Centinaia di armi della polizia “fuori norma”?

Il grido d’allarme è stato lanciato dal quotidiano La Repubblica, secondo cui starebbero per essere ritirati dai reparti operativi della polizia mille fucili Benelli M3, tremila revolver Ruger calibro .357 e alcune centinaia di carabine Winchester M1. Il motivo? Le loro caratteristiche tecniche non sarebbero conformi al decreto presidenziale numero 359 del 1991 (che fissa i criteri di scelta delle armi per la polizia, appunto) e, quindi, non potrebbero essere utilizz… Il grido d’allarme è stato lanciato dal quotidiano La Repubblica, secondo cui starebbero per essere ritirati dai reparti operativi della polizia mille fucili Benelli M3, tremila revolver Ruger calibro .357 e alcune centinaia di carabine Winchester M1. Il motivo? Le loro caratteristiche tecniche non sarebbero conformi al decreto presidenziale numero 359 del 1991 (che fissa i criteri di scelta delle armi per la polizia, appunto) e, quindi, non potrebbero essere utilizzate. Lo avrebbe stabilito una circolare della Direzione centrale dei servizi tecnico-logistici del ministero dell’Interno, diramata a fine agosto alle 105 questure d’Italia. Purtroppo, non è facile capire le motivazioni reali della decisione dalla lettura del confuso e impreciso articolo di Repubblica, ma sembra che il nocciolo della questione sia che le carabine M1 non sono di calibro regolamentare, mentre la colpa del fucile M3 sarebbe di essere a funzionamento sia semiautomatico sia a pompa mentre il dpr 359/91 richiederebbe funzionamento “o” a pompa “o” semiauto. Stesso discorso per i Revolver Ruger, del tipo in Sola doppia azione mentre il dpr 359/91 richiederebbe il funzionamento a singola “e” doppia azione. Ora, già desta parecchie perplessità mettere sullo stesso piano un’arma obsoleta come la Winchester M1 (che infatti non ci risulta abbia avuto utilizzo operativo reale con i reparti di polizia negli ultimi vent’anni) e armi ben più moderne come il Benelli M3 e il Ruger Sp101 a sola Doppia azione. Se, però, è veramente un problema “lessicale” che fa dichiarare inutilizzabili due armi modernissime che, nelle rispettive categorie, rappresentano quanto di più funzionale e moderno sia disponibile oggi, allora si ha davvero l’impressione che qualcuno, con i soldi pubblici (cioé nostri, di tutti), si diverta a giocare. Speriamo che qualcuno, al ministero dell’Interno, abbia il buon senso di capire che prima di togliere a reparti operativi mille fucili Benelli M3, vanto del made in Italy nel mondo, basterebbe apportare una minima correzione al dpr del 1991 che, dopo 18 anni dall’emanazione, può ben risentire dell’età e non essere al passo con i tempi, le nuove tecnologie e le mutate (e sempre mutevoli) esigenze operative.