Il Conarmi stigmatizza il decreto

Anche il Conarmi ha espresso la propria contrarietà nei confronti delle modifiche apportate dalla camera al decreto 7/2015, in fase di conversione in legge. Il presidente del Conarmi, Pierangelo Pedersoli, ha infatti inviato al direttore di Armi e Tiro, Massimo Vallini, un comunicato ufficiale

Anche il Conarmi ha espresso la propria contrarietà nei confronti delle modifiche apportate dalla camera al decreto 7/2015, in fase di conversione in legge. Il presidente del Conarmi, Pierangelo Pedersoli, ha infatti inviato al direttore di Armi e Tiro, Massimo Vallini, un comunicato ufficiale nel quale dichiara: 

"Solo questa mattina, abbiamo preso atto della nuova formulazione del Decreto Legge 18 febbraio 2015 n. 7 riguardante “Misure urgenti per il contrasto del terrorismo, anche di matrice internazionale, nonché proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle Organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione” dove nuovamente si introducono normative restrittive in merito alle armi, ai caricatori ed alle sostanze esplodenti.

Voglio comunicare a Lei ed ai suoi lettori che non sapevamo nulla di questa modifica apportata dal Ministero dell’Interno, non siamo mai stati contattati dallo stesso Ministero per un confronto e siamo offesi per il metodo che negli ultimi mesi il Dicastero ha adottato di escludere la nostra associazione da un qualsiasi dialogo su argomenti che riguardano il nostro settore.

Riteniamo questa modifica al Decreto nuovamente penalizzante per gli appassionati di armi e assolutamente ingiusto che norme che riguardano il settore delle armi sportive, siano inserite in un Decreto riguardante il contrasto al terrorismo.

Ci spiace constatare che i consigli che avevamo dato al Ministero dell’Interno per la salvaguardia della pubblica sicurezza e dei diritti dei cacciatori e tiratori non siano mai stati presi in considerazione. Non possiamo infine che augurarci che il Senato non accolga la modifica approvata alla Camera dei deputati".