La commissione europea “apre” alla caccia allo storno

La delegazione Face esamina diversi punti sulla caccia europea in un incontro con la Commissione ambiente Ue tenutosi a Bruxelles. Tra i vari punti, possoibile apertura per la caccia in deroga allo storno Lo scorso 7 marzo. una delegazione Face ha incontrato la commissione Ambiente dell’Unione europea, per discutere diverse attualità che riguardano la caccia agli uccelli migratori in Europa e in Italia. L’incontro era finalizzato a illustrare proposte e idee che possano inserirsi nell’ambito della cosiddetta ”flessibilità” esposta nel Piano d’azione per l’implementazione delle direttive Uccelli e Habitat.
La riunione si è svolta alla presenza di Michael O’Briain, Joseph Van der Stegen e Luisa Samarelli per la Commissione, mentre per Face sono intervenuti David Scallan, Roderick Enzerink, Matthieu Boos e Michele Sorrenti, quest’ultimo in qualità di chairman del Gruppo di Lavoro Face sulle direttive Natura.
L’agenda della giornata era ricca di punti. Il primo era la proposta di caccia in deroga allo storno in Italia secondo un calcolo delle piccole quantità, cioè lettera c dell’articolo 9 della direttiva. Altri punti erano la caccia alla tortora e il relativo Piano d’azione, in via di completamento; la revisione dei Key concepts; la possibilità di Piano d’azione per alcuni anatidi, tra i quali il moriglione; il principio di precauzione e la caccia in Francia alle oche in febbraio.
Per quanto riguarda i punti più interessanti per i cacciatori italiani l’argomento storno è sicuramente il più importante. In merito, la Commissione non ha chiuso le porte alla possibilità di caccia secondo lettera c, riconoscendo sia la correttezza dei calcoli proposti, sia la situazione particolare dei cacciatori italiani, penalizzati rispetto ai loro colleghi di quasi tutti i Paesi mediterranei e di molti continentali in cui la specie è cacciabile.
La Commissione ha riconosciuto anche che l’applicazione in Italia delle deroghe alla specie per danni all’agricoltura è molto più restrittiva di quanto applicato in altri Stati Ue su altre specie, e che vi è la possibilità di estendere questa forma di deroga anche a grandi areali, se si dimostra che la prevenzione del danno è necessaria su ampie zone.
Tuttavia ha lasciato aperta la possibilità per lettera c, che dovrà rigidamente rispettare le prescrizioni dell’articolo 9, su tempi, luoghi, cacciatori abilitati eccetera. Federcaccia, insieme alle altre associazioni e attraverso i propri Uffici tecnici, contatterà il ministero, con cui erano già iniziati colloqui sul tema, per predisporre una proposta in linea con le richieste della Commissione.
Per la tortora la Commissione ha accettato la posizione Face che la messa a punto di un Piano per la gestione adattativa del prelievo è la strada principale da seguire, e che è necessario un finanziamento da parte di tutti gli Stati Ue in cui la caccia alla tortora è consentita. È stato inoltre sottolineato che i calcoli oggi presenti sulla bozza di Piano sul prelievo potenziale nella Flyway atlantica sono stati fatti in modo eccessivamente prudenziale, disattendendo le richieste Face.
Sui Key concepts, la Commissione scriverà agli Stati membri per creare Gruppi di Lavoro nazionali con tutti i portatori d’interesse, cacciatori inclusi, e che tutti gli studi scientifici dovranno essere tenuti in considerazione. Sul punto la Commissione ha ribadito che i dati estremi non sono ritenuti oggetto di analisi e che tutte le metodiche devono essere considerate per valutare gli spostamenti degli uccelli.
Da questo incontro emerge che il nuovo approccio di Fidc di costituire uffici tecnici con professionalità specifiche, sta aprendo nuovi scenari di collaborazione proficua anche con le Istituzioni europee e ciò non potrà che avvantaggiare i cacciatori italiani nel mantenimento delle tradizioni venatorie, nell’ottica di un prelievo sostenibile e in linea con la legislazione internazionale.