Remington 700 Sps Hb Varmint calibro .308 Winchester

La carabina modello 700 è, da 45 anni, uno dei cavalli di battaglia di Remington. Il segreto di un successo duraturo, però, non risiede nella staticità ma nella continua evoluzione. Questo la Remington lo ha capito molto bene, pertanto nel corso degli anni ha continuato ad aggiornare il progetto di base, mantenendolo al passo con i tempi sia dal punto di vista tecnologico sia estetico. Tra gli ultimi modelli giunti nel nos…

La carabina modello 700 è, da 45 anni, uno dei cavalli di battaglia di Remington. Il segreto di un successo duraturo, però, non risiede nella staticità ma nella continua evoluzione. Questo la Remington lo ha capito molto bene, pertanto nel corso degli anni ha continuato ad aggiornare il progetto di base, mantenendolo al passo con i tempi sia dal punto di vista tecnologico sia estetico. Tra gli ultimi modelli giunti nel nostro Paese figura l’Sps (Special purpose syntetic) Varmint Hb: il nome indica una destinazione d’uso venatoria per la caccia ai nocivi, molto praticata negli Usa, il look però lascia intuire anche un possibile utilizzo per il law enforcement. L’azione Remington 700 è sempre stata il punto di forza dell’azienda tant’è vero che, nonostante abbia quasi mezzo secolo di vita, è una delle più utilizzate dai preparatori di armi in quanto l’assialità tra i vari componenti è su ottimi livelli e la lavorazione è ancora di tipo tradizionale. L’azione è, infatti, ricavata da un blocco di acciaio lavorato per asportazione di truciolo, un procedimento indubbiamente superiore alla microfusione in quanto garantisce un miglior allineamento dei vari componenti. Con la microfusione, infatti, il metallo in fase di raffreddamento, oltre a diminuire di volume (fattore di cui si tiene conto, ovviamente), è soggetto a tensioni che a volte possono portare a un disallineamento dei vari piani. L’azione della Sps è di tipo corto, visti i calibri a disposizione (.204 Ruger, .22-250, .223 Remington, .243 Winchester e .308 Winchester, cui si aggiunge il nuovo .17 Remington fireball non disponibile in Italia), a garanzia della massima rigidità e, quindi, precisione. Nella parte superiore dell’azione sono praticati quattro fori filettati (due sul ponte posteriore e altrettanti sopra le sedi di chiusura dell’otturatore), normalmente coperti da altrettanti grani, che servono come punti di ancoraggio per il montaggio di un’ottica (mancano, infatti, del tutto le mire metalliche). Nella parte inferiore, invece, è presente l’apertura di alimentazione: il serbatoio è del tipo fisso, bifilare a presentazione alternata, della capacità di 4 colpi per .308, .243 e .22-250 e di 5 colpi per .204 Ruger e .223 Remington. Il fondello del serbatoio è incernierato all’arma nella parte anteriore e nella parte posteriore è trattenuto in chiusura da una leva a bilanciere. Premendo il pulsante nella parte interna del ponticello si fa ruotare il bilanciere, sganciando il fondello del serbatoio per consentire lo svuotamento rapido delle cartucce. L’elevatore, spinto da una molla a lamina, ha un profilo abbastanza piano, che non ostacola l’alimentazione diretta della cartuccia in canna. È sufficiente lasciar cadere una cartuccia sopra l’elevatore e successivamente spingerla in camera di scoppio con l’ otturatore, senza bisogno di farla agganciare a uno dei labbri del serbatoio. Questi ultimi sono ottimamente sagomati e presentano la cartuccia correttamente in asse con la camera di scoppio, scongiurando impuntamenti e deformazioni dell’ ogiva in piombo esposto delle palle soft point. Sempre all’interno del ponticello, davanti al grilletto, si trova un pulsante rettangolare che consente lo svincolo dell’otturatore per la pulizia. L’ultimo comando presente sull’arma è la leva della sicura manuale, posta subito dietro la manetta di armamento. Quando la leva è in posizione avanzata l’arma è pronta al fuoco mentre se viene arretrata l’intera catena di scatto viene messa in sicurezza. L’ otturatore, che scorre all’interno dell’azione con eccellente fluidità, è caratterizzato dalla faccia incassata per accogliere completamente il fondello della cartuccia. L’estrattore ha forma peculiare, essendo costituito da una lamina elastica posta sul bordo interno della faccia dell’otturatore e fissato per mezzo di un piolo. L’espulsore, sul lato opposto, è del tipo a puntone caricato a molla ed è trattenuto in sede da una piccola spina che scorre all’ interno del tenone sinistro. Il percussore lanciato è dotato di una molla di elevata potenza, che contiene il tempo di percussione entro i 3 millisecondi. La canna è ottenuta da una barra di acciaio al carbonio lavorata per rotomartellatura a freddo. È lunga 660 mm e la rigatura ha sei principi ad andamento destrorso con un passo di 1:12” (305 mm). Le dimensioni della canna sono notevoli, la volata ha un diametro di 20,83 mm con il vivo incassato con una angolazione di 22 gradi, come si impone nelle armi da tiro di ultima generazione. Tra canna e azione è interposta la piastrina del recoil lug, che va a inserirsi in una apposita sede ricavata nel calcio. Il recoil lug svolge la funzione di distribuire il rinculo su un’ampia zona della calciatura, evitando torsioni delle viti di unione dell’azione al calcio e scongiurando l’ insorgere di giochi deleteri per la precisione. Una caratteristica dei fucili Remington risiede nell’assenza di qualsiasi tipo di bedding, d’altronde è risaputo è meglio non avere il bedding che avere un bedding fatto male. Anche la canna non è completamente flottante, visto che anteriormente appoggia su due alette disposte sui lati del puntale dell’astina. Le due alette servono a smorzare le vibrazioni della canna, scuola di pensiero contrapposta rispetto a quella di chi considera l’assenza di punti di contatto tra canna e astina l’ unica via per ottenere la massima precisione. Le alette hanno anche lo scopo di tenere la canna staccata dal calcio, in modo da consentire comunque il passaggio dell’aria e di conseguenza favorire un raffreddamento più rapido. Il calcio consiste in una semplicissima fusione in polimeri rinforzati di fibra di vetro. È costruito, però, con tolleranze molto ridotte ed è vincolato all’ azione per mezzo di due viti di ritegno, che non devono essere comunque serrate all’esasperazione per non deformare il calcio e compromettere l’equilibrio creato dalla Remington tra canna, azione e calciatura. La linea della calciatura è molto aggressiva: di colore grigio scuro, nella parte anteriore dell’astina è maggiorata e piatta per favorire il tiro in appoggio. Tre grosse aperture laterali favoriscono la ventilazione della canna, mentre nei punti di presa sono presenti inserti antiscivolo di generose dimensioni, destinati a migliorare la presa e al contempo dare un po’ di movimento estetico a una calciatura che per certi versi può risultare pesante alla vista. La pala è molto dritta, per favorire la collimazione con l’ottica, ed è completata da un calciolo in gomma ad assorbimento progressivo del rinculo. Nella parte inferiore sono presenti gli anelli di aggancio per le magliette della cinghia: nella parte anteriore gli anelli sono due, uno per la cinghia e l’altro per un eventuale bipiede. Una delle principali novità di questo fucile risiede nel pacchetto di scatto, totalmente rinnovato. Gli scatti Remington di serie sono generalmente caratterizzati da un peso elevatissimo di sgancio, badando più alla sicurezza che alle prestazioni. Tanto è vero che produttori di componenti aftermarket come Jewell, Timney e altri, hanno in evidenza nei loro cataloghi scatti regolabili per le carabine Remington 700. La Remington, dal canto suo, sapeva benissimo che lo scatto era un punto a sfavore dell’arma, specialmente se messo a confronto con quelli delle carabine Sako, Tikka e Savage della stessa categoria. Pertanto, da alcuni anni aveva iniziato a studiare una serie di soluzioni al fine di migliorarlo. Puntualmente, però, modificando i piani di scatto si rischiava la partenza di colpi accidentali: il problema era legato principalmente a un progetto vecchio, con quasi mezzo secolo sulle spalle, e disegnato male in partenza in quanto vincolato da spine e vitine microscopiche. Considerato che non si poteva apportare modifiche sostanziali e definitive al vecchio pacchetto di scatto, la Remington ha deciso di disegnarlo ex novo, mantenendolo però dimensionalmente identico al precedente in modo da assicurare l’intercambiabilità di calci e azioni. Il nuovo scatto è stato battezzato X-Mark pro. Tutte le parti sono finite con un trattamento al nichel e teflon che, oltre a scongiurare la formazione di ruggine, rende il contatto tra le varie leve più fluido. L’organizzazione meccanica del nuovo pacchetto di scatto, inoltre, prevede che la sicura vada a intervenire sia sul dente di scatto sia sul movimento del grilletto e non su un punto solo come nei modelli precedenti. Con il nuovo pacchetto si scatto si è riusciti a ridurre il peso del 40 per cento rispetto ai vecchi modelli, arrivando a circa 1.500 grammi. Il peso di sgancio può essere ulteriormente alleggerito da un preparatore autorizzato Remington o dalla stessa azienda. Il pacchetto di scatto, essendo dimensionalmente identico al precedente, può essere montato anche sui vecchi modelli come retrofit. Come prima ricarica abbiamo optato per la classica palla Sierra di 168 grani propulsa da 43 grani di N140 innescata da un innesco Cci large rifle. Con questa combinazione abbiamo ottenuto una rosata di 15 mm (da centro a centro) a cento metri, risultato tutto sommato soddisfacente. Come seconda ricarica abbiamo impiegato componenti e carica di lancio analoghi alla cartuccia precedente ma abbiamo montato una palla Alpinbullets di 168 grani a base piana con blindatura J4. Con questa cartuccia abbiamo ottenuto una rosata di soli 7 mm, ovvero un unico foro allargato, la metà rispetto alla precedente. Per rimanere in tema abbiamo provato anche le palle Nosler J4 match di 168 grani con la stessa carica di lancio. Con questa terza ricarica abbiamo ottenuto una rosata di 20 mm, da una palla J4 forse ci saremmo aspettati qualcosa di più. Come quarta ricarica abbiamo impiegato 45 grani di N140 e all’ apice abbiamo montato una palla Alpinbullets a base piana di 150 grani, con la quale abbiamo ottenuto una rosata di soli 10 mm. Per non rovinare la blindatura del proiettile e favorire l’inserimento nel colletto, abbiamo leggermente svasato il bossolo utilizzando l’Universal expanding die della Lee. Infine, sempre con 45 grani di N140, abbiamo spinto una palla Lapua Scenar di 155 grani con la quale abbiamo ottenuto una rosata di 17 mm, peggiore rispetto al precedente ma comunque inferiore al minuto d’angolo. Non poteva mancare il riscontro con una cartuccia commerciale: abbiamo utilizzato le Winchester Power point con palla di 150 grs. Indubbiamente più indicate per la caccia che per il tiro e i risultati sono stati di conseguenza, in quanto la rosata ha superato abbondantemente il moa raggiungendo i 39 mm. Terminata la prova a 100 metri abbiamo spostato i bersagli a 300 metri, utilizzando le ricariche più performanti. Dopo aver dato 22 click in elevazione all’ottica Leupold Xv II 6-18×40 utilizzata per la prova, abbiamo iniziato la serie con le ricariche con palla Sierra di 168 grs, con le quali abbiamo ottenuto una rosata di 38 mm. Soddisfatti del risultato e speranzosi di migliorarlo siamo passati alle Alpinbullets di pari peso, con le quali abbiamo ottenuto una rosata di 26 mm per colpa di un colpo strappato. I primi quattro colpi, però, sono raggruppati in soli 18 mm. Infine abbiamo messo in canna le Nosler Match 168 grs, senza però ottenere risultati eclatanti (il raggruppamento misura 71 mm). A questo punto siamo passati alle palle di peso più leggero: con le Alpinbullets 150 grs abbiamo ottenuto una rosata di 27 mm mentre con le Lapua Scenar siamo saliti a 60 mm. La precisione dimostrata dall’arma è sicuramente notevole, soprattutto considerando la fascia di prezzo, ma parte del merito va anche al cannocchiale Leupold montato per la prova di tiro e al suo reticolo Target dot. Consiste in un reticolo tipo cross hair estremamente fine, quasi invisibile, con un dot di dimensioni minuscole all’incrocio dei due filamenti che copre perfettamente il punto centrale del bersagli Hunter a sei barilotti a 300 metri. Pertanto, con un po’ di pazienza e con un buon rest anteriore e posteriore è pressoché impossibile strappare. Lo scatto risulta notevolmente migliorato rispetto ai precedenti modelli, il funzionamento dell’otturatore è estremamente fluido e l’ espulsione è netta e precisa.

L’articolo completo, con molte più foto, lo trovate su Armi e Tiro di aprile 2007.

 

SCHEDA TECNICA

Produttore: Remington arms company, Inc., 870 Remington Drive, Po box 700, Madison, NC 27025-0700 Usa, tel. 00.18.00.24.39.700 fax 00.13.36.54.87.801, www.remington.com

Importatore: Paganini sas, corso Regina Margherita 19 bis, 10124 Torino, tel 01.18.17.78.60, fax 01.18.35.418, www.paganini.it, mail@paganini.it

Modello: 700 Sps Varmint Hb

Destinazione d’uso: tiro a segno e impieghi di polizia

Tipo: fucile a ripetizione manuale

Calibro: .308 Winchester

Funzionamento: chiusura a catenaccio con due alette frontali

Canna: lunga 660 mm con sei righe ad andamento destrorso con un passo di di 1:12” (305 mm)

Percussione: percussore lanciato

Alimentazione: serbatoio fisso bifilare

Numero colpi: 4

Estrazione: estrattore a unghia posto sul lato destro nel bordo interno della faccia recessa dell’otturatore

Espulsione: espulsore a piolo caricato a molla posizionato all’interno della faccia dell’otturatore

Mire: predisposizione per il montaggio di un’ottica senza bisogno dell’ intervento dell’armaiolo

Scatto: 1.500 grammi in due tempi

Sicurezze: manuale a leva sul lato destro del castello

Peso: 3.950 grammi

Lunghezza totale: 1.180 mm

Materiali: parti meccaniche in acciaio, calciatura in polimeri

Finitura: fosfatazione nera opaca

Numero del catalogo nazionale: 8.951 (arma da caccia)

Prezzo: 896 euro, Iva inclusa