Armi italiane all’Ucraina: il Cdm, il Parlamento e la legge 185/90

Con il decreto legge 28 febbraio 2022, n. 16, pubblicato in Gazzetta ufficiale ed entrato in vigore lo stesso giorno, il governo ha ufficialmente autorizzato la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari (leggasi: armi) a favore dell’autorità governativa dell’Ucraina, nel solco di quanto stanno facendo numerosi altri Paesi europei, come la Germania, la Repubblica ceca, la Slovacchia eccetera. Il provvedimento deroga in modo esplicito rispetto alla procedura prevista per la cessione di materiali d’armamento secondo la legge 185/90, la quale in effetti (articolo 1, punto 6) prevederebbe il divieto di esportazione verso i Paesi in stato di conflitto armato. Lo stesso articolo della legge 185/90 prevede, tuttavia una possibilità di deroga in funzione di “diverse deliberazioni del Consiglio dei ministri, da adottare previo parere delle Camere”.

Lo stesso decreto del 28 febbraio 2022 prevede infatti che la cessione delle armi, autorizzata fino al 31 dicembre 2022, debba avvenire “previo atto di indirizzo delle Camere” e, come è noto, il Parlamento dovrà poi anche provvedere a convertire in legge il decreto entro i successivi 60 giorni, trascorsi i quali l’atto perderebbe di efficacia. Il decreto delega inoltre a ulteriori decreti del ministro della Difesa, di concerto con i ministri degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, dell’economia e delle finanze, la definizione nel dettaglio dei “mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari oggetto della cessione” nonché “le modalità di realizzazione della stessa, anche ai fini dello scarico contabile”.