La modernità del mercato

Ecco come cambia il mercato. Si modernizza, mettiamola così, anche rispetto ai sistemi di funzionamento. L’interesse sembra essere concentrato tutto sul semiautomatico per caccia, sul black rifle e sulla pistola. In Italia si vendono oltre 20 mila semiautomatici a canna liscia, in particolare calibro 12, che hanno decisamente surclassato i sovrapposti fermi a meno della metà e le doppiette molto più indietro. Le pistole semiautomatiche dovrebbero essere vendute in cir… Ecco come cambia il mercato. Si modernizza, mettiamola così, anche rispetto ai sistemi di funzionamento. L’interesse sembra essere concentrato tutto sul semiautomatico per caccia, sul black rifle e sulla pistola. In Italia si vendono oltre 20 mila semiautomatici a canna liscia, in particolare calibro 12, che hanno decisamente surclassato i sovrapposti fermi a meno della metà e le doppiette molto più indietro. Le pistole semiautomatiche dovrebbero essere vendute in circa 10 mila esemplari (soprattutto 9×21), i revolver (senza contare le repliche) ad appena 2 mila. L’arma di cui si parla e si scrive, l’oggetto “scuro” (nel senso del colore) del desiderio sembra essere il semiautomatico di sembianza militare. Sembra, perché i numeri non dicono poi la stessa cosa. Mentre sono per esempio circa 8 mila, e in crescita, le carabine a canna rigata espressamente per la caccia in battuta, il nostro mercato dei black rifle dovrebbe essere stabilmente quantificabile in meno di un migliaio di esemplari. C’è richiesta, c’è golosità e, non a caso, abbiamo dedicato molte pagine al “fenomeno” proprio su questo numero dopo un altro “storico” speciale risalente al maggio del 1998. Ci sono carabine semiautomatiche militareggianti più corte e compatte, destinate al “gioco” e alle competizioni di Tiro dinamico e quelle con canne più lunghe che si disimpegnano con successo nel Tiro di precisione. Tuttavia portano con loro un grande limite all’acquisto, anche se quelli prodotti fuori dagli States sono di più facile reperimento in Italia: quell’end user certificate richiesto dal governo statunitense per consentirne l’esportazione. E poi c’è un altro limite: le prime carabine arrivate in Italia erano state tutte catalogate comuni e, grazie al calibro .223 Remington, utilizzabili per caccia secondo la legge 157/92, con tutti i benefici conseguenti alla detenzione (se ne possono acquistare in numero illimitato). Quelle più recenti sono state catalogate sportive (acquistabili nel numero massimo di sei). Per amore o per forza, direi. Nel senso che il limite è costituito dal pregiudizio del ministero dell’ Interno e, forse, da un eccesso di protezionismo del mercato che è comprensibile, ma non dà al mercato quello che chiede. Vedremo quando si affacceranno più decisamente produttori italiani di black rifle. E vedremo se l’ atteggiamento del ministero e dell’ufficio del catalogo è cambiato per davvero come vorrei tanto azzardare. Se quello dei black rifle è un indicatore di come si muove il mercato, verso esigenze più moderne e discipline e pratiche sportive più attuali, i produttori nazionali possono concentrarsi a soddisfarlo proponendo armi di alta qualità, coerenti e moderne, a prezzi sempre concorrenziali per l’utenza. Utenza che, comunque, dimostra di non avere problemi a spendere, quando il prodotto è quello “giusto”. Lo dice l’ importatore nazionale più importante, tra gli altri. Il mercato si conquista con la qualità, anche quando quel mercato è meno del 10% della produzione italiana. Una percentuale corrispondente al calo che si è registrato nella produzione armiera nazionale nel corso del 2009. Da 819.640 armi verificate nel 2008, nell’anno appena concluso siamo a 741.164. Una leggera frenata che non vieta al presidente, Aldo Rebecchi, di stilare un bilancio «cautamente positivo, soprattutto considerando che, per il 2009, le previsioni erano orientate a una riduzione del 20%. E non va dimenticato che, nell’esercizio 2008, si è toccato un massimo storico, difficilmente uguagliabile». Però le armi lunghe provate (fucili da caccia) sono diminuite del 35% (432.422 contro 352.033), mentre le corte sono cresciute del 25% (da 166.265 a 197.985); andamento negativo, ma contenuto, per le altre tipologie. «Il 2009 ha mostrato una confortante inversione di tendenza, in particolare negli ultimi due mesi».