Benelli Argo

Per il momento è solo un prototipo, ma già ne siamo innamorati. La Benelli dimostra ancora una volta di non avere paura di confrontarsi con i big di un mercato, quello delle carabine semiautomatiche per utilizzo venatorio, che sta conoscendo in questi ultimi anni una evoluzione davvero significativa. Forte dei successi conseguiti con l’M4 semiautomatico a canna liscia, Benelli si cimenta (unica azienda italiana) con la progettazione di un’arma a canna rigata … [

] Per il momento è solo un prototipo, ma già ne siamo innamorati. La Benelli dimostra ancora una volta di non avere paura di confrontarsi con i big di un mercato, quello delle carabine semiautomatiche per utilizzo venatorio, che sta conoscendo in questi ultimi anni una evoluzione davvero significativa. Forte dei successi conseguiti con l’M4 semiautomatico a canna liscia, Benelli si cimenta (unica azienda italiana) con la progettazione di un’arma a canna rigata funzionante a sottrazione di gas, concepita esclusivamente per il mercato civile. I lettori ricorderanno il Beretta modello 70 calibro .222 Remington e il Westarm Com Ingram calibro .308: in entrambi i casi, però, si tratta di versioni civili di armi militari, nel primo caso ispirandosi all’Ar70, nel secondo caso all’M14 statunitense. Benelli, quindi, è il primo fabbricante a cimentarsi con un’arma di impostazione completamente civile. La prima cosa che colpisce è l’estetica, fortemente caratterizzata dalla carcassa lucida con il resto dell’arma nera. L’impostazione del design risente in qualche misura della parentela con il Crio calibro 12, soprattutto per quanto riguarda il ponticello in polimero. La meccanica, invece, è maggiormente legata all’M4, condividendone il funzionamento a sottrazione di gas. Il sistema utilizzato sull’Argo è a sfruttamento diretto dei gas, cioè manca una vera e propria asta di armamento, sostituita da due corti pistoni. I fori di prelievo sono situati immediatamente oltre la camera di cartuccia e sfogano entro due corti tubi, che contengono i pistoni di armamento. I gas, quindi, vengono prelevati nel punto in cui sono a pressione maggiore, garantendo la massima sicurezza di funzionamento con tutti i caricamenti. Il gas in eccesso defluisce senza stressare la meccanica. L’elevata pressione di esercizio, inoltre, limita il deposito di residui all’interno del tubo convogliatore, rendendo così l’azione sempre fluida anche dopo decine di colpi. In tal modo, la canna è libera di vibrare senza essere disturbata dal movimento delle aste di riarmo e senza il vincolo di un blocco di prelievo del gas posto a metà lunghezza. Anche l’astina in legno non ha alcun punto di contatto, essendo vincolata direttamente alla carcassa in Ergal. Il trattamento criogenico inaugurato con il Crio calibro 12, inoltre, elimina le tensioni interne alla canna con positivi effetti di precisione e di “tenuta” della rosata alle alte temperature. L’otturatore è, forse, la parte che più si richiama alle armi a canna liscia: si compone di un portaotturatore e di una testina rotante a tre tenoni frontali. La spinta dei gas fa arretrare il portaotturatore che, tramite una pista inclinata, provoca la rotazione della testa e lo sblocco delle alette. In tal modo, si introduce un ritardo all’ apertura dell’otturatore, necessario perché il proiettile lasci la canna e le pressioni scendano a livello di sicurezza. Un altro principio comune alle armi a canna liscia è la facile sostituibilità della canna, che in tal modo può essere sostituita con altre di calibro diverso. Dalle indiscrezioni raccolte, sembra che siano in cantiere il .308 Winchester, il .30-06 e il .300 Winchester magnum. Il serbatoio è, a ben vedere, direttamente imparentato con quello del Browning Bar: incernierato nella parte anteriore, è costituito da uno scatolato di lamiera agganciato a un robusto fondello in materiale sintetico. La capacità dovrebbe essere di cinque cartucce per il .308 e per il .30-06. La struttura modulare, che consente la facile sostituzione di canna e caricatore, consente all’Argo di essere veramente l’arma universale per la caccia. Acquistando una sola arma base, sarà possibile avere più canne di calibro e lunghezze differenti, provviste o meno di freno di bocca, per adattarsi a ogni esigenza venatoria. Un altro punto importante a favore di questo semiauto sarà la possibilità, anch’essa mutuata dal mondo della canna liscia, di variare piega e lunghezza della calciatura, garantendo una vera “personalizzazione” dell’arma. Il peso contenuto (circa 3.400 grammi), assicurato dalla carcassa in lega leggera, ma soprattutto il prezzo, che dovrebbe oscillare appena oltre i due milioni, fanno del Benelli Argo un semiautomatico veramente concorrenziale, in grado di scuotere gli equilibri dell’attuale mercato e di confermare la grande qualità del prodotto italiano. Sarà disponibile solo per la fine di aprile 2002, ma già non vediamo l’ora di provarlo. [

] Costruttore e distributore: Benelli armi, via della Stazione 50, Urbino (Ps), tel. 0722/30.71, fax 0722/30.72.07, www.benelli.it Modello: Argo Tipo: carabina a canna rigata Calibro: .308 Winchester, .30-06, .300 Winchester magnum (altri calibri in allestimento) Funzionamento: semiautomatico a sottrazione di gas Chiusura: geometrica con otturatore a testina rotante Alimentazione: caricatore estraibile basculante bifilare a presentazione alternata Capacità: 5 colpi (.308 e .30-06) Canna: Criobarrel temprata a bassa temperatura, lunga 510 mm (altre lunghezze in allestimento) Sistema di scatto: diretto, cane interno Sicurezze: manuale, a pulsante trasversale Materiali: carcassa in Ergal, canna, culatta e otturatore in acciaio, ponticello in polimero Finitura: carcassa in bianco, culatta brunita lucida Prezzo: orientativamente compreso tra Lit. 2.300.000 e 2.500.000 (1.187,85-1.291,14 E)