma, dipendenti della società Axitea, rischiano di perdere il posto il prossimo settembre. Per questo, i responsabili della Cgil hanno lanciato la provocazione, chiedendo un incontro urgente col questore di Roma perché “alla luce dei recenti omicidi commessi da due guardie giurate che hanno sparato alle loro consorti con le pistole d’ordinanza, è pericoloso lasciare in mano armi a 120 vigilanti, che da settembre saranno licenziati”.

Ben 120 guardie giurate di Roma, dipendenti della società Axitea, rischiano di perdere il posto il prossimo settembre. Per questo, i responsabili della Cgil hanno lanciato la provocazione, chiedendo un incontro urgente col questore di Roma perché “alla luce dei recenti omicidi commessi da due guardie giurate che hanno sparato alle loro consorti con le pistole d’ordinanza, è pericoloso lasciare in mano armi a 120 vigilanti, che da settembre saranno licenziati”.

La situazione riassunta dalla Filcams Cgil nazionale è la seguente: “Axitea ha già effettuato una profonda ristrutturazione costata numerosi posti di lavoro e interventi di cassa integrazione. Circa un anno fa, in occasione del primo incontro nazionale, l’azienda, in maniera molto sommaria e poco convincente, illustrò il piano di ristrutturazione. In pratica attraverso alcune manovre economiche si sarebbe dovuto mettere in moto un meccanismo virtuoso di recupero di redditività, che avrebbe dovuto riportare in attivo l’azienda e rilanciarla sul mercato. Tuttavia l’azienda ha annunciato, se non addirittura già formalmente comunicato, numerosi esuberi. Il motivo dei licenziamenti però non è la crisi lavorativa, bensì una poco chiara operazione di Axitea con l’Inps. In pratica l’istituto ha continuato a chiedere finanziamenti per la cassa integrazione pur risultando in attivo. Quindi non avendo i requisiti per continuare a percepire quegli ammortizzatori sociali l’Inps ha chiuso i rubinetti. Come siano stati spesi i soldi non lo sa nessuno, ci risulta che 25 colleghi destinatari degli ammortizzatori non li abbiano mai percepiti né siano stati messi in cassa integrazione”.