L’estrattore per carabina: control feed o push feed?

Il mondo delle carabine bolt-action a percussione centrale per caccia e tiro si divide tradizionalmente in due metà del cielo e il discrimine si gioca, normalmente, sul tipo di estrattore di cui sono dotate le armi. Le tipologie sono in effetti molto differenti tra loro a seconda del produttore, del modello e del periodo storico, ma possono fondamentalmente essere ricondotte a due sole categorie, per le quali ovviamente gli yankee hanno già da tempo trovato specifiche denominazioni inglesi: control feed o push feed. Quale è superiore rispetto all’altra? Quale dà la massima affidabilità nelle condizioni di impiego più ostiche? Come spesso avviene, l’una e l’altra presentano pregi e difetti, che andiamo a evidenziare.

Control feed: Mauser insegna

L’estrattore Mauser afferra il fondello della cartuccia prima ancora che sia uscita dal serbatoio e l’accompagna con precisione fino alla completa cameratura.

Il sistema cosiddetto control feed è principalmente quello utilizzato nelle carabine con sistema Mauser 98 “puro”, che prevede il classico estrattore a lamina che accompagna buona parte del lato destro dell’otturatore. Il nome di questo sistema è determinato dal fatto che il sistema di estrazione control feed afferra il fondello della cartuccia ancor prima che quest’ultima sia completamente estratta dal serbatoio e la accompagna fino alla completa cameratura. Il vantaggio di questo sistema è che la cartuccia risulta guidata con precisione e l’alimentazione risulta affidabile anche in condizioni critiche, come per esempio con l’arma (al limite) capovolta, ruotata di 90 gradi verso destra o sinistra, con fortissimi angoli di sito e così via. Poiché la cartuccia viene afferrata immediatamente, è anche praticamente impossibile che si verifichi una doppia alimentazione, cioè che venga spinta verso la culatta una seconda cartuccia quando la precedente è ancora nella camera. Il sistema inoltre garantisce una trazione fortissima della cartuccia, che consente l’estrazione anche in condizioni limite, con bossolo fortemente incollato alla camera. Questi sono i pregi del sistema control feed, ai quali tuttavia si contrappone (parlando, nello specifico, del sistema Mauser originale con estrattore a lamina) un difetto abbastanza importante, determinato dal fatto che se si intende alimentare l’arma con cartucce singole inserite manualmente in camera, l’estrattore non riesce ad agganciarle o lo fa con estrema fatica e con la possibilità di una rottura del componente. Quindi, se l’arma è a colpo singolo, non è un sistema tra i più pratici per garantire un funzionamento regolare.

Push feed: la scuola Remington

Il sistema push feed prevede che la cartuccia sia spinta in camera dal bordo inferiore della faccia dell’otturatore e agganciata dall’estrattore solo negli ultimi millimetri di corsa.

Con il sistema push feed, invece, si fa riferimento a un concetto completamente differente, che è stato fatto proprio tra le prime da Remington con le carabine della serie 700 e, oggi, va per la maggiore con la stragrande maggioranza delle carabine dotate del cosiddetto “estrattore a ghigliottina”. In sostanza, l’otturatore con estrattore push feed sfila la cartuccia dal serbatoio e la inserisce in camera con la semplice interazione del bordo inferiore dell’otturatore: l’aggancio da parte dell’estrattore avviene solo nella fase finale della chiusura, cioè quando viene abbassato il manubrio: con gli ultimi millimetri di avanzamento dell’otturatore, l’estrattore scavalla il fondello della cartuccia e l’afferra. Questo sistema è generalmente considerato meno affidabile rispetto al control feed, in particolar modo se l’alimentazione dell’arma avviene in posizioni e condizioni inconsuete, inoltre in teoria potrebbe vantare una minor efficacia di estrazione nel caso di bossoli incollati in camera. È rimasta nella storia la “sommossa” dei clienti della carabina Winchester 70 quando l’azienda, nel 1964, decise di passare dall’estrattore tipo Mauser a un sistema push feed.

Per contro, se si desidera alimentare l’arma con cartucce singole, direttamente introdotte in camera, consente una dolcezza di chiusura dell’otturatore e non determina alcuno sforzo aggiuntivo sull’estrattore che, in effetti, continua a svolgere il proprio compito esattamente nello stesso modo che se la cartuccia fosse fatta passare dal caricatore.

In realtà…
In realtà i due estremi sono, oggi come oggi, molto meno lontani di quanto possa sembrare a prima vista: innanzi tutto va detto che il sistema push feed vanta comunque una affidabilità di funzionamento molto elevata, tanto in fase di alimentazione quanto in fase di estrazione; inoltre consente di abbattere efficacemente i costi di produzione, proponendo armi decisamente più economiche. Per contro, le carabine che ancor oggi sono rimaste fedeli al sistema control feed di scuola Mauser (come la Kimber 84, per esempio), hanno riprogettato la lamina dell’estrattore, i relativi acciai e i trattamenti termici, al fine di garantirne l’uso e il funzionamento anche alimentando direttamente le cartucce nella camera.

L’uovo di Colombo è un sistema ibrido tra il control feed e il push feed, introdotto da alcune carabine moderne come la Sako 85, che assomma i pregi dei due sistemi senza i relativi difetti.

Ci sono, anche, aziende che hanno realizzato il classico uovo di Colombo, quindi un estrattore a unghia tipo push feed che però, grazie all’opportuna fresatura del lato inferiore della faccia dell’otturatore, aggancia la cartuccia immediatamente e non solo al momento della chiusura: è esponente di questa tendenza la serie 85 di Sako.

Alla fin fine, quindi, un sistema non ha una radicale superiorità nei confronti dell’altro, sia in senso assoluto, sia nell’impiego pratico nelle normali situazioni di caccia: i “puristi” restano fedeli al sistema Mauser che, tuttavia, risulta costoso e può avere punti deboli in specifiche circostanze, la stragrande maggioranza del mercato si è ormai orientata sul sistema push feed di scuola Remington, senza particolari contropartite né rimpianti e con una sostanziale convenienza economica globale.