Kalashnikov “apre” all’Asia

Durante il recente salone Defense & Security di Bangkok, Alexei Krivoruchko, Ad della Koncern Kalashnikov, ha rilasciato all’agenzia russa Ria Novosti una intervista dove spiega le nuove strategie commerciali dell’azienda e tra queste, una decisa penetrazione sui mercati asiatici del Pacifico

Durante il recente salone Defense & Security di Bangkok, Alexei Krivoruchko, Ad della Koncern Kalashnikov, ha rilasciato all’agenzia russa Ria Novosti una intervista dove spiega le nuove strategie commerciali dell’azienda e tra queste, una decisa penetrazione sui mercati asiatici del Pacifico. Mossa maturata in realtà, a seguito dalle pesanti sanzioni che hanno colpito la Russia per la guerra in Ucraina e che  hanno precluso i mercati europei e americani all’azienda; situazione stigmatizzata lo scorso Ottobre da Vladimir Putin che, ha accusato i governi e le aziende occidentali di voler contrastare l’export delle armi leggere russe tramite sanzioni e concorrenza sleale.

L’obiettivo ambizioso della Koncern Kalashnikov, è di raddoppiare le vendite nel 2016 nell’area asiatica del Pacifico, definita strategica: Krivoruchko ha inoltre sottolineato in riferimento agli obiettivi prospettati che, nei primi 9 mesi del 2015 e rispetto alle cifre totali del 2014, le consegne globali di armi a uso “civile” sono aumentate quasi 9 volte (in termini di fatturato, 5 volte).

La Koncern Kalashnikov tra l’altro, ha in corso in patria un complicato contenzioso con la M. T. Kalashnikov sull’estinzione anticipata dei diritti ascritti a Michail Timofeevi? Kalašnikov, che tutelano una serie di prodotti commerciali non correlati alle armi da fuoco ma utilizzanti viceversa, l’immagine dell’Ak-47 (sigla anche, di proprietà della M.T. Kalashnikov).

L’azienda inoltre, aveva precedentemente annunciato la propria strategia per contrastare il brand Kalashnikov U.s.a., considerato illegittimo ma impossibile però a perseguirsi legalmente sul territorio americano, a seguito delle sanzioni (il riferimento precedente alla “concorrenza sleale”, verte essenzialmente su questo ulteriore  imbarazzo…): differenziarsi e riaffermarsi con la produzione di nuovi modelli (si parla di oltre 40 nuove armi) e tra questi: la pistola Pl-14, l’Ak-15 (Saiga Mk107) e l’Ak-12 arma che tuttora, non viene mostrata al di fuori dei confini russi.

Riguardo le ambizioni e le strategie della Koncern Kalashnikov nell’area indicata, bisogna osservare criticamente che, si scontreranno con colossi come la cinese Norinco e con  produzioni tecnologicamente avanzate come quelle  indonesiane, sud-coreane e taiwanesi.

Le dichiarazioni dell’azienda russa, denotano chiaramente la necessità di uscire dall’accerchiamento confortata dall’appoggio politico interno, che cerca di sostenere in ogni modo la Koncern Kalashnikov non solo per questioni di prestigio nazionale ma evidentemente anche, per ragioni strategiche. Bisogna dire che recentemente e non solo, la Russia, ha perseguito le proprie politiche internazionali anche attraverso l’export o anche solo con la minaccia dell’export, di armi ben più sofisticate come i  missili antiaerei S-300 ed antinave Redut (Ss-C-1) tuttavia,  l’indebolimento dell’export delle armi leggere in una visione più ampia, impensierisce comunque Mosca.