Thailandia: dopo la sparatoria, si annunciano restrizioni sulle armi

Il ritornello è sempre uguale, la politica utilizza lo stesso linguaggio da San Francisco a Oslo, fino a Bangkok. In queste ore è proprio la Thailandia a essere sotto i riflettori, o meglio la sua normativa in materia di armi. Come in un riflesso pavloviano, a fronte di una sparatoria verificatasi all’interno di un centro commerciale della metropoli asiatica, le autorità governative hanno annunciato la volontà di rafforzare le misure di sicurezza e soprattutto di rivedere la normativa in materia di armi, pur ammettendo che si è trattato di un incidente isolato.

In effetti, si fa anche un po’ fatica a capire come una eventuale restrizione sulle regole dell’acquisto e sul possesso legale di armi avrebbe potuto fare la differenza nel caso in questione: a fare irruzione nel centro commerciale, uccidendo due persone e ferendone cinque, è stato infatti un 14enne, che anche secondo le leggi thailandesi (definite unanimemente permissive, specialmente per un Paese asiatico), non avrebbe potuto acquistare legalmente un’arma. E infatti l’arma non solo non era di provenienza legale, ma addirittura era una scacciacani modificata per sparare munizioni vere.

È in effetti da sottolineare che, appunto, a fronte di regole ritenute “di manica larga” sull’acquisto legale di armi in Thailandia, secondo uno studio del 2021 operato da gunpolicy.org, a fronte di una stima di 7,2 milioni di armi circolanti nel Paese, ben 1,2 milioni sarebbero illegali.

Già lo scorso marzo il governo uscente aveva approvato un disegno di legge con restrizioni sull’acquisto e sul possesso di armi, che contemplava anche una sanatoria per la consegna senza domande delle armi illegalmente detenute, nel termine di 180 giorni. Pochi giorni dopo però il Parlamento fu sciolto per indire nuove elezioni e, quindi, il provvedimento finì in nulla. Il nuovo governo guidato dal primo ministro Srettha Thavisin sta tuttavia valutando una iniziativa analoga, con un periodo finestra di soli 30 giorni per la consegna delle armi illegali.