Bando del piombo in zone umide: le prime risposte di Ispra

Il presidente di Ispra ha fornito le prime risposte alle richieste di linee guida interpretative sul regolamento Ce per il bando del piombo avanzate dall’eurodeputato Marco Dreosto

Già lo scorso febbraio, l’eurdeputato e vicepresidente dell’integruppo parlamentare Biodiversity, Hunting & Countryside, Marco Dreosto, aveva avanzato a Ispra una richiesta di linee guida per una corretta interpretazione del contenuto del regolamento della Comunità europea sul bando del piombo nelle zone umide e in prossimità di esse. Il presidente di Ispra, il prefetto Stefano Laporta, ha risposto alle richieste di Dreosto, impegnandosi a predisporre linee guida in materia, previo pronunciamento del MiTE sull’argomento.

Per quanto riguarda la definizione delle zone umide, il presidente di Ispra ritiene che si possa utilizzare quella già introdotta nel decreto 184/2007, estesa a tutte le zone umide presenti sul territorio nazionale e non soltanto a Sic e Zps della rete Natura 2000. Il decreto, in particolare, stabilisce il “divieto di utilizzo di munizioni a pallini di piombo all’interno delle zone umide, quali laghi, stagni, paludi, acquitrini, lanche e lagune d’acqua dolce, salata, salmastra, nonché nel raggio di 150 metri dalle rive più esterne”.

Dreosto, tuttavia, ritiene che restino aperte molte criticità, tra le quali, per esempio, la possibilità di sanzioni per i cacciatori anche solo per il mero trasporto di munizioni in piombo nelle zone sopra indicate. «Dalla nota si evince chiaramente come Ispra intenda già da oggi prefigurare il divieto di utilizzo di un munizionamento a base di piombo, non solo nelle zone umide, ma in tutto il territorio», ha commentato Dreosto, «dando per approvata quella che oggi è solo una proposta dell’agenzia Echa alla Commissione europea di estendere il divieto a tutte le zone terrestri dei paesi Ue». «Inoltre», ha aggiunto Dreosto, «come per le Zps, cartografate e censite, anche le restanti zone umide, che riteniamo debbano esprimere una chiara rilevanza faunistico-ambientale per l’avifauna migratoria oggetto di tutela, dovrebbero essere mappate e rese rilevabili».