L’arsenale variegato delle forze speciali irachene

Le Forze speciali irakene (Isof) note anche come Golden division, sono state rifondate dalle Forze della coalizione dopo l’invasione del 2003. E hanno iniziato una fantasiosa corsa agli armamenti Le Forze speciali irakene (Isof) note anche come Golden division, sono state rifondate dalle Forze della coalizione dopo l’invasione del 2003. Queste unità, dirette dal Servizio di contro terrorismo iracheno (ministero della Difesa), sono costituite da tre brigate coordinate dal Comando iracheno di contro terrorismo. Addestrate dalle Forze speciali americane e giordane, pur avendo anche loro subito la travolgente avanzata dell’Isis mostrando marginale resilienza rispetto l’esercito irakeno, si sono presto riorganizzate e sono diventate la punta di lancia nell’operazione Anbar: volta alla riconquista dell’omonima regione dell’Irak passata sotto il dominio del califfato. Le battaglie di Ramadi, Falluja e quella attuale di Mosul, hanno visto le Forze speciali irakene motivate e vittoriose contro i terroristi dell’Isis liberando le città.
Vi è stata, oltre all’appoggio degli americani e degli alleati, un vera e propria corsa al riarmo nelle dotazioni individuali delle forze speciali che se da un lato effettivamente persegue la filosofia del miglioramento delle capacità di combattimento dall’altro, evidenzia la complessità e la frammentarietà delle strategie degli aiuti o meglio, la difficile diplomazia degli aiuti militari.

A partire dal 2016, compaiono nelle mani delle Isof i nuovi fucili d’assalto bull-pup croati (Hs Produkt) Vhs-D2 calibro 5,56×45 di costruzione polimerica e con canna di 500 millimetri. Di moderna concezione, questi fucili sono dotati di comandi completamente ambidestri, lato di espulsione dei bossoli selezionabile, funzionamento con gas pistone e otturatore rotante, rateo di fuoco di 750-950 colpi/minuto e peso di 4.039 grammi con caricatore vuoto. Cosa strana per un bull-pup poi, ha la possibilità di estendere il calciolo per 50 millimetri in modo da adattarsi meglio alle necessità del tiratore. Si tratta comunque e grazie alla tipologia di configurazione, di un’arma molto compatta: con canna di 19,6 pollici (500 millimetri) e quindi una misura da “fucile”, misura infatti complessivamente 800 millimetri.
 

A fianco del bull-pup compare però un altro fucile d’assalto più compatto e adatto alle situazioni di Cqb-Close quarter battle: il K2C1 della S&T Motiv sud coreana (ex Daewoo precision industries) sempre in 5,56×45. Rispetto la versione standard K2 adottata dall’esercito della Corea del Sud, il K2C1 adotta calciatura telescopica tipo M4 ma ribaltabile, canna di 305 millimetri (12 pollici) e quad rail Picatinny. Invariato il sistema di funzionamento con gas piston tradizionale e otturatore rotante ma con canna adesso accorciata e calcio ribaltato, l’ingombro longitudinale si riduce ad appena 570 millimetri; il rateo di fuoco è tra i 700 ed i 900 colpi/minuto e il peso senza caricatore è di 3.680 grammi.

Riguardo ai fucili di precisione la dotazione è vasta ma altrettanto eterogenea, iniziamo dallo S&T Motiv K-14 calibro 7,62×51: dotato di chassis polimerico rinforzato con fibra di vetro con astina tubolare in alluminio stile Ar 15. Lo sniper sud coreano mostra calciatura regolabile con poggia guancia, è dotato di caricatori da 5 o 10 colpi, scatto regolabile con sicura interna al ponticello del grilletto; con canna da 610 millimetri (24 pollici) pesa a vuoto 5.500 grammi.

In merito ai calibri per più lunghe distanze, appare forse più scontata “politicamente”, l’adozione dello sniper russo Orsis T 5000 anche se al momento non è chiaro se siano in .300 Winchester magnum, .338 Lapua magnum o un mix di tutti e due. Di base, quest'arma con canna di 660 millimetri (26 pollici, 27,4 pollici in .338 Lapua magnum) pesa circa 6.200 grammi, è fornita di calciatura regolabile e pieghevole in Duralluminio D16T, scatto regolabile tra 500 e 1.500 grammi, caricatori metallici da 5 colpi.

Come fucile anti materiale e per le lunghissime distanze, vi è il “controverso” monocolpo in 12,7×99 Am-50 Sayyad iraniano: in primo luogo perché è un clone dello Steyr Hs-50 (ottenuto in precedenza e ufficialmente dalle forze di polizia iraniane in 800 esemplari…), secondariamente perché non è chiaro se sia stato requisito alle forze ribelli siriane che a loro volta, lo avevano preso all’esercito siriano oppure, se rientri nei recenti accordi militari con l’Iran. L’Am 50 ha una lunghezza di canna di 833 millimetri (pari a 33 pollici) ed un peso di 12.400 grammi.
Sino a pochi anni addietro, le dotazioni militari delle forze armate irakene erano ancora un mix tra quelle di origine ex-sovietica/russa e quelle americane più recenti ma, a seguito di un “raffreddamento” con gli Usa, rei secondo le autorità irachene di non aver immediatamente e adeguatamente supportato le forze governative nel contrasto all’invasione del califfato, le forniture militari americane sembrano al momento in ribasso grazie all’ingresso di vari o più disponibili fornitori internazionali.