Questione di feeling

La Stoeger Str-9L calibro 9x21 è una interessante polimerica striker con un prezzo veramente “d’attacco”.

È la polimerica striker “primo prezzo” del gruppo Beretta e sbarca in Italia proprio in questi giorni. Meccanica di ispirazione Glock, ma impugnatura con design originale capace di determinare un immediato feeling con il tiratore

Ciò che induce a guardare con particolare interesse a questa Stoeger è che a fronte di un prezzo veramente “d’attacco”, per quanto riguarda progettazione, produzione e distribuzione alle spalle c’è uno dei più grandi gruppi armieri del mondo, cioè la Beretta holding. Stoeger infatti è un marchio che ormai da anni fa parte del gruppo Beretta e caratterizza i prodotti dal più favorevole rapporto qualità/prezzo. Per quanto riguarda lo specifico segmento delle semiautomatiche, è il caso di ricordare che Stoeger ha già prodotto la Cougar 8000L, questa quindi è la sua seconda pistola a catalogo (la prima polimerica). Ma come è possibile l’arcano mistero di un così ridotto prezzo di vendita, considerando tra l’altro una dotazione di serie veramente completa, che prevede pistola con tre dorsalini, caricatore di ricambio, carichino, valigetta rigida con interno in schiuma, lucchetto di sicurezza, flaconcino d’olio e manuale d’uso? Semplicemente grazie al fatto che la produzione avviene in Turchia, Paese nel quale ovviamente la manodopera ha un altro costo rispetto ai Paesi cosiddetti occidentali. Materiali, processi produttivi e finiture sono, invece, del tutto paragonabili alle altre semiauto del medesimo segmento, e realizzati all’insegna della massima qualità esecutiva.

Lo schema meccanico riprende pedissequamente l’archetipo Glock: chiusura geometrica a canna oscillante sistema Browning modificato, con vincolo meccanico tra canna e carrello determinato dal contrasto tra il bordo squadrato anteriore della camera e lo spigolo altrettanto squadrato anteriore della camera di scoppio. Anche il fusto evidenzia le soluzioni tecniche tipiche Glock, dal doppio nottolino scorrevole verso il basso per lo smontaggio ordinario, alle due guide di scorrimento per il carrello annegate nel polimero, al blocchetto metallico per l’abbassamento della canna al gruppo di scatto. Quest’ultimo ripropone le soluzioni adottate fino alla generazione 4 di Glock, quindi con la molla di ritorno del dente di scatto che agisce per trazione anziché (come sulla Gen 5) per compressione. Si tratta di soluzioni tecniche che non avranno indubbiamente il pregio dell’originalità, ma tra l’altro chissenefrega, in compenso (ed è un fattore molto più importante) hanno il pregio di essere perfettamente collaudate e di essersi dimostrate affidabili e vincenti nel tempo.

Anche il carrello presenta una parentela con quello della Glock, in particolar modo riguardo alla struttura del percussore lanciato. La punta di quest’ultimo è però perfettamente a sezione circolare, quindi né rettangolare (gen 4) né “a goccia” (gen 5), così come altrettanto accade al foro di egresso sulla faccia dell’otturatore. L’estrattore, invece di essere fissato mediante un incastro, è più prettamente a bilanciere e fissato mediante una spina. Nella parte esterna risulta piuttosto sottile, ma in corrispondenza dell’unghia vera e propria presenta una abbondante propaggine che si prolunga verso il basso, determinando una ampia superficie di contatto con il rim del bossolo, a garanzia di affidabilità. È singolare che si sia scelto di non attribuire all’estrattore il compito di fungere anche da indicatore di colpo in canna, come ormai fanno molte aziende, bensì di ricorrere a un indicatore distinto, costituito da un piolo caricato a molla sulla sommità della faccia dell’otturatore. Il quale è, inutile dirlo, perfettamente funzionale, costituisce un gradito “preziosismo” il quale conferma che l’arma è economica, ma non “tirata via”.

L’arma sembra essere particolarmente curata, sotto il profilo progettuale, per quanto riguarda l’ergonomia e l’istintività d’uso. In particolare ci sembra molto azzeccata l’impugnatura, sia per quanto riguarda l’inclinazione, sia per quanto riguarda la sagomatura dei lati. Validissimo il grip dei pannelli a buccia d’arancia sugli incavi per le dita anteriori e sui lati, ma anche la zigrinatura tradizionale sul backstrap. Sono previsti dorsalini intercambiabili (3 in dotazione, small medium e large), per la rimozione occorre sfilare verso il basso una clip polimerica posta all’interno del bocchettone del caricatore. Più che tirarla con le dita, visto che oppone una decisa resistenza, conviene smontare l’arma e poi spingerla dal lato superiore, inserendo nel bocchettone una penna, così si riesce a esercitare la giusta spinta senza lasciare alcun segno.

Sempre parlando di ergonomia, sono decisamente funzionali (ma anche belle da vedere) le fresature di presa sul carrello, presenti sia all’estremità posteriore sia all’estremità anteriore. Sono ampie, profonde, spaziate e inclinate, consentono di fare presa con decisione ma nello stesso tempo non risultano taglienti né abrasive. Veramente notevoli.

I comandi sono rappresentati dal pulsante di sgancio del caricatore, reversibile sul lato opposto a beneficio dei mancini e dalla leva dell’hold open sul solo lato sinistro. Le sicure sono due, automatiche, la prima sul grilletto, con la classica leva a bilanciere che impedisce movimenti alla leva di sparo in assenza di una pressione volontaria, e automatica al percussore.

Gli organi di mira sono molto razionali, ben sviluppati in altezza e squadrati. Sia la tacca, sia il mirino sono innestati a coda di rondine, il mirino presenta un dot bianco al quale fanno riscontro due dot sui lati del traguardo posteriore. La tacca è anteriormente squadrata, consentendo l’armamento d’emergenza a una sola mano appoggiandola sul bordo di un tavolo o sul bordo superiore della cintura. Negli Stati Uniti sono attualmente commercializzate due ulteriori versioni, una dotata di mire con riferimenti al trizio e l’altra con fresatura per il montaggio di micro dot (optic ready).

Lo scatto è, come già anticipato, in semi-Doppia azione: è caratterizzato da una breve precorsa alla quale segue un secondo tempo con sforzo pressoché costante di 3.000 grammi, lo sgancio è netto e praticamente privo di collasso di retroscatto. Nel complesso non è leggerissimo, ma è uno scatto molto valido.

Per la prova a fuoco abbiamo selezionato alcuni caricamenti commerciali con palla blindata classica di 124 grani, cioè Magtech, Sellier & Bellot, Geco e Fiocchi, più le ramate di pari peso della Fiocchi (linea Top target), alle quali abbiamo aggiunto una ricarica assemblata sempre con palla ogivale ramata di 124 grani spinta da 5 grani di Winchester 231.

L’arma è definita full size secondo l’accezione attualmente dominante, che prevede una lunghezza di canna sui dintorni dei 4 pollici. In questo caso sono, più precisamente, 4,17 pollici, corrispondenti a 106 millimetri, per una lunghezza totale di 190 millimetri. L’impugnatura è veramente azzeccata, calza come un guanto e consente da subito un assetto molto naturale e istintivo sul bersaglio. Le mire sono risultate perfettamente collimate, quindi mirando al centro del bersaglio si colpisce la mouche. Il caricatore è bifilare a presentazione alternata, completamente metallico (nel senso che non ha un esoscheletro polimerico come i Glock, ovviamente fondello ed elevatore sono in polimero eccome), il riempimento risulta agevole con un indurimento sensibile sugli ultimi due colpi, ma niente di eccezionale. La capacità è di 15 colpi e a pieno carico non risulta difficile inserirlo e agganciarlo anche con il carrello in chiusura. Le reazioni allo sparo sono dolci e pastose, la nostra percezione è che il rilevamento, in particolare, sia meno accentuato rispetto alla media delle concorrenti ma sicuramente si tratta di un fattore soggettivo. Sta di fatto che già appena estratta dalla scatola, a 15 metri si colpisce efficacemente il centro del bersaglio senza strappi o deviazioni strane, a riprova del fatto che impugnatura e scatto sono molto istintivi e corretti. Funzionamento impeccabile, estrazione piuttosto vigorosa e abbastanza orientata in verticale, abbiamo anche provato a inserire manualmente in un paio di occasioni la cartuccia nella camera facendo poi scattare in chiusura il carrello, riscontrando il corretto aggancio da parte dell’estrattore. La manutenzione è veramente semplice e istintiva, complice anche il fatto (come è ormai quasi la regola) che la molla di recupero, a spirali piatte, è prigioniera del guidamolla in acciaio. La molla è singola, quindi non c’è un guidamolla telescopico, su una full size d’altro canto non ci sembra un elemento così indispensabile (molto di più lo è con una compatta o subcompact).

Interessante notare che con tutte le tipologie di munizionamento il rendimento a fuoco è stato omogeneo e di livello abbastanza alto, solo le Sellier & Bellot sono risultate leggermente più distanziate.

La prova completa su Armi e Tiro di ottobre 2020

Produttore: Stoeger silah sanayi as, Istanbul, stoegerindustries.com

Distributore: Beretta spa, via Pietro Beretta 18, 25063 Gardone Val Trompia (Bs), tel. 030.83.411, beretta.com

Modello: Str-9L

Calibro: 9×21

Funzionamento: semiautomatico, corto rinculo di canna, sistema Browning modificato

Alimentazione: caricatore bifilare a presentazione singola

Numero colpi: 15

Canna: lunga 4,17 pollici (106 mm)

Lunghezza totale: 190 mm

Scatto: semi-Doppia azione, peso di sgancio circa 3.000 g

Percussione: percussore lanciato

Sicure: automatica al grilletto, automatica al percussore, indicatore di colpo in canna

Mire: mirino a lama innestato a coda di rondine, tacca di mira innestata a coda di rondine, riferimenti bianchi 3-dot system; slitta Picatinny per l’installazione di dispositivi ausiliari di puntamento

Materiali: acciaio al carbonio, fusto in polimero

Finiture: nitrurazione nera opaca

Qualifica: arma comune

Peso: 680 grammi

Dotazione di serie: tre dorsalini, 2 caricatori, carichino, valigetta rigida, lucchetto, flacone d’olio

Prezzo: 429 euro, Iva inclusa