Come funzionano le armi monocolpo

Che senso hanno, oggi, le armi monocolpo?

Che senso hanno, oggi, le armi monocolpo? Dopo l’invenzione delle armi a ripetizione ordinaria e delle semiautomatiche, che consentono di sparare più colpi in rapida successione, le armi monocolpo potevano sembrare destinate al “pensionamento”. Invece, alcuni fabbricanti (Ruger e Blaser su tutti) continuano a offrire queste armi, che hanno il loro vantaggio principale nella compattezza e nella minore lunghezza dell’arma, a parità di canna, rispetto a un’arma a ripetizione, che deve avere un castello sufficientemente lungo da consentire la presenza del serbatoio e la completa estrazione della cartuccia dalla canna. Sono moltissimi i brevetti che, nel corso dei decenni, hanno coperto il funzionamento a retrocarica delle armi monocolpo. Ci limitiamo a ricordare i più famosi e diffusi. Come funziona il fucile a blocco cadente? L’otturatore è un massiccio blocco prismatico che, tramite una leva di sottoguardia, può scorrere in verticale all’ interno del castello. Visto che il blocco non ha possibilità di movimento retrogrado, ha una tenuta molto efficace sotto sparo. La più famosa interpretazione di questo sistema è quella utilizzata nella carabina Sharps, a cane esterno. L’armaiolo scozzese Farquharson realizzò, invece, una versione più elegante, a cane interno, ripresa integralmente dalla Ruger con il suo Number 1. In entrambi i casi, l’estrazione del bossolo è data da una leva, imperniata sul lato destro o sinistro del vivo di culatta, che compie una brusca rotazione di 20-30° quando il blocco raggiunge la massima apertura, scollando il bossolo dalla camera e proiettandolo fuori più o meno violentemente. Come funzionano le armi a blocco incernierato? Questo sistema è stato prevalentemente utilizzato per la conversione a retrocarica di armi militari originariamente nate ad avancarica. L’otturatore è costituito da un blocco incernierato nella parte superiore della culatta (Allin) o su un lato del castello (Snider). Un dente elastico, comandato da un nottolino a molla, provvede alla chiusura del blocco e alla tenuta dell’otturatore sotto sparo. Il blocco ribaltabile brevetto Allin è stato utilizzato nel fucile statunitense Springfield “Trapdoor” (che, appunto, significa botola, richiamando il funzionamento dell’arma), prima arma d’ordinanza a cartuccia metallica delle forze armate statunitensi. Lo Snider, invece, è stata la prima arma a retrocarica a essere adottata dall’esercito britannico, convertendo gli Enfield P53 a percussione. Come funzionano le armi a blocco inclinato? Il successore dello Snider, nelle file dell’esercito di Sua maestà, è il fucile Martini-Henry. Quest’arma, a percussore lanciato (il progetto originale, di Peabody, aveva invece il cane esterno), ha un blocco prismatico posto all’interno del castello, imperniato a quest’ultimo per mezzo di un grosso vitone che attraversa la parte superiore posteriormente. Abbassando la leva di sottoguardia, un gancio interno forza la parte anteriore ad abbassarsi, causando la rotazione verso il basso del blocco otturatore e il contemporaneo armamento del percussore. Risollevando la leva di sottoguardia, il blocco risale, sigillando la culatta. Il sistema Martini-Henry ha avuto una notevole diffusione tra l’ultimo quarto del XIX secolo e la prima metà del XX, utilizzato prevalentemente nelle carabine per Tiro a segno dell’ Europa centrale. Come funzionano le armi a blocco rotante? Ideato nel 1864 da Rider e Geiger, dipendenti Remington, Questo fucile ebbe un enorme successo nel mercato delle armi militari, essendo stato adottato dagli eserciti di mezza Europa (incluso lo Stato pontificio). Il castello è dotato di due robusti perni trasversali: il più vicino alla culatta dei due è montato più in alto dell’altro. Ciascuno dei due perni costituisce il fulcro di rotazione, rispettivamente, dell’otturatore e del cane. Il blocco otturatore è foggiato internamente in modo da poter essere aperto agevolmente a cane armato: l’abbattimento del cane, però, impedisce l’apertura dell’otturatore per l’interposizione di un massiccio blocco di acciaio, solidale al cane stesso. Con un numero estremamente ridotto di pezzi, si ottiene un’arma robustissima.