Il ministero specula su pavoncella e moriglione

Il ministero dell’Ambiente ancora contro i cacciatori: da Bruxelles rispondono i parlamentari Dreosto e Casanova

“La nota trasmessa giovedì scorso dal ministero dell’Ambiente alle regioni e all’Ispra, con la quale s’invitano gli enti a stoppare il prelievo di moriglione e pavoncella, continua sulla strada della sconcertante autarchia, già vista nella vicenda Key concepts. La paventata procedura di infrazione da parte dell’Ue è del tutto pretestuosa e di chiaro indirizzo politico anticaccia”, dichiara piccato da Bruxelles, Marco Dreosto, vicepresidente dell’Intergruppo parlamentare caccia e biodiversità. “La lettera a suo tempo trasmessa dalla Commissione Ue agli Stati membri, dava infatti un mero indirizzo, fra l’altro vincolato all’adozione di piani d’azione sulle specie e non prevede l’apertura di alcun provvedimento d’infrazione. Semmai il ministero ci dica perché in ben sei anni dalla procedura Eu pilot 6955/14 non sia stato adottato un piano nazionale per il moriglione e quali azioni abbia intrapreso a tutela della pavoncella, considerato che il controllo dei predatori e le pratiche agricole sfavorevoli – e non la caccia – risultano essere i fattori limitanti prioritari, indicati dallo stesso Piano d’azione Internazionale multispecie”, conclude Dreosto. Della stessa opinione il collega Massimo Casanova, che rincara dicendo “trovo vergognoso e inaccettabile da cittadino e da cacciatore, che il ministero pensi a chiudere la caccia ad alcune specie in un periodo così drammatico per il nostro Paese. Le priorità sono altre anche in materia ambientale, visto lo stato di degrado in cui versano gli habitat e zero interventi per porvi rimedio, gli unici che mettono in atto azioni di ripristino ambientale sono i cacciatori stessi” sottolinea l’eurodeputato, che aggiunge “intervenga invece il ministero proponendo al governo provvedimenti rivolti a migliorare e semplificare il controllo delle specie opportuniste come il cinghiale, che sta diventando un vero flagello per gli agricoltori, mettendo a rischio la stessa biodiversità”.