Il ddl anti-senatrici

I senatori Luciano Rossi (in foto) e Nico D’Ascola hanno presentato lo scorso 27 gennaio il disegno di legge numero 2.216, intitolato “Modifiche alla normativa per la concessione del porto d’armi e per la collezione di armi comuni da sparo e per uso sportivo”. Lo scopo del ddl è, secondo i firmatari, “affrontare in modo puntuale le problematiche connesse al Ddl 583 Granaiola-Amati”

I senatori Luciano Rossi (sopra) e Nico D'Ascola (sotto) hanno presentato lo scorso 27 gennaio il disegno di legge numero 2.216, intitolato “Modifiche alla normativa per la concessione del porto d'armi e per la collezione di armi comuni da sparo e per uso sportivo”. Lo scopo del ddl è, secondo i firmatari, “affrontare in modo puntuale le problematiche connesse al Ddl 583 Granaiola-Amati che ha per oggetto le Modifiche alla normativa per la concessione del porto d’armi e per la detenzione di armi comuni da sparo e per uso sportivo, giunto ormai alla calendarizzazione presso la Commissione affari costituzionali del Senato”.

Dopo ampia consultazione con i colleghi parlamentari e con le istituzioni competenti, Rossi e D'Ascola hanno predisposto e depositato un testo firmato da oltre 50 senatori “che, senza appesantimenti inutili per gli utilizzatori e il comparto, consolida alcuni principi già vigenti e ottimizza la disciplina attuale”.

In particolare, secondo quanto riferito, il Ddl Rossi – D'Ascola prevede:

Obbligo del prefetto di richiedere la ripetizione della certificazione medica prima di procedere alla revoca del porto d'armi quando abbia fondato sospetto che l'interessato non possegga più i requisiti psicofisici;

Esclusione della possibilità di ottenere il porto d'armi anche per chi abbia gravi e acclarati disturbi di personalità;

Certificazione dei requisiti da parte del solo medico di famiglia;

Obbligo della frequenza dei campi di tiro da parte dei titolari di porto d'armi per l'esercizio dell'attività sportiva;

Riconoscimento ope legis delle armi di categoria B7 come sportive;

Possibilità di utilizzare le armi in collezione, previa comunicazione alla Ps del trasporto presso un campo di tiro autorizzato.

“Specifiche”, si legge nel comunicato, “che vanno a rispondere alle principali criticità presenti nel disegno di legge 583 Granaiola-Amati, legate in particolare alla richiesta di certificazione medica dei requisiti psicofisici al rilascio del porto d'armi esclusivamente da parte di un collegio di medici pubblici, alla necessità di ripetere la certificazione ogni tre anni (dimezzando di fatto la durata delle autorizzazioni), all'obbligo di custodire le armi sportive presso “le sedi delle Federazioni sportive riconosciute dal Coni” e, infine, all'obbligatorietà della polizza assicurativa per responsabilità civile per tutti i detentori di armi. Le iniziative legislative in materia di armi purtroppo generano sovente un confronto politico animato e ideologico, che può compromettere un confronto serio e costruttivo teso ad ottimizzare la normativa esistente – ha dichiarato il Senatore Luciano Rossi – Per questo con il collega D'Ascola abbiamo ritenuto importante affiancare al Ddl 583 Granaiola-Amati una proposta concreta, frutto di un lavoro serio e ampiamente condiviso, che fornisce un contributo concreto ed equilibrato al dibattito in materia orientato alla focalizzazione e alla soluzione dei problemi reali, al di là delle posizioni ideologiche.

“Proprio l'equilibrio crediamo sia la forza principale del testo appena depositato, contiene alcune prescrizioni aggiuntive rispetto al quadro normativo attuale, – ha continuato Rossi – ma siamo convinti che questa scelta sia la garanzia di miglioramento della qualità complessiva del sistema. Un perfezionamento che garantirà la tenuta del quadro normativo dagli attacchi strumentali portati puntualmente in occasione di eventi tragici, fortunatamente assai rari, che coinvolgono l’utilizzo di armi legalmente detenute. Sono certo – ha concluso Rossi – che la discussione sul Ddl, parallela alla modifica della direttiva armi, nella quale sono attualmente impegnate le istituzioni comunitarie, evidenzierà in modo inequivocabile che la disciplina italiana sulla sicurezza della detenzione e porto di armi è la più avanzata e completa a livello europeo e internazionale”.

I firmatari

Luciano Rossi (AP (NCD-UDC)), Nico D'Ascola (AP (NCD-UDC)), Piero Aiello (AP (NCD-UDC)), Gabriele Albertini (AP (NCD-UDC)), Lucio Barani (AL-A), Anna Maria Bernini (FI-PdL XVII), Giovanni Bilardi (AP (NCD-UDC)), Bernabo' Bocca (FI-PdL XVII), Anna Cinzia Bonfrisco (CoR), Claudio Broglia (PD), Francesco Bruni (CoR), Enrico Buemi (Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE), Massimo Caleo (PD), Valeria Cardinali (PD), Remigio Ceroni (FI-PdL XVII), Francesco Colucci (AP (NCD-UDC)), Giuseppe Compagnone (AL-A), Nunziante Consiglio (LN-Aut), Franco Conte (AP (NCD-UDC)), Jonny Crosio (LN-Aut), Mario Dalla Tor (AP (NCD-UDC)), Luigi D'Ambrosio Lettieri (CoR), Vincenzo D'Anna (AL-A), Aldo Di Biagio (AP (NCD-UDC)), Ulisse Di Giacomo (AP (NCD-UDC)), Roberto Formigoni (AP (NCD-UDC)), Maurizio Gasparri (FI-PdL XVII), Antonio Gentile (AP (NCD-UDC)), Carlo Giovanardi (GAL (GS, PpI, M, MBI, Id, E-E)), Francesco Maria Giro (FI-PdL XVII), Marcello Gualdani (AP (NCD-UDC)), Pietro Iurlaro (AL-A), Albert Laniece (Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE), Pietro Liuzzi (CoR), Bruno Mancuso (AP (NCD-UDC)), Giuseppe Francesco Maria Marinello (AP (NCD-UDC)), Luigi Marino (AP (NCD-UDC)), Marino Germano Mastrangeli (Misto), Riccardo Mazzoni (AL-A), Antonio Milo (CoR), Pippo Pagano (AP (NCD-UDC)), Luigi Perrone (CoR), Giovanni Piccoli (FI-PdL XVII), Gaetano Quagliariello (GAL (GS, PpI, M, MBI, Id, E-E)), Gianluca Rossi (PD), Maurizio Rossi (Misto, Liguria Civica), Antonio Scavone (AL-A), Pasquale Sollo (PD), Maria Spilabotte (PD), Giacomo Stucchi (LN-Aut), Salvatore Torrisi (AP (NCD-UDC)), Paolo Tosato (LN-Aut), Stefano Vaccari (PD), Vito Vattuone (PD), Guido Viceconte (AP (NCD-UDC)), Claudio Zin (Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE), Vittorio Zizza (CoR).