Chiesta l’autorizzazione a procedere per la Brambilla

L’indagine alla quale è stata sottoposta l’ex ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, in merito all’uso di un elicottero dei carabinieri per gli spostamenti di andata e ritorno da Calolziocorte (dove abita la deputata di Forza Italia) verso Piazzola sul Brenta (Padova) e verso Rimini in due occasioni fra il 2009 e il 2010, è giunta a una svolta: la procura della Repubblica di Milano ha infatti inviato alla Camera la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti dell’onorevole lecchese, per

 

L’indagine alla quale è stata sottoposta l’ex ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, in merito all'uso di un elicottero dei carabinieri per gli spostamenti di andata e ritorno da Calolziocorte (dove abita la deputata di Forza Italia) verso Piazzola sul Brenta (Padova) e verso Rimini in due occasioni fra il 2009 e il 2010, è giunta a una svolta: la procura della Repubblica di Milano ha infatti inviato alla Camera la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti dell’onorevole lecchese, per poterla processare. L'allora Ministro, secondo la tesi dell'accusa, avrebbe dovuto usare l’auto blu con autista e non un mezzo predisposto anche per il servizio antincendio e come ambulanza. A dettare questa norma nero su bianco era stata una nuova legge del governo Berlusconi, che aveva limitato il ricorso agli elicotteri da parte dei membri del Governo e che era già in vigore all'epoca dei fatti. A dicembre il Pm aveva chiesto l'archiviazione del caso al Tribunale dei Ministri per le indagini preliminari. Sembrava quindi che quella vicenda stesse di fatto per concludersi con l'assoluzione dell'ex Ministro, ma la situazione sembra essersi ribaltata. L’accusa è di peculato e di abuso di ufficio. Se il procedimento otterrà l’autorizzazione, a giudicare l’onorevole sarà il Tribunale ordinario. Secondo il quotidiano Lecconews, potrebbe essere chiamata a risarcire le spese dei voli: circa settemila euro a tratta per un complessivo ammontare di 28mila euro ai quali aggiungere anche i costi dei servizi predisposti per sostituire il mezzo impegnato. La denuncia, fatta da un cittadino piemontese, era partita da un articolo de Il Fatto quotidiano del 9 novembre 2010.