Italia a mano armata… ma i porti d’arma calano!

Riparte la grancassa sull’Italia a mano armata, con in testa il quotidiano La Stampa. Peccato che rispetto all’anno scorso i porti d’arma siano calati addirittura del… Argomento sempre caldo, per la stampa, quello sul possesso di armi da parte dei cittadini. In questi giorni a tenere banco sono i dati sui porti d’arma in corso di validità nel 2018, ed è subito partita la grancassa dell’informazione non specializzata, sulla cosiddetta “Italia a mano armata”. Capofila del coro è stato in questo caso il quotidiano La Stampa, il quale parla di “boom” di licenze sportive e, appunto di “Italia a mano armata”, facendo notare che il totale di licenze attive nel 2018 ammonti a 1.315.700, “in crescita del 4 per cento rispetto al 2015”. È singolare, di primo acchito, che si sia scelto di fare un accostamento tra due dati distanti tra loro ben 4 anni, anziché un confronto per esempio tra il 2018 e il 2017. Verrebbe anche da chiedersi come mai. Una delle possibili spiegazioni arriva dopo aver fatto due conti con i dati 2017 e aver quindi notato che, ammesso che rispetto al 2015 ci sia stato un aumento del 4 per cento, rispetto all’anno precedente c’è stato, guarda un po’, un calo, e ben del 6,3 per cento! Può darsi però che questo non fosse particolarmente funzionale alla creazione della notizia. Vuoi mettere il titolo “Italia un po’ meno armata”? O forse “la mano è sempre armata, ma il mignolo non lo è più tanto”? Ovvio che venga a mancare tutto il mordente…
Passando a considerazioni più serie, l’aspetto interessante è rappresentato dall’ulteriore calo delle licenze di porto di pistola per difesa personale, che ormai (secondo quanto citato dalla Stampa) sono sole 16.137, contro le 18.031 del 2017 (e le 19.212 del 2015). Per quanto riguarda le licenze per uso caccia, si dà conto di un totale nel 2018 pari a 701.116, contro le 738.602 del 2017 (-37.406). I porti d’arma per Tiro a volo sono passati dai 584.978 del 2017, ai 598.126 del 2018 (+13.148).
Cosa significa questo? Molto semplicemente che l’aumento, peraltro marginale, delle licenze per Tiro a volo non compensa i mancati rinnovi dei porti d’arma per uso caccia (parte dei quali si può dare certezza che siano stati “trasformati” dal detentore in Tav, visto che magari il cacciatore, vuoi per età, vuoi per balzelli e incertezze sul calendario venatorio non intende più andare a caccia ma magari due colpi al piattello vorrebbe continuare a spararli). E quindi, anche se alla Stampa può dispiacere, l’Italia è un po’ meno “a mano armata” rispetto all’anno scorso. Basterebbe fare due più due per rendersene conto, pregiudizio e tesi precostituite a parte…