Il Taser… vìola la concorrenza?

Il deputato Nicola Fratoianni torna a scagliarsi contro il Taser: stavolta, oltre che "mezzo di tortura", violerebbe anche le norme europee sulla concorrenza Nicola Fratoianni, deputato nell’attuale legislatura per Liberi e uguali, è tornato a proporre una interrogazione parlamentare alla Camera sul Taser, dopo quella che aveva avanzato lo scorso maggio prima che iniziasse la sperimentazione in seno alle forze dell’ordine. In questo caso, oltre a ribadire che il Taser costituirebbe una forma di tortura, il deputato sottolinea nella sua interrogazione che per la sperimentazione di questo strumento sarebbero state violate… le norme sulla concorrenza. “il Viminale”, si legge nel documento, “non avrebbe effettuato nessuna ricerca di mercato né gare per scegliere quale pistola elettrica acquistare, nonostante si sia di fronte a una commessa che si annuncia milionaria nonché delicatissima sotto vari profili. Si ricorda come il testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (Tulps) classifica le pistole elettriche tra le «armi proprie», mentre per Onu e Amnesty International sono «strumenti di tortura». Lo stesso «Vademecum per operatori Taser» messo a punto dalla polizia di Stato ricorda che il suo uso presenta «potenziali rischi per la salute dei soggetti colpiti»; in un Paese in cui sono ancora aperte le ferite del G8 di Genova e dei casi Uva, Cucchi e Aldovrandi, l'introduzione della pistola elettrica in uso alle forze di polizia e ai carabinieri avrebbe meritato le maggiori cautele possibili; l'equivoco, nel confondere il marchio con l'oggetto, nasce da un emendamento a firma dell'allora Ministro dell'interno Alfano al decreto per la sicurezza negli stadi del 2014 che prevedeva appunto la sperimentazione della «pistola elettrica Taser», indicando così, per legge, la marca in luogo del prodotto; tutto ciò sarebbe rimediabile facendo un bando dopo la sperimentazione, ma ancora oggi il dipartimento di pubblica sicurezza avrebbe ribadito come i primi 35 dispositivi siano stati «forniti gratuitamente dalla ditta Axon, unica produttrice del dispositivo» e che «l'acquisizione della dotazione necessaria avverrà solo all'esito positivo della sperimentazione»; quello che si profila è il rischio di una serie di cause contro lo Stato per violazione del codice europeo degli appalti e della concorrenza, visto che la Axon Enterprise Inc. (ex Taser International) società quotata al Nasdaq con capitalizzazione di mercato da 4 miliardi di dollari, non è l'unico produttore di pistole elettriche, ma esistono produttori anche in Israele, Germania, Russia, Cina e Brasile; inoltre, la mancanza di una procedura comparativa fa sì che nessuno possa mettere la mano sul fuoco che le pistole Taser date in dotazione siano il miglior dispositivo in circolazione sia in termini economici che tecnico-operativi, dal momento che le soluzioni dei competitor non sono state neanche esplorate”. Per questo motivo, Fratoianni chiede “se il Ministro interrogato, in caso di esito positivo della sperimentazione, intenda indire una gara per l'acquisizione della dotazione di pistole elettriche secondo quanto previsto dal codice europeo degli appalti e della concorrenza, al fine di poter procedere ad una comparazione tra soluzioni e offerte economiche diverse”.

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