Caccia: parapiglia tra Anlc e Fidc sulle Afv

Botta e risposta al calor bianco tra Anlc e Federcaccia, per l’emendamento in Finanziaria riferito alle aziende faunistico venatorie: la prima denuncia la “fine della caccia sociale”, la seconda consiglia “un bel paio di occhiali”

È scontro aperto tra associazioni venatorie, per l’emendamento in Finanziaria relativo alle Aziende faunistico venatorie: l’avvio lo ha dato l’Associazione nazionale libera caccia, annunciando che “la caccia sociale è morta”, perché “con questo emendamento si va inesorabilmente verso una gestione privatistica della caccia” e “anche in Italia la caccia sarà a pagamento, riservata a chi ha buone o ottime possibilità economiche ed escludendo, quindi, tutti coloro che già fanno fatica ad arrivare a fine mese come pensionati, operai e giovani”.

La replica di Federcaccia è decisamente caustica: “Ci permettiamo un consiglio all’Anlc: un bel paio di occhiali per vedere meglio le esigenze politiche e sociali del Paese. Caccia compresa. la norma oggetto di contestazione non va a insidiare in nulla il modello sociale della caccia italiana e non è l’anticamera dell’abolizione dell’articolo 842 del Codice Civile paventata nel comunicato della Libera. Così, non modifica il rapporto fra l’estensione delle aziende faunistico-venatorie e agrituristico-venatorie e il resto del territorio a caccia programmata, che rimane fissato al 15% come previsto dalla 157/92. Si tratta di una disposizione di carattere tecnico-fiscale, che aggiunge la possibilità, se lo si vuole, di gestire le Afv operando come imprese, senza essere costrette a forme ambigue o irregolari di erogazione dei servizi, tenendo fermi gli obblighi di miglioramento ambientale a favore della biodiversità e del mantenimento degli habitat. L’emendamento poi, mira anche a promuovere la gestione attiva del territorio favorendo la valorizzazione di quelle aree interne, spesso marginali, ma di grande importanza per la biodiversità e il mantenimento del tessuto sociale e la sopravvivenza delle comunità locali che in queste aree vivono, lavorano e tramandano valori e tradizioni che rischiano di scomparire e di cui la caccia fa parte. Perché, anche questo è bene sottolinearlo con forza, l’ambiente ha bisogno di investimenti economici per essere correttamente gestito”.