Espulsore per carabina: fisso o a puntone?

Come accade per le tipologie di estrattore, nelle moderne carabine bolt-action si possono incontrare due principali tipologie di espulsore: quello a lamina, fisso sul telaio dell’arma, come si riscontra spesso sulle armi di derivazione Mauser 98, e quello a puntone caricato a molla fissato sulla faccia dell’otturatore, come tipicamente è sulle carabine della scuola Remington 700. Entrambi i sistemi hanno pregi e difetti, vediamo di analizzarli insieme.

L’espulsore a lamina tipo Mauser 98

Uno dei sistemi di espulsione in assoluto più classici è quello cosiddetto a lamina, o fisso, utilizzato tra gli altri dalle carabine sistema Mauser 98. In sostanza, sulla faccia dell’otturatore è presente una scanalatura attraverso la quale passa una lamina imperniata al telaio che, quando l’otturatore viene arretrato a fondo corsa, protrude dalla scanalatura, urtando il fondello del bossolo e facendolo, così, fuoriuscire dall’arma. La lamina normalmente è basculante per evitare interferenze con l’otturatore in chiusura, può essere imperniata direttamente al telaio oppure (sotto) essere fissata alla leva di ritegno dell’otturatore.

Il sistema a puntone e molla

L’altro principale sistema di espulsione sulle carabine bolt-action è quello cosiddetto a puntone e molla. Si tratta in pratica di un cilindretto in acciaio, spinto da una molla a spirale, che protrude costantemente dalla faccia dell’otturatore. Quando l’otturatore è in chiusura e la cartuccia è camerata, il cilindretto viene spinto all’indietro dal contrasto con il fondello del bossolo, ma quando l’otturatore viene aperto e arretrato, la molla a spirale lo spinge in avanti. Non appena, quindi, il bossolo o la cartuccia non sparata finiscono di essere estratti dalla camera di cartuccia, la spinta sul cilindretto li spinge a ruotare e a cadere fuori dalla finestra di espulsione.

Pregi e difetti a confronto
Meglio il sistema a lamina fissa o a puntone? Meglio questo o meglio quello? Non c’è una risposta univoca a questa domanda, in quanto entrambi i sistemi hanno pregi e difetti. Cominciamo con il sistema a lamina tipo Mauser: è un sistema estremamente solido e affidabile, ma l’efficacia di espulsione del bossolo è legata a quanto sia vigoroso il movimento di arretramento dell’otturatore, quindi a quanto forte sia l’impatto tra il fondello del bossolo, trascinato dall’estrattore, e il bordo della lamina dell’espulsore. Se si arretra troppo lentamente, il bossolo potrebbe uscire solo parzialmente dalla finestra di espulsione e inceppare l’arma. Per contro, per i tiratori sportivi che ricaricano i bossoli, con questo sistema è molto comodo recuperare il bossolo dopo lo sparo, basta aprire l’otturatore e arretrarlo senza arrivare a fondo corsa, per afferrare il bossolo con le dita e rimetterlo nella sua scatola, senza doverlo poi raccogliere da terra.

Il sistema a puntone a molla ha il grande pregio di garantire una assoluta costanza nella forza di espulsione, indipendentemente dalla forza con la quale si arretra l’otturatore. Inoltre, consente una espulsione sicura anche se, per qualsiasi motivo, l’otturatore non dovesse essere arretrato fino a fondo corsa. Questi motivi sono alla base del fatto che questo sistema di espulsione è utilizzato ampiamente con le armi semiautomatiche, a partire dal venerabile Garand M1 fino agli ormai onnipresenti Ar15. Il rovescio della medaglia è determinato dal fatto che risulta un pochino più laborioso controllare l’espulsione se si desidera recuperare i bossoli per la ricarica prima che cadano a terra. Inoltre, sulle carabine di altissima precisione per il tiro a lunga distanza o il Bench rest, si è riscontrato che la spinta asimmetrica dell’espulsore a puntone, esercitata sul fondello del bossolo, può essere foriera di una perturbazione della regolarità con la quale la palla impegna le rigature, determinando un detrimento alla precisione intrinseca. In questo tipo di armi, talvolta non è proprio previsto un espulsore, sia per ovviare a questa situazione, sia per garantire il recupero del bossolo senza danni. Il problema della spinta asimmetrica sul fondello, peraltro, risulta del tutto inavvertibile sulle normali carabine per caccia e tiro, molto più frequente può presentarsi invece un altro tipo di inconveniente, rappresentato dal fatto che, talvolta, la spinta della molla a spirale sul puntone può essere sufficiente per espellere in modo efficace un bossolo vuoto, ma magari non è sufficiente per espellere in modo altrettanto affidabile la cartuccia carica, non sparata. Come è ovvio, infatti, la cartuccia carica pesa molto di più rispetto al solo bossolo, perché c’è in aggiunta il peso della palla e della polvere. Per ovviare a questo problema, alcuni produttori di carabine in particolare per caccia, ma non solo, negli ultimi anni hanno deciso di prevedere due espulsori a puntone anziché uno, in particolare se l’arma è camerata per calibri magnum (foto sotto). Il doppio espulsore può aiutare anche a evitare problemi di affidabilità nel caso di accumulo di sporco o fecce di sparo (che potrebbero rallentare lo scorrimento del puntone nella sua sede) o nel caso in cui, con gli anni, la molla a spirale possa aver perso forza.

Come si può notare, entrambi i sistemi hanno pregi e difetti, ma nelle armi di moderna produzione, correttamente manutenute e correttamente impiegate, sono entrambi molto sicuri e non c’è un vero motivo per preferire l’uno all’altro.