Beretta 87 Target calibro .22 lr

La più grande azienda italiana produttrice di armi portatili vanta, ormai, una lunga presenza nel campo delle pistole propedeutiche in calibro .22 lr. Il primo modello che possiamo considerare moderno a tutti gli effetti è quello identificato dal numero 76 che è stato seguito, una decina di anni fa, dall’evoluzione denominata 89. Come dicevamo, la 76 era decisamente moderna alla fine degli anni Sessanta, quando il suo prog… [

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] La più grande azienda italiana produttrice di armi portatili vanta, ormai, una lunga presenza nel campo delle pistole propedeutiche in calibro .22 lr. Il primo modello che possiamo considerare moderno a tutti gli effetti è quello identificato dal numero 76 che è stato seguito, una decina di anni fa, dall’evoluzione denominata 89. Come dicevamo, la 76 era decisamente moderna alla fine degli anni Sessanta, quando il suo progetto ha avuto termine permettendo di mettere in produzione un’arma con requisiti interessanti come la tacca di mira regolabile, l’impugnatura con le guancette in legno che potevano essere modificate fino a renderle semianatomiche e una distribuzione dei pesi adatta al tiro mirato. Nel corso degli anni, questa pistola è diventata una presenza costante nei poligoni di tiro dove ha assunto l’incarico di permettere a molti di avvicinarsi allo sport, senza influire pesantemente sul bilancio. La precisione era sufficiente, tra l’altro, a permettere agli appassionati di essere competitivi anche a livello di punteggi. Con il passare degli anni, però, il peso e l’impostazione strutturale erano diventati man mano poco concorrenziali con altri prodotti dedicati più strettamente all’agonismo. La 76 non ha mai mostrato la corda nei confronti della concorrenza comunque, quanto a resistenza all’uso e all’affidabilità di funzionamento con ogni tipo di munizione. Un grande numero di queste pistole sono state acquistate anche dalle sezioni del Tiro a segno stesso per venire noleggiate e hanno dimostrato di riuscire a macinare una quantità tale di colpi da far perdere il conto preciso anche ai più scrupolosi manutentori. L’unico sintomo di una vita intensa si poteva rilevare dalla lenta acquisizione di gioco dell’otturatore sulle sue guide, senza che questo riuscisse a inficiare più di tanto la precisione, visto che la canna era fissa e manteneva, pertanto, il suo allineamento iniziale. Nel 1988 veniva presentata la modello 89 che, pur non potendo vantare una meccanica completamente nuova, presentava alcuni miglioramenti strutturali sufficienti a rinnovare l’interesse per la piccola semiauto di Gardone. L’attuale pistola calibro .22, invece, si rivolge a un campo più esteso di appassionati poiché nasce dall’esigenza di soddisfare un nuovo bacino di utenza che in Italia non è ancora rilevante, ma che Oltreoceano vede le proprie file ingrossarsi rapidamente: i tiratori del Chrysler challenge. Meccanicamente, l’arma ha la chiusura labile e una canna fissa in acciaio da 5 pollici di lunghezza con sei rigature di tipo tradizionale ad andamento destrorso con un passo piuttosto corto (350 mm), in grado di stabilizzare correttamente anche i proiettili più leggeri tra quelli disponibili. Il copricanna è costituito da un manicotto in lega leggera reso solidale alla canna da due viti di bloccaggio, vanta, inoltre, la presenza di un anello di centraggio e un ammortizzatore di fine corsa per l’otturatore. La sicurezza è affidata a una leva ambidestra posizionata sul fusto e rapida da azionare soprattutto in fase di rimozione del blocco. Il caricatore è monofilare e contiene 10 colpi anche se il limite di capacità risulta vistosamente ridotto rispetto all’effettiva potenzialità del magazzino. Non ci sono dubbi sull’evoluzione tecnologica che è intercorsa tra la 89 e la 87: la risposta allo sparo è ancora più secca e risulta aumentata ulteriormente la stabilità nel tiro celere grazie alla risposta praticamente orizzontale, quindi quasi esente da rilevamento. Anche utilizzando munizioni particolarmente vivaci, la corsa retrograda dell’otturatore non si ripercuote negativamente sull’allineamento e la cadenza dei colpi utili ne trae un grande beneficio. Lo scatto è anch’esso un componente che ha visto migliorare il proprio funzionamento. Nonostante la posizione a riposo possa far pensare a una Doppia azione, si tratta di una Singola a tutti gli effetti: quando si camera una cartuccia, il comando assume la sua posizione definitiva presentandosi, così, giustamente distanziato dall’impugnatura e ben conformato sia come curva e sia come dimensioni della superficie di appoggio. La pressione necessaria per liberare i piani di scatto è tarata di fabbrica tra gli 800 e i 1.050 grammi, lo sgancio è secco e breve, queste doti si apprezzano tanto nel tiro mirato quanto in quello celere. Le mire sono strutturate in modo da costituire un buon compromesso in ogni condizione di utilizzo: il mirino squadrato, può essere sostituito con un altro di differente larghezza (in dotazione) e la tacca di mira ha una foglietta non molto estesa, ma è provvista di regolazione micrometrica sia in alzo sia in derivazione. La lunghezza della linea di mira è di 185 mm. Inoltre è presente, come abbiamo già accennato, una lunga guida per il montaggio delle ottiche oltre a una seconda fresatura a coda di rondine sul contrappeso posto al di sotto della canna nella sua parte anteriore. Il caricatore è dotato di un fondello antiurto e un secondo magazzino fa parte delle dotazione di serie. Nella prova balistica abbiamo rilevato un funzionamento sicuro e ineccepibile oltre a una precisione invidiabile che risulta evidente dal bersaglio ottenuto sulla distanza di 25 metri in tiro mirato a due mani senza appoggio. Oltre al fatto che il punto d’impatto dei proiettili fosse già stato regolato dalla fabbrica, particolare abbastanza ininfluente in considerazione della possibilità di agire sulle apposite viti di regolazione, il raggruppamento dei cinque colpi è decisamente stretto, tanto da poter contrastare senza fatica strumenti studiati specificamente per l’agonismo. In conclusione occorre porre in rilievo il costo contenutissimo che, pur non essendo ancora stato stabilito in via definitiva, sarà al di sotto del milione di lire. In più la garanzia è stata estesa alla durata di tre anni, valore che per una pistola destinata a macinare una grande quantità di colpi è sicuramente degno di nota. L’articolo completo, con molte più foto, lo trovate su Armi e Tiro di marzo 2000 [

] Costruttore: Pietro Beretta spa, via Pietro Beretta 18, 25063 Gardone val Trompia (Bs), tel. 030/83.41.1, fax 030/83.41.421, Internet www.beretta.it Modello: 87 Target Tipo: pistola semiautomatica Calibro: .22 lr Funzionamento: semiautomatico con chiusura labile e canna fissa Scatto: Singola azione, peso di sgancio compreso tra 800 e 1.050 grammi Percussione: cane esterno e percussore inerziale Sicura: manuale sul fusto con comando ambidestro Canna: 6″ (150 mm), sei princìpi di rigatura ad andamento destrorso con passo di 1/14″ Alimentazione: caricatore monofilare amovibile da 10 colpi Impugnatura: guancette in plastica o, a richiesta, anatomiche in legno Mire: tacca di mira regolabile micrometricamente in alzo e deriva, mirino asportabile (due misure in dotazione), linea di mira 185 mm Lunghezza complessiva: 220 mm Peso: 835 grammi Finitura: brunitura nera opaca Numero del Catalogo nazionale: 11.754 (arma sportiva) Prezzo: 531,70 euro, Iva inclusa