Kongsberg 393 Hunter classic calibro .308 Winchester

Vai alla galleria delle fotoNonostante sia cosa ignota ai più, la Norvegia vanta un passato armiero di tutto rispetto. L’arsenale di Kongsberg, dalle cui porte è uscita la carabina della nostra prova, è stato infatti fondato nel lontano 1814, provvedendo all’armamento dell’esercito nazionale fino ai nostri giorni. Tra i suoi prodotti più significativi possiamo ricordare la carabina Krag-Jorgensen, sviluppata da due tecnici norvegesi e adottata nel… [

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] Nonostante sia cosa ignota ai più, la Norvegia vanta un passato armiero di tutto rispetto. L’arsenale di Kongsberg, dalle cui porte è uscita la carabina della nostra prova, è stato infatti fondato nel lontano 1814, provvedendo all’armamento dell’esercito nazionale fino ai nostri giorni. Tra i suoi prodotti più significativi possiamo ricordare la carabina Krag-Jorgensen, sviluppata da due tecnici norvegesi e adottata nel 1894 in calibro 6,5×55 (la Danimarca e gli Stati Uniti hanno adottato a loro volta versioni modificate di quest’arma, rispettivamente nel 1889 e nel 1892), e la pistola semiautomatica modello 1914, copia su licenza della Colt 1911 calibro .45 Acp. L’arma militare di più recente realizzazione è il fucile d’assalto G3 calibro .308 Winchester, prodotto su licenza Heckler & Koch per le necessità delle forze armate norvegesi, ma distribuito anche ai fanti della Germania negli anni Settanta e Ottanta. Nel campo delle carabine per utilizzo venatorio, l’ultima proposta in ordine di tempo è il modello 393, una bolt-action che unisce una notevole semplicità costruttiva a caratteristiche di praticità d’uso, robustezza e precisione notevoli. Finalmente disponibile con continuità sul mercato italiano, grazie all’armeria Parini di Settimo milanese (Mi), abbiamo deciso di provare per voi un allestimento non eccessivamente specializzato, la versione Hunter Classic, camerato per il più tipico (e balisticamente molto dotato) calibro da caccia: il .308 Winchester. La carabina Kongsberg 393 Hunter Classic ha un aspetto, a prima vista, piuttosto anonimo. Basta soffermarsi, però, su qualche particolare per scoprire il grande carattere di cui è dotata. L’azione è in acciaio al carbonio e viene ricavata dal pieno. Le guide per il montaggio del cannocchiale sono ricavate nel blocco dell’azione e hanno la larghezza delle slitte Weaver (20 mm). La chiusura sfrutta tre tenoni, posti a 120° nella parte anteriore dell’otturatore. Quest’ultimo ha una particolarità difficilmente riscontrabile in una carabina bolt-action: il manubrio non è integrale con il cilindro, ma è un componente separato, vincolato all’otturatore per mezzo di un incastro a baionetta. Una tale impostazione semplifica non poco le lavorazioni, senza alcuna contropartita sotto il profilo della robustezza e dell’affidabilità. L’accoppiamento della meccanica alla calciatura è reso più preciso da un funzionale bedding. Il serbatoio, capace di quattro colpi (tre per i calibri magnum) è costituito da uno scatolato in robusta lamiera d’acciaio, vincolato alla culatta per mezzo di due viti. Presenta una funzionale finitura elettrolitica, che lo rende inattaccabile dagli elementi atmosferici. Le cartucce si dispongono all’interno intorno a un asse centrale, secondo lo schema meccanico Schoenauer. L’elevatore è, quindi, rotante, ed è spinto da una molla a filo avvolta intorno a un asse posto all’estremità destra del serbatoio. Per scaricare l’arma senza camerare a una a una le cartucce è sufficiente aprire l’otturatore e agire su un pulsante incassato sul lato destro dell’arma, appena sotto la finestra di espulsione. Questo causa l’arretramento del labbro elastico di trattenimento delle cartucce, che sono spinte fuori dalla molla di contrasto. Lo scatto è diretto, privo di stecher: ha una vite di regolazione del peso di sgancio che consente la taratura da un massimo di 1.800 grammi fino a un minimo di 200 grammi. La taratura di fabbrica dà un peso di circa 1.500 grammi, ma per la prova pratica abbiamo regolato il peso sul minimo senza contropartite in termini di sicurezza e costanza. A dire la verità, anzi, la corsa del grilletto è risultata particolarmente netta e pulita, nonostante che i piani di scorrimento non abbiano subìto lucidature. La calciatura è in noce turco (ma può essere richiesta anche in fibra di vetro) e ha un profilo piuttosto semplice e lineare, che termina con uno spesso calciolo ventilato in gomma nera. La linea perfettamente dritta, a dire la verità, non è il massimo per il tiro di precisione, specialmente tirando con l’ottica. L’impugnatura all’inglese, dalla curva non molto accentuata, ha due zone zigrinate a macchina il cui disegno viene ripreso sui fianchi dell’astina. Quest’ultima decresce con andamento costante, per terminare con un puntale tondeggiante. La larghezza consistente e i raccordi dolci permettono una presa sicura per la mano debole, tanto da rendere il fucile molto adatto al tiro in battuta. Nel caso in cui si decidesse di destinare l’arma a questo scopo, può risultare interessante la possibilità di richiedere come optional gli organi di mira metallici. Particolari sono la posizione e la conformazione dei comandi, posti tutti sulla destra dell’azione: partendo dall’impugnatura incontriamo la leva della sicura il manubrio dell’otturatore, il pulsante di svincolo di quest’ultimo e il pulsante di espulsione delle cartucce dal serbatoio. Il comando della sicura è facilmente raggiungibile e manovrabile, nonostante sia piuttosto incassato. La prima posizione blocca otturatore e catena di scatto, quella intermedia consente di caricare e scaricare l’arma. La terza posizione, infine, consente lo sparo. Il manubrio dell’otturatore ha una leggera curvatura all’indietro e una vistosa sfera di manovra. L’azionamento richiede una rotazione contenuta (merito delle tre alette di chiusura) e pochissimo sforzo. La corsa è fluida e regolare, senza che si avvertano giochi tra le parti. Gli accoppiamenti precisi e la lavorazione accurata delle superfici, uniti al corretto funzionamento dell’elevatore, permettono di ricaricare con estrema fluidità. Il pulsante di sgancio dell’otturatore è incassato nella calciatura. Per sfilare il cilindro è necessario spingerlo verso l’interno. Uno degli aspetti positivi del modello 393 è la notevole disponibilità di allestimenti. Oltre al modello Hunter Classic, infatti, sono disponibili le versioni Hunter Magnum (in due varianti, con volata di 16 e 17,5 mm), Hunter Standard (con Montecarlo e tacca di mira Battue), Hunter de Luxe (con calcio selezionato, astina con puntale in ebano e medaglione in oro sulla coccia), Avanti sporter e Thumbhole Sporter (con calciatura match e appoggiaguancia regolabile). I calibri previsti sono: .22-250 Remington, .243 Winchester, 6,5×55 Swedish, .270 Winchester, 7×64, .308 Winchester, .30-06 Springfield e 9,3×62 per le azioni corte, tutte con caricatore da 4 colpi; 7mm Remington magnum e .300 Winchester magnum, con canna da 16 mm in volata e caricatore da tre colpi; .338 Winchester magnum e .358 Norma magnum con canna da 17,5 mm in volata, sempre con il caricatore da tre colpi). L’importatore, consegnandoci l’arma, ha posto in particolare rilievo le doti di precisione intrinseca che era in grado di esprimere. Noi, diffidenti per natura, eravamo quindi ansiosi di mettere alla prova la carabina scandinava con alcune ricariche appositamente allestite. Il test è cominciato con la rilevazione delle velocità alla bocca, che hanno fatto registrare una buona costanza. Questi primi colpi sono anche serviti per “rodare” l’azione. Nonostante la canna fosse piuttosto leggera, il .308 Winchester non ha dato segni di poter impensierire, dal punto di vista termico, la resa dell’arma. Siamo quindi passati, senza aspettare che si completasse il raffreddamento, al tiro di precisione sulla distanza di 100 metri. Dopo il primo colpo, un po’ basso, abbiamo corretto leggermente la taratura dell’ottica per poi esplodere altre tre cartucce in appoggio anteriore. Il risultato è stato sorprendente: 24 mm di rosata da centro a centro, utilizzando cartucce assemblate con bossoli Norma, inneschi Cci Large rifle, 42 grs di polvere Hodgdon H4895 e proiettili Barnes Boat tail moly coated. Niente male per un fucile da caccia, anche se il prestigioso cannocchiale Schmidt & Bender 8×56 che equipaggiava l’arma ci ha sicuramente aiutato. Incoraggiati dal risultato, siamo passati alla distanza di 200 metri. Con le medesime modalità di appoggio, simili a quelle tipiche dell’attività venatoria, abbiamo ottenuto una notevole rosata di quattro colpi in 50 mm, utilizzando una ricarica allestita con 40 grani di Hodgdon H4895 a spingere una palla Sierra Boat tail match da 168 grs. Considerando il prezzo d’acquisto e le doti balistiche dei fucili Kongsberg, non abbiamo dubbi sulla concorrenzialità di questo prodotto, soprattutto se si considera la raffinatezza di alcuni particolari: attacchi integrali per l’ottica, scatto regolabile con facilità, bedding plastico per tutti gli esemplari con calcio in legno (questo dettaglio, in particolare, è stato curato e voluto dall’importatore). Tra i difetti, almeno per quanto riguarda la versione Hunter Classic, possiamo forse sottolineare l’impostazione della calciatura, che non sembra particolarmente accattivante e adatta al tiro di precisione. Il profilo, in effetti, non è particolarmente allettante, soprattutto se paragonato ad alcune realizzazioni italiane. In fondo, però, quando si comincia a sparare ogni perplessità svanisce. La mano destra, che trova un appoggio abbastanza comodo, deve soltanto protendere l’indice per accarezzare il grilletto e il colpo parte esattamente lì, dove si voleva che andasse. Il fucile reagisce in modo piuttosto nervoso, in rapporto al peso, perché risulta spontaneo afferrare il calcio con poca forza. Nervoso, dicevamo, ma equilibrato: il rilevamento è contenuto, a dimostrazione di una corretta equilibratura, e il calciolo morbido assorbe con facilità buona parte del rinculo. Le stupefacenti caratteristiche dello scatto, leggerissimo, costante e rapido nel movimento, sono degnamente supportate da una costruzione precisa, che permette di raggruppare i colpi con estrema costanza. Restiamo, quindi, in trepida attesa dell’arrivo dei primi esemplari allestiti su richiesta dell’importatore appositamente per le gare di tiro per cacciatori, con volata di 17 mm. [

] L’articolo completo, con molte più foto, lo trovate su Armi e Tiro di settembre 2002 [

] Costruttore: Kongsberg Small arms as, Steensgatan 20, N-3613 Kongsberg, Norvegia, tel. 00.47.91.52.07.50, fax 00.47.32.72.46.05, tmh1000@online.no Importatore: Parini caccia pesca srl, via Enrico Fermi 12, 20019 Settimo Milanese (Mi), tel. 02.33.50.12.65, fax 02.33.50.04.69, www.parini-caccia-pesca.it, info@parini-caccia-pesca.it Modello: 393 Hunter Classic Tipo: carabina Calibro: .308 Winchester (disponibile anche nei calibri .22-250 Remington, .243 Winchester, 6,5×55 Swedish, .270 Winchester, 7×64, .30-06 Springfield, 9,3×62) Funzionamento: a ripetizione manuale con otturatore girevole-scorrevole Scatto: diretto (peso di sgancio regolabile) Percussione: percussore lanciato Estrattore: a unghia, in testa all’otturatore Espulsore: portato, a puntone e molla Sicura: manuale a tre posizioni sull’impugnatura Canna: in acciaio con lunghezza di 580 mm Alimentazione: serbatoio bifilare fisso da 4 colpi Mire: attacchi Weaver per ottica integrali all’azione Calciatura: in noce turco finito a olio, calciolo ventilato in gomma Peso: 3.400 grammi circa (4.100 grammi con ottica Schmidt & Bender 8×56) Lunghezza: 1.105 mm Materiali: acciaio al carbonio Finitura: meccanica brunita opaca, otturatore in bianco Caratteristiche balistiche: .308 Winchester ricaricate con 44,0 grs di polvere Hodgdon H4895 e palla Barnes da 150 grs: V0=2.743,4 ft/sec, (836,20 m/sec), E0=2.612,5, ft.lbs (346,45 kgm) Numero del Catalogo nazionale: 9.044 (.308 Winchester) Prezzo al pubblico: 1.136 euro (981 euro senza bedding), Iva inclusa