Il piacere fatto 1911

La Blue steel è una prestigiosa 1911 custom realizzata in 9x21 da Adc.

È una 1911 super custom, tutta italiana, proposta nel calibro “del momento” per questa piattaforma: finiture e tolleranze accurate, fusto di ultima generazione con rail, design accattivante del carrello

Dallera torna all’antico amore? Sì, dopo essersi dedicato più di recente, assiduamente e con ottimi risultati, alle piattaforme Ar15, propone una 1911, oggetto della sua storica produzione per molti anni. Si chiama Blue steel e incarna molte delle caratteristiche oggi ritenute “di moda” in questo tipo di arma, cioè innanzi tutto la cameratura in 9×21 e poi il fusto provvisto di rail integrale al dust cover, per l’applicazione di accessori tattici come torce, laser eccetera.

In realtà le armi proposte da Adc sono due: la Blue steel “base”, per quanto sia evidentemente inappropriato questo termine per definire un’arma che nasce già custom, e l’allestimento match, che si distingue per alcuni elementi ulteriormente affinati rispetto all’archetipo. A differenziarle anche visivamente al primo sguardo, la finitura Cerakote che è completamente nera per la Blue steel, mentre nell’allestimento match prevede un carrello color bronzo.

La base di partenza è lei, l’arma corta più celebre e celebrata di tutti i tempi, e non solo dagli americani: la Government, ripresa in modo abbastanza ortodosso (a partire dal sistema di chiusura geometrica con canna oscillante azionata dalla tipica bielletta sotto la camera di scoppio) per quanto riguarda la meccanica, decisamente innovativo invece per quanto riguarda il design e la scelta del calibro, che non è il .45 acp bensì il 9×21, sempre più gradito anche ai fan della 1911 per i costi di gestione inferiori e la controllabilità ancor più spiccata. È a tutti gli effetti una full size, quindi con canna di 5 pollici, il fusto monofilare accoglie un caricatore della capacità di 10 cartucce, con pad polimerico e presenta un deciso surdimensionamento della parte anteriore, quella del cosiddetto dust cover, cioè della porzione che copre il tratto mediano-anteriore della molla di recupero, che integra una slitta Picatinny con tre slot per il fissaggio di accessori. Al di là della versatilità operativa di questa soluzione, visto che non sono poi tanti gli appassionati nostrani a far parte di uno Swat team, è opportuno ricordare che la presenza della slitta Picatinny e relativo surdimensionamento del fusto consente al costruttore di aggiungere peso rispetto a un fusto standard, a beneficio dell’appruamento del baricentro, cosa che sarà senza dubbio percepita e gradita dal tiratore. Quindi, anche senza torce e altre diavolerie, la slitta ha un suo perché tecnico, fermo restando che ovviamente scegliendo e applicando un accessorio sul rail, si potrà ottenere un assetto ancora più appruato. Restando sempre al fusto, il front strap, cioè la parte frontale dell’impugnatura, presenta una zigrinatura a passo fine a quadretti, ripetuta anche sul mainspring housing posteriore. Nella versione Match, sull’estremità posteriore del mainspring housing è fissata una minigonna che agevola ulteriormente il cambio caricatore in velocità, rispetto alla svasatura presente sui lati del bocchettone della standard. Il pulsante di sgancio del caricatore è di tipo standard (maggiorato nella Match), l’hold open anch’esso è di tipo standard, la sicura manuale a leva è bilaterale, maggiorata in lunghezza ma non in larghezza, in ossequio a una concezione più “operativa” dell’arma, fermo restando che a parte la categoria Open di Tiro dinamico, le “orecchie da Dumbo” per le sicure sulle 1911 sono passate di moda da un po’. Maggiorata anche la sicura automatica dorsale che va poi a formare un’elsa a coda di castoro che ben protegge il dorso della mano da eventuali pinzature del cane in fase di armamento. Nella versione match, sia la leva dell’hold open sia le sicure sono realizzate in acciaio inox.

Per quanto riguarda la canna, è una match inox con rampa di alimentazione integrale, quindi la camera di cartuccia nella parte inferiore supporta completamente il bossolo evitando rigonfiamenti nel caso di caricamenti ad alte prestazioni, non si può parlare di canna conica, sarebbe invece più giusto definirla una bull barrel, spessa quindi anche nella parte anteriore della camera di cartuccia, che nella zona della volata presenta una strombatura nella parte superiore, al fine di raccordarsi direttamente, e con precisione, con il carrello senza la necessità di interporre boccole amovibili (bushing). Al di sotto della volata si nota il tubetto di spinta della molla di recupero, avvolta intorno a un’asta guidamolla a tutta lunghezza realizzata in due pezzi, all’estremità anteriore è prevista la sede per una chiave Allen che consente di disgiungere le due parti per agevolare lo smontaggio. Nella versione Match, il guidamolla è in un solo pezzo e di maggior peso, al fine di conferire un assetto ulteriormente appruato.

Qualche parola merita anche il carrello otturatore, che è sicuramente l’elemento più caratterizzante, dal punto di vista estetico, di tutta l’arma, capace di rendere immediatamente riconoscibile questa realizzazione nel mare delle creazioni

custom esistenti sul mercato. La parte superiore presenta spigoli smussati a 45 gradi e, sia sulle smussature, sia sui fianchi e anche sulla faccia piana superiore sono presenti ampie fresature che hanno sia uno scopo di alleggerimento, sia appunto di caratterizzazione estetica. Molto particolari anche le fresature di presa, quelle posteriori sono inclinate all’indietro mentre quelle anteriori sono inclinate in avanti, la lavorazione è mediante fresature semicircolari abbastanza spaziate tra loro.

Gli organi di mira sono costituiti da un mirino a lama innestato a coda di rondine (con inserto in fibra ottica nella versione match), al quale fa riscontro una tacca di mira regolabile tipo Bo-Mar a profilo basso, con possibilità di registrazione micrometrica in altezza e derivazione. Il mirino presenta la superficie rivolta verso il tiratore rigata orizzontalmente in funzione antiriflesso e completata da un dot di colore bianco, mentre la foglietta a “U” della tacca è di forma trapezoidale, rigata antiriflesso ma senza riferimenti bianchi o colorati, come peraltro si conviene a una tacca principalmente vocata al tiro.

Lo scatto prevede un cane con cresta tonda tipo Commander, alleggerito, e un grilletto in lega leggera anch’esso alleggerito e con grano per la regolazione del collasso di retroscatto. Nella versione Match, tutto il gruppo di scatto, composto da grilletto, diapason, dente di scatto (sear), disconnettore, triplice molla a lamina, cane e molla principale, è di tipo match, con caratteristiche ancor più spinte rispetto a questo allestimento. Dal punto di vista visivo è possibile distinguere il gruppo scatto Match da quello standard, perché il cane risulta avere una cresta più schiacciata e sottile rispetto alla classica Commander, risultando di conseguenza ancora più leggero e, quindi, con un tempo di percussione ancora inferiore. Già con il pacchetto di tipo standard però, obiettivamente, la stragrande maggioranza dei tiratori troverà caratteristiche decisamente elevate, sia in termini di pulizia della corsa, sia in termini di peso di sgancio, che nell’esemplare in prova abbiamo quantificato in circa 600 grammi. Merito sia delle eccellenti finiture di tutte le componenti, anche nei punti non soggetti direttamente a lavoro, sia anche dell’assenza della sicura automatica al percussore, che viene giustamente omessa in armi destinate principalmente al tiro e non alla difesa personale.

Abbiamo testato l’arma al Tiro a segno di Gardone Val Trompia (Bs), sulla distanza di 25 metri, utilizzando cartucce commerciali Fmj 124 grs Sellier & Bellot, ramate di pari peso Geco, nonché le Fiocchi Black mamba con palla troncoconica con concavità apicale di 100 grs e una ricarica allestita con palle in lega ramate di 124 grs e una dose medio-allegra di 6,5 grs di Vihtavuori 3N37.

Molti di voi avranno sentito senz’altro dire che impugnare una Government è come stringere la mano a un vecchio amico, volendo con ciò rappresentare una ergonomia innata e senza tempo. Ebbene, con questa Adc la sensazione è ulteriormente incrementata: già dal primo contatto la mano si posiziona in modo ottimale, il pollice “cade” istintivamente sulla leva della sicura manuale e il puntamento risulta più che istintivo, quasi un prolungamento della mano. Il peso c’è (1.200 grammi), ma è ottimamente distribuito, contribuendo alla massima stabilità di puntamento e alla mitigazione delle reazioni allo sparo, che sono obiettivamente dolcissime. Oltre agli alleggerimenti sulle superfici esterne, anche nella parte interna dell’otturatore sono presenti asportazioni di materiale, in particolare in corrispondenza della sede per l’estrattore, al fine di garantire una buona velocità di riarmo. L’armamento manuale determina immediatamente la sensazione di trovarsi di fronte a un prodotto custom, il carrello sembra scorrere sul fusto tramite cuscinetti a sfera, non c’è alcuna tolleranza senza, per questo, che si avverta quel senso di “legatura” che si riscontra talvolta su alcuni prodotti custom prima del necessario rodaggio. Il risultato è che il funzionamento si dimostra impeccabile già dal primo colpo, senza la benché minima esitazione, e questo vale specialmente per le ricariche che, appositamente, abbiamo tenuto con un po’ di “pancetta”. Il riscontro di precisione sul bersaglio è veramente gratificante, in linea di principio si può affermare che con un’arma come questa, anche il tiratore inesperto riesce a conseguire a 25 metri i risultati che normalmente farebbe fatica a conseguire a 15. Grippanti senza essere pungenti le zigrinature su front e back strap, come anche la squamatura “dinamica” che caratterizza le guancette realizzate in G10, molto funzionali, ancorché inconsuete, le fresature di presa sul carrello: in quest’arma tutte le componenti appaiono, e sono, destinate a caratterizzare il design in modo innovativo senza, per questo, trascurare l’effettiva funzionalità.

In conclusione, si tratta a nostro avviso di una 1911 molto prestigiosa, ma ancora “possibile” dal punto di vista economico, dedicata a chi desidera un clone Government di alta qualità nella cameratura più “in” del momento, che con un’arma di questo peso e soprattutto con questo equilibrio delle masse, è veramente un piacere da sparare.

La prova completa su Armi e Tiro di giugno 2020

Produttore: Armi Dallera custom, adccustom.com

Distributore: Tfc, via G. Marconi 118/b, 25069 Villa Carcina (Bs), tel. 030.89.83.872, tfc.it

Modello: Blue steel

Tipo: pistola semiautomatica

Calibro: 9×21

Funzionamento: chiusura geometrica a canna oscillante sistema Colt

Alimentazione: caricatore amovibile monofilare

Numero colpi: 10

Canna: match bull barrel con rampa di alimentazione integrale, lunga 128 mm

Lunghezza totale: 220 mm

Scatto: Singola azione, triggerstop regolabile, peso di sgancio circa 800 g

Percussione: cane esterno alleggerito

Sicura: manuale ambidestra sul fusto, maggiorata; automatica dorsale, maggiorata

Mire: mirino a lama innestato a coda di rondine, tacca di mira tipo Bo-Mar regolabile in altezza e derivazione; predisposizione per il montaggio di accessori sul dust cover tramite slitta Picatinny

Materiali: acciaio al carbonio, canna inox, guancette in G10

Finiture: Cerakote nero

Peso: 1.200 g

Qualifica: arma sportiva

Altre versioni: Match con carrello Cerakote bronze, mirino con inserto in fibra, minigonna, sgancio caricatore maggiorato, guidamolla più pesante, scatto match, sicura e hold open inox

Prezzo: 1.978 euro, Iva inclusa; versione match, 2.635 euro