Breda Xanthos damasco, cuore d’acciaio

Design che si ispira alla tradizione, carcassa in acciaio e un nuovo sistema d'alimentazione brevettato. Il cuore del semiauto di Breda è fortissimo, con leggerezza da peso piuma. Un inerziale originale, ancora frutto del genio di Civolani

Foto Matteo Galuzzi

Antares e Argus, senza risalire troppo indietro nel tempo. Per guardare avanti Breda si volge indietro, recupera il suo stellare passato e punta ancora sull’ acciaio e sempre più sul sistema inerziale. Un inerziale originale, che ha per padre il “mitico” Bruno Civolani, in un fucile che richiama fortemente la tradizione, ma è costruito con tecnologie modernissime.
Lo Xanthos adotta sì l’acciaio, ma sorprende per un peso identico alla maggior parte dei semiautomatici “superleggeri” in commercio. Il paragone immediato è ancora in casa Breda, il modello Echo.

Il nome, che è quello di uno dei divini cavalli dell’eroe omerico Achille, ma non si distacca troppo dalla linea scelta in passato per i nomi dei fucili Breda: dagli astri alla mitologia con unica nota “distonica” (ma solo per il nome) per l’Echo.
Quello che presentò Civolani in Breda, allora ancora in via Lunga a Brescia, era un fucile grossolano, fatto con la lima, ma perfettamente funzionante. Piacque subito l’idea di tornare all’acciaio e si cominciò l’ingegnerizzazione di pari passo con l’estetica e l’ergonomicità di cui si è occupata l’architetto Chiara Cervi che poi ha ristilizzato anche l’Echo. Il grande lavoro è stato nella diminuzione dei pesi, utilizzando Ergal e tecnopolimeri ove possibile, alleggerendo poi la culatta e la bindella, ma soprattutto la carcassa in acciaio dello spessore di appena 2 millimetri che è un capolavoro metalmeccanico. È ricavata da un profilato ellittico di acciaio al carbonio, rettificato e poi stampato comprese le nervature che costituiscono le guide interne per l’otturatore e che, esternamente, divengono elementi estetico-decorativi.
Il fondello della carcassa è saldato e, all’interno, equipaggiato con un ammortizzatore in tecnopolimero, per il fine corsa dell’ otturatore, che riduce le vibrazioni a carico del tiratore e gli stress meccanici a carico della carcassa.

L’otturatore in acciaio cromato a spessore, non ha l’ormai ben nota (e impiegatissima) testina rotante, ma un blocco oscillante superiore che costituisce la chiusura geometrica in combinazione con il corrispondente alloggiamento in culatta. È soltanto simile al vecchio sistema Benelli e al Beretta già impiegato, per esempio, per il modello Altair, anzi è brevettato “Breda technology” perché il movimento del rampone è comandato da un piano inclinato del corpo otturatore vero e proprio, separato dal carrello.
Tra i due corpi è posizionata la robusta molla che immagazzina e restituisce l’energia inerziale, mentre la manetta di armamento “guida” il rampone in chiusura e provvede anche allo sblocco, scorrendo sul piano inclinato del corpo otturatore. La breve corsa costituisce anche la sicura automatica contro lo sparo in caso di imperfetta chiusura.
Come anticipato, nello spessore del metallo della carcassa sono ricavate le guide di scorrimento dell’otturatore, temprate con sistemi a induzione per incrementare al resistenza agli attriti. Queste nervature conferiscono rigidità e solidità all’insieme nei confronti delle sollecitazioni all’atto dello sparo.
L’altro brevetto dello Xanthos è nel sistema di alimentazione: il fucile non ha alcun comando o leveraggio visibile, le operazioni di alimentazione o di sostituzione della cartuccia in camera o nel serbatoio si svolgono sempre e soltanto con una mano, a tutto vantaggio della sicurezza, comodità e praticità per il cacciatore.
Una volta arretrato, il carrello-otturatore resta aperto e consente di camerare la cartuccia direttamente attraverso l’ampia finestra e di mandare poi in chiusura l’otturatore rilasciando la manetta stessa. Si può anche inserire la prima cartuccia ancora a otturatore aperto direttamente dal tubo serbatoio, attraverso una semplice pressione sul fondello con il pollice: quella cartuccia viene immediatamente portata in camera e il carrello-otturatore va in chiusura, con l’arma pronta allo sparo. Più facile farlo che spiegarlo.
L’alimentazione è comandata dal pulsante di arresto alla base dell’elevatore che provvede a sbloccarlo e a consentire l’accesso al serbatoio: si manovra facilmente durante l’alimentazione scorrendovi sopra con il fondello della cartuccia.
Durante tutte le operazioni, velocissime una volta acquisita un po’ di pratica, il fucile è ben saldo nella mano debole, mentre la mano forte maneggia praticamente le sole cartucce. Non tragga in inganno il pulsante rettangolare che si nota sul lato sinistro della carcassa: comanda la leva che blocca l’ ingresso del serbatoio, ma ha solo funzione operativa, non deve essere azionata dal cacciatore.
Lo Xanthos non ha classici comandi esterni visibili, in particolare azionabili con difficoltosi cambi di mano, ma in realtà possiede sia cut-off sia un sistema di alimentazione rapida del colpo in canna.

Come per tutti i sistemi inerziali, la canna è fissa e l’arma sfrutta per la ripetizione l’energia del rinculo. Tale energia viene immagazzinata nella molla cinetica a spirale posta tra i due corpi dell’otturatore: all’atto dello sparo, l’arma intera arretra per effetto del rinculo, mentre la parte posteriore dell’otturatore (o carrello), per inerzia tende a rimanere nel suo stato di quiete, quindi subisce un movimento relativo in avanti, comprimendo la molla interna. Il ridistendersi di questo componente fa arretrare il corpo dell’otturatore che, tramite il piano inclinato, svincola il rampone oscillante dalla culatta e realizza in successione estrazione mediante il gancio sulla faccia dell’ otturatore ed espulsione mediante il puntone caricato elasticamente sulla culatta.
Il movimento retrogrado dell’otturatore dello Xanthos comprime, poi, la molla di recupero ospitata nel calcio, arma il cane e consente il posizionamento della nuova cartuccia grazie all’azione della cucchiaia elevatrice. Il ridistendersi della molla di recupero, quindi, riporta in chiusura l’otturatore, mentre alimenta la successiva cartuccia.
Il posizionamento posteriore della molla è efficace, forse fa “sentire” in modo leggermente superiore il rinculo sulla spalla e impedisce di posizionare eventuali riduttori nel calcio. Lo Xanthos risulta comunque molto “morbido” e veloce rispetto a parecchie realizzazioni concorrenti. Tanto che proprio non si è sentita, almeno per il momento, la necessità di calcioli ammortizzanti o di altre soluzioni tecnologiche: i calcioli di tutte le versioni sono semplicemente in gomma o in legno, di noce turco di buona qualità come per il resto della calciatura. Questa è finita a olio con zigrinature eseguite al laser all’interno di pannellature di nuova concezione, anch’esse morbide, con lo stesso disegno a onde della carcassa, sempre ergonomiche, pensate per offrire una migliore impugnabilità. Le magliette porta cinghia sono amovibili.

La canna è cilindrica, in acciaio speciale CrMoVa bonificato, lappata e brunita esternamente e cromata internamente, lunga 660 mm (disponibile 610, 700 e 760) pesante 930 grammi, forata a 18,4 mm con cameratura magnum (76 mm) ed è equipaggiata con 5 strozzatori interni intercambiabili in acciaio (*, **, ***, ****, cyl) oppure interniesterni lunghi 105 (*, **, ***) o 155 mm (* full, extra full).
Il mirino è cilindrico in fibra di colore rosso, la bindella è larga 7 mm, ventilata. I sei ponticelli sono saldati ad argento e lasciano molta “aria”, favorendo la velocità del brandeggio e la dissipazione del calore.
La culatta è avvitata e incollata alla canna: si raccorda alla canna stessa con una sorta di anello di rinforzo e di battuta per la carcassa. Questo anello è cromato come la culatta e disturba la linea di mira: poco male, si può provvedere facilmente. Due spine trattengono il gruppo di scatto: è sufficiente spingerle e poi estrarle dall’altro lato. Il sottoguardia (a cui è vincolato il trasportatore di alimentazione) è stampato in tecnopolimeri orientati, ha forma triangolare con spigoli arrotondati, il ponticello non è amplissimo, ma consente l’uso di guanti non troppo imbottiti.
Il grilletto è color argento e il peso dello scatto, che è tipicamente a un tempo, è tarato su circa 2.500 grammi. La sicura è cilindrica, di medie dimensioni, reversibile e può essere disinserita facilmente tenendo gli occhi sul bersaglio. Il meccanismo di scatto è molto semplice e incorpora una sicura automatica a doppio aggancio che interviene quando non si rilasci il grilletto dopo il colpo o in caso di caduta accidentale.
Il serbatoio è in alluminio e ha capacità effettiva di tre cartucce limitate a due. Anche il tappo del serbatoio è in lega leggera, di conformazione classica con molla integrale.

Le incisioni presenti sulla carcassa dello Xanthos damasco di questa versione emulano il disegno dell’acciaio damasco a contorno della nervatura centrale. È una finitura molto particolare, opera della bottega di Cesare Giovanelli (forte dei suoi 25 incisori), eseguita in parte al laser, con abbondanti ritocchi manuali. In basso, sul lato destro della carcassa, è presente l’incisione rimessa in oro con il nome del modello, mentre sulla parte visibile del corpo otturatore c’è un’anatra in volo vista frontalmente, pure rimessa in oro. Sul lato sinistro, con lo stesso tipo di incisione, e più o meno in corrispondenza dei rimessi in oro dell’altro lato, un fagiano in volo e il logo Breda con la scritta “made in Italy. La versione attualmente in vendita prevede un'incisione damascata su entrambi i lati della carcassa: al centro spicca un fagiano in volo dorato. Satinatura manuale dell’intera superficie e successivo, trattamento chimico in bagno di nichelatura e rutenio.
Al momento esistono una versione Xanthos classic con incisione floreale su entrambi i lati della carcassa con beccacce in volo. Satinatura manuale dell’intera superficie e successivo trattamento chimico in bagno di nichelatura. Animali dorati sul lato carcassa. Lo Xanthos gold ha fili d’oro e d’argento incastonati nella carcassa brunita che arricchiscono l’incisione di una beccaccia nel suo habitat. La scala di rappresentazione è ingrandita per valorizzare la regina del bosco. L’incisione è firmata “Diego Bonsi”. Lo Xanthos grey non ha incisioni, ma lucidatura manuale della parte lucida e micropallinatura della parte opaca. Il trattamento chimico di nichelatura in bagno di rutenio che conferisce l’esclusiva colorazione grigio intenso. Mentre lo Xanthos black ha trattamento di doppia brunitura per garantire, oltre alla protezione, un colore nero intenso.

Possiamo senz’altro riferire che su alcuni campioni sono stati sparati un gran numero di colpi, il che depone a favore dell’affidabilità.
Ho provato alcuni tipi di cartucce calibro 12 e docilmente ha sparato tutto, con qualche esitazione per le sole 24 grammi: se si conosce bene il proprio inerziale e il modo giusto di imbracciarlo, si sparano senza problemi.
Per la prova in placca ho utilizzato una cartuccia Baschieri & Pellagri Gigante 32 grammi piombo n° 8, con lo strozzatore **. Con il cartellone a 35 metri, la rosata si è subito mostrata insolitamente guarnita. Ho poi eseguito le tipiche prove di funzionamento con 24 grammi B&P F2 Match Trap con piombo del 7,5, con 28 grammi dello stesso tipo con piombo 9,5, con B&P Valle di 40 grammi piombo 6.
Sempre veloce il funzionamento, senza sferragliamenti meccanici, morbido e pulito. Voto ampiamente positivo per meccanica, rapidità di riarmo e funzionamento. Ottimi anche l’imbracciata, la salita alla spalla e il brandeggiamento.
Il fucile scarica bene, non rincula eccessivamente, tuttavia sulla spalla si “sente” pur leggermente e con le semi-magnum. Risolto il problema dell’anellino in culatta, la mira è molto migliore, la guancia si appoggia bene al calcio e le zigrinature fini, dettagliate e ben rilevate, garantiscono una presa eccellente. Estetica, tradizione e funzionalità si fondono bene nel Breda Xanthos.

L'articolo completo è stato pubblicato su Armi e Tiro – maggio 2006

Costruttore: Cd Europe, www.bredafucili.com
Modello: Xanthos damasco
Tipo: fucile semiautomatico
Calibro: 12/76 (3” )
Funzionamento: semiautomatico inerziale Breda technology
Canna: cilindrica, cromata internamente, lunga 660 mm (disponibile 610, 700 e 760) pesante 930 grammi, forata a 18,4 mm; con 5 strozzatori interni intercambiabili in acciaio (*, **, ***, ****, cyl) oppure interni-esterni lunghi 105 (*, **, ***) o 155 mm (* full, extra full); chiave personalizzata, forniti in dotazione
Chiusura: geometrica, con chiavistello oscillante che impegna recesso su culatta della canna
Alimentazione munizioni: serbatoio tubolare da 2 colpi ridotti di serie (capacità effettiva di 3 standard); dispositivo per alimentazione rapida della cartuccia
Estrattore: a unghia con molla, sulla faccia della testina
Espulsore: a puntone elastico montato sulla carcassa
Congegni di puntamento: mirino cilindrico in fibra di colore rosso; bindella da 7 mm ventilata a ponticelli
Sistema di scatto: in unico tempo; peso di circa 2.500 g
Sicurezze: manuale a traversino sulla guardia, dietro al grilletto, invertibile; automatica a doppio aggancio
Calcio: in legno di noce finito a olio, lungo 365 mm con calciolo in legno; pieghe modificabili con spessori (forniti da 50, 55 e 65)
Peso rilevato: 2.920 (la versione con canna di 660)
Lunghezza: 1.185 mm (con canna di 660 mm)
Materiali: carcassa in acciaio speciale ad alta resistenza, trafilata, stampata, lavorata a controllo numerico e per elettroerosione, cromata; otturatore in acciaio cromato a spessore; canna in acciaio CrMoVa bonificato
Finitura: carcassa incisa laser a effetto damasco; canna brunita; scritte e incisioni laser rimesse in oro