Usa: americani “confusi” sulla violenza armata

Investigators search for evidences outside Robb Elementary School in Uvalde, Texas, Wednesday, May 25, 2022. Desperation turned to heart-wrenching sorrow for families of grade schoolers killed after an 18-year-old gunman barricaded himself in their Texas classroom and began shooting, killing several fourth-graders and their teachers. (AP Photo/Jae C. Hong)

La società di sondaggi Maristpoll ha reso recentemente noti i risultati di una indagine sulla violenza armata negli Stati Uniti, che evidenzia risultati abbastanza contrastanti e rappresentativi di un accentuato bipolarismo sull’argomento, soprattutto quando si parla delle possibili soluzioni alla violenza armata.

Il sondaggio, realizzato a un anno di distanza dalla strage di Uvalde, in Texas, ha riguardato un campione di 1.300 cittadini. In particolare, alla domanda se sia più importante controllare la violenza con le armi o proteggere i diritti legati al possesso legale di armi, il 60 per cento degli intervistati ha ritenuto prioritario limitare la violenza con le armi, e in questo 60 per cento è presente anche un 40 per cento di possessori di armi. Tra coloro i quali ritengono prioritario il contrasto alla violenza armata c’è un 88 per cento di votanti il Partito democratico e un 55 per cento di elettori indipendenti, mentre solo il 32 per cento dei repubblicani è della medesima opinione e il 67 per cento dei repubblicani ritiene invece che sia prioritario difendere il secondo emendamento. Allo stesso tempo, tuttavia, il 58 per cento degli intervistati (in crescita di 10 punti rispetto ad analogo sondaggio del 2019) ha affermato di essere a sostegno di quelle leggi che consentono a coloro i quali si trovano in luogo pubblico e ritengono che la loro vita sia in pericolo, di poter uccidere o ferire la persona che ritengono li stia minacciando e in questo campione di favorevoli c’è il 60 per cento degli elettori democratici, contro l’81 per cento dei Repubblicani e il 57 per cento degli indipendenti.

Rispetto a un sondaggio analogo compiuto 4 anni fa, è aumentata del 10 per cento la quantità di intervistati che ritengono che le scuole locali non siano sicure, passando dal 30 al 40 per cento, ma comunque la maggioranza (57 per cento) ritiene ancora che le scuole del proprio quartiere siano al riparo dalla violenza armata.

Le divisioni si acuiscono parlando di quelle che potrebbero essere le soluzioni per ridurre la violenza armata negli Stati Uniti: del 27 per cento di coloro che ritengono che la soluzione sia la messa al bando delle armi “d’assalto” tipo Ar15 o Ak, il 44 per cento è composto da democratici, solo il 13 per cento da repubblicani; il 17 per cento degli intervistati ritiene che sia più utile eseguire uno screenimg mentale a tutti gli acquirenti di armi, il 13 per cento che sia più utile effettuare i background check per l’acquisto delle armi vendute nelle fiere o nelle transazioni tra privati, il 12 per cento che siano più utili le leggi “red flag” che consentono all’autorità di sequestrare temporaneamente le armi dalle mani di chi potrebbe essere un pericolo per sé o per altri. C’è un 10 per cento che ritiene che possa contribuire alla riduzione della violenza armata consentire agli insegnati di portare armi in classe, un 20 per cento infine ritiene che nessuna delle soluzioni sopra evidenziate abbia una utilità in tal senso.