Anche le Marche riaprono al cinghiale

Da oggi riprende la caccia al cinghiale in forma collettiva anche nelle Marche, dopo il via libera in Emilia Romagna. La Cct però osserva: “provvedimenti che potrebbero avere un effetto boomerang”

Il vicepresidente e assessore alla Caccia e Pesca della regione Marche Mirco Carloni ha ricevuto riscontro positivo dal prefetto di Ancona, Antonio D’Acunto, relativamente alla richiesta di riapertura del prelievo del cinghiale in forma collettiva, trovando oltretutto una soluzione per gli spostamenti al di fuori del comune per raggiungere le proprie aree di caccia. L’attività può riprendere da oggi.

“Non appena abbiamo saputo che, con l’ordinanza del Ministro della Salute del 13 novembre scorso, la Regione Marche sarebbe diventata zona arancione, con la conseguenza per la caccia di limitare gli spostamenti al solo Comune di residenza”, spiega Carloni, “ci siamo attivati lunedì mattina scrivendo al prefetto D’Acunto con l’obiettivo di trovare una soluzione per consentire di proseguire il prelievo del cinghiale in forma collettiva, visto che viene realizzato in unità di gestione raramente coincidenti con il territorio di residenza dei componenti delle squadre. Con la volontà di operare nel rispetto delle norme, abbiamo subito valutato la necessità di chiedere apposita autorizzazione al prefetto, illustrandogli le esigenze e le problematiche causate dal cinghiale, al fine di consentire la mobilità dei componenti delle squadre e dei gruppi di girata”.

L’analoga autorizzazione ricevuta dalla prefettura di Bologna per la regione Emilia romagna, dei giorni scorsi, ha sollevato invece le perplessità della Confederazione cacciatori toscani, che ha dichiarato: “Consentire i soli interventi di controllo sugli ungulati oppure mettere in campo soluzioni parziali specifiche per svolgere singole forme di caccia, non rappresentano certo le strade da seguire in questo momento. Anzi, tale impostazione potrebbe addirittura precludere altre proposte su cui siamo impegnati da settimane. Ribadiamo che dobbiamo agire, per eventuali provvedimenti inerenti deroghe sugli spostamenti atti a svolgere le varie forme di attività venatoria, sul concetto di legge speciale (157/92) e residenza venatoria (Atc), come da noi già ampiamente e dettagliatamente esposto nei giorni scorsi. In una situazione di forte criticità come questa devono essere messi in campo provvedimenti volti a tutelare i diritti di tutti i cacciatori e non solo di parte di essi”.