Veneto, la situazione caccia si complica

L’assessore regionale alla caccia del Veneto, Daniele Stival, ha depositato l’istanza per annullare l’efficacia del decreto del Tar che, in attesa della discussione di merito il 30 ottobre, ha accolto il ricorso di Lav, Wwf, Lipu, Lac, Empa e Legambiente contro il calendario venatorio di Venezia e ha per ora tolto 19 specie di volatili da quelli cacciabili

L'assessore regionale alla caccia del Veneto, Daniele Stival, ha depositato l'istanza per annullare l'efficacia del decreto del Tar che, in attesa della discussione di merito il 30 ottobre, ha accolto il ricorso di Lav, Wwf, Lipu, Lac, Empa e Legambiente contro il calendario venatorio di Venezia e ha per ora tolto 19 specie di volatili da quelli cacciabili, e così pure la possibilità di usare munizioni di piombo contro ungulati e uccelli acquatici. I cacciatori sono ovviamente agitati, tenendo conto che pagano anche alcune centinaia di euro di tasse, iscrizione all'ambito di caccia e assicurazione. E per quanto riguarda la caccia in deroga, la delibera preparata dall'assessore Stival è stata bloccata dalla commissione Agricoltura, in attesa di un parere dell'avvocatura regionale in merito a “eventuali responsabilità civili e penali” che deriverebbero dall'approvazione di tale norma, “anche in relazione con la sentenza di condanna già pronunciata nel 2010 dalla Corte di giustizia europea”.

La delibera Stival prevederebbe per la stagione venatoria in corso la possibilità di cacciare storno, fringuello, peppola e pispola in deroga ai divieti dell'Unione europea, invece delle sei specie previste l'anno scorso. Non solo: avrebbe ridotto anche il calendario, sempre rispetto al 2011. Un mese e mezzo di caccia in deroga, sino al 20 novembre, mentre negli anni scorsi le specie in deroga erano cacciabili per 3 mesi sino al 31 dicembre. Altre limitazioni sarebbero previste nel testo sul numero massimo di capi abbattibili e sul sistema di segnatura e monitoraggio dei prelievi. La commissione ha preso atto del contenzioso in atto con l'Ue e del rischio – paventato dalle associazioni ambientaliste e dai rappresentanti di Italia dei Valori – di incorrere in sanzioni pecuniarie. Ha già avuto quindi un primo successo l'azione dell'eurodeputato Andrea Zanoni (Idv) che ha più volte annunciato di aver chiesto sia ai vertici di Bruxelles sia alla Corte dei conti indicazioni sull'eventuale responsabilità dei singoli amministratori regionali, rispetto all'approvazione della delibera sulla cacca in deroga, se questa non rispetta le direttive Ue.