Ddl Adamo: il nostro mondo dice NO

Il mondo degli appassionati d’armi non ci sta. L’ennesimo tentativo di introdurre di soppiatto nuove, inutili e vessatorie limitazioni al possesso di armi da parte della senatrice Adamo (Pd) ha sollevato un coro unanime di proteste da parte degli appassionati, collezionisti o tiratori, sotto forma di una raccolta di firme

Il mondo degli appassionati d'armi non ci sta. L'ennesimo tentativo di introdurre di soppiatto nuove, inutili e vessatorie limitazioni al possesso di armi da parte della senatrice Adamo (Pd) ha sollevato un coro unanime di proteste da parte degli appassionati, collezionisti o tiratori, sotto forma di una raccolta di firme a cui potete aderire QUI. Anche le aziende del nostro settore (per esempio Fair) hanno evidentemente compreso il pericolo insito nella possibilità che il ddl 1558/2010 del senato possa essere in qualche modo approvato, nell'ambito della conversione in legge del decreto n. 79 del 20 giugno 2012, che si occupa di regolare il "dopo catalogo". Occorre, però, anche chiarire che alcuni dei contenuti del ddl della Adamo sono, più che vessatori, addirittura irrealizzabili: per esempio, il progetto di sottoporre ogni cittadino che richieda un porto d'armi al giudizio psicofisico di una commissione medica composta di almeno tre membri è del tutto impraticabile con gli attuali organici delle Asl. Ancora: l'idea di obbligare i detentori di armi sportive a detenere queste ultime in appositi locali delle federazioni sportive è del tutto campata per aria, visto che i Tsn in molti casi già fanno fatica ad avere lo spazio per le armi sezionali da dare in affitto! Per non parlare delle altre specialità del tiro…

Insomma, la cosa più importante sarebbe che i politici dialogassero di più tra di loro e con il nostro mondo, prima di tirare fuori queste corbellerie. Sarebbe anche tutto sommato importante che i rappresentanti delle nostre associazioni di categoria capissero che solo una opposizione netta e decisa contro QUALUNQUE idea repressiva è la sola via che ci resta per la sopravvivenza. Solo restando tutti uniti si va avanti.