E quando non copiano? È il controverso caso del Chengdu J-20 (per i cinesi “Drago possente” nella foto sopra), caccia bimotore di quinta generazione e con caratteristiche stealth. Già nel 2009 arrivarono le prime esplicite accuse: secondo informazioni del Pentagono, alcuni piani del Lockheed Martin F-35 Lightning II sarebbero stati hackerati da “qualcuno” in Cina e questi piani, avrebbero aiutato i cinesi nello sviluppo del J-20. Sarà anche così, ma il J-20 di fatto, mostra aerodinamica e cellula ben diversa sia dall’F-35 che dall’F-22 Raptor. Ancora oggi tra l’altro, non si è certi sulla sua reale destinazione d’uso: chi lo definisce come caccia da superiorità aerea e chi come “caccia con capacità di strike profondo”, in realtà potrebbe essere tutte e due, stante il fatto che il lo stealth cinese è accreditato di una autonomia di volo ben superiore a tutti e due i caccia americani…
Non solo, è dotato oltre di radar Aesa e di sei sistemi opto elettronici di ricerca e designazione distribuiti (Distributed aperture system) con copertura a 360° che, grazie alla “fusione sensoristica” che combina le informazioni radar con le immagini infrarosse, conferisce al pilota una superiore consapevolezza della situazione. Senza dimenticare sistemi di comunicazione con Data link con altri vettori aerei, l’avionica del cockpit allo stato dell’arte ed il pilota dotato di casco con Hmd- Helmet-mounted display il tutto, con una velocità di punta del J-20 stimata in Mach 2+.
Certo, non ha per esempio e rispetto l’F-22 Raptor scarichi schermati e questo, da un punto di vista della traccia infrarossa, lo vede al momento inferiore nei confronti del jet americano ma, è in grado di utilizzare sia i missili Pl-15 con gittata di 300 chilometri che i Pl-21 (400 chilometri). Gittate stimate dall’intelligence occidentale e praticamente, doppie rispetto a quelle dei missili Aim-120 Amraam americani o dei Meteor europei: potranno anche essere gittate toppo ottimistiche o sovrastimate ma di fatto, negli Usa sono recentemente partiti due urgenti programmi per nuovi missili con gittate simili o possibilmente superiori, ai missili aria-aria cinesi (e russi…).
Nel dubbio o per lasciare nel dubbio gli altri, i cinesi stanno sviluppando un secondo caccia di quinta generazione, bimotore e stealth: lo Shenyang FC-31 (foto sotto). Questo si, in qualche modo somigliante all’F-35 ma… bimotore.
In tutto questo è ravvisabile una strategia cinese (chiara forse solo adesso?): copie su licenza quando conviene a loro e stando ai patti; copie su licenza sino a quando non hanno acquisito o maturato una minima esperienza per arrivare, possibilmente, a migliorare la piattaforma; quando le tecnologie nazionali lo consentono, le implementano immediatamente sulle piattaforme; farsi esperienza anche a scapito degli altri che, non tanto ingenuamente acconsentono al trasferimento di tecnologie anche sensibili (ben sapendo che laggiù, le “proprietà intellettuali” sono, diciamo, poco tutelate?); sviluppare nel più breve tempo possibile una autonomia progettuale. E per sviluppare queste capacità nazionali, hanno attuato e secondo i loro piani, tutto quanto elencato sopra: ne più, ne meno. La Cina, non è forse la nazione che ha dato i natali a Sun Tzu?
Non dimentichiamo poi, l’incredibile potenziale umano come risorsa particolare della Cina: quanti laureati “scientifici” sforna quella nazione, annualmente? Nel 2016, 4,7 milioni contro i 568.000 degli Stati Uniti. Non solo: quanti studenti cinesi (tutti di alto profilo ed impegno impeccabile) vi sono nelle università straniere nel mondo e, strategicamente, nei poli di eccellenza? Il problema dunque, non è se i cinesi copiano… ma quando smetteranno di farlo.
Sun Tzu disse: “Soltanto coloro che calcolano molto vinceranno. Coloro che calcolano poco non vinceranno e tanto meno vinceranno coloro che non calcolano affatto.”