Rinoceronti nucleari

Isotopi stabili (innocui per gli animali) inseriti nel corno di due rinoceronti, per contrastare il bracconaggio rendendoli tracciabili nel loro viaggio illegale verso l’estremo oriente. Questo il nuovo progetto messo in campo in Sudafrica, ma la vera soluzione potrebbe essere più semplice

A maggio 2021 è iniziato un nuovo progetto in Sudafrica, dove sono state introdotte tracce di isotopi stabili, naturalmente innocui, nei corni di due rinoceronti che vivono in parchi controllati. Se il progetto avrà riscontri positivi, verrà ampliato a tutti i rinoceronti sia sulle public land sia nelle tenute private, in Sudafrica e, auspicabilmente, anche nel resto del continente. La radioattività degli isotopi, infatti, servirebbe a contrastare il bracconaggio dilagante nei confronti di questi animali, per il ben noto traffico illegale dei loro corni, panacea miracolosa contro ogni male secondo la medicina tradizionale cinese. Ricercatori dell’università di Witwatersrand hanno avviato questo progetto per cercare di evitare il bracconaggio, poiché i corni di animali cacciati illegalmente sarebbero più facilmente rintracciabili nel loro viaggio nel mondo. Il programma si chiama Rhisope Project e vede la collaborazione della Colorado state university e del governo sudafricano. I corni di rinoceronti, spesso erroneamente definiti avorio, sono in realtà composti da semplice cheratina, la stessa sostanza che forma le unghie e i capelli. Avorio è un termine riconducibile solamente alle zanne degli elefanti e a nessun altro prodotto animale di nessun’altra specie. Soltanto nel 2020, tuttavia, ben 394 rinoceronti africani sono stati uccisi dai bracconieri. In Sudafrica, in particolare, si trova il 90% circa della popolazione di mondiale di rinoceronti, principalmente “allevati” per scopi venatori, benché oggi il loro prelievo legale sia ridotto a pochissimi esemplari ogni anno.

Premettendo che il bracconaggio dispone di mezzi sempre più moderni ed efficienti, non altrettanto lo sono quelli messi in campo dai vari Stati per le azioni di contrasto a questo fenomeno. A parte le connivenze e le complicità di alcuni membri importanti dei governi, le risorse di denaro sono estremamente limitate, anche perché le necessità delle popolazioni locali sono molto più pressanti rispetto alla salvaguardia dei rinoceronti. Il Sudafrica, fino ai precedenti governi che hanno poi sancito un notevole cambiamento gestionale, vantava una grande efficienza nel contrastare il bracconaggio, ma attualmente anche in questo Paese si stanno perdendo moltissimi animali proprio per la mancanza di risorse e per la continua evoluzione del bracconaggio. Trattandosi, tuttavia, di animali allevati, perché non si instaurano veri e propri allevamenti allo stato semi-brado per ricavarne corni da esportare legalmente? Il bracconaggio crollerebbe, perché i prezzi non sarebbero più gli stessi e non varrebbe più la pena spendere tanto per i mezzi sempre più moderni per catturare, trafugare, trasportare e vendere sui mercati asiatici i corni.