Remington 700 bdl custom de luxe calibro 7 mm Ultra magnum

Vai alla galleria delle fotoLa carabina Remington 700 è, in ambito venatorio, uno dei più grandi classici del dopoguerra. Pur senza utilizzare soluzioni meccaniche particolarmente innovative, né tantomeno aver subito aggiornamenti radicali nel corso degli anni, ha saputo mantenere inalterate le sue qualità. L’esemplare oggetto della nostra prova è la variante Bdl Custom De luxe, che si differenzia dal modello base per l’accuratizzazione della parte… [

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] La carabina Remington 700 è, in ambito venatorio, uno dei più grandi classici del dopoguerra. Pur senza utilizzare soluzioni meccaniche particolarmente innovative, né tantomeno aver subito aggiornamenti radicali nel corso degli anni, ha saputo mantenere inalterate le sue qualità. L’esemplare oggetto della nostra prova è la variante Bdl Custom De luxe, che si differenzia dal modello base per l’accuratizzazione della parte meccanica e le finiture della calciatura di livello superiore. Ciò nonostante non si può certamente pensare di avere in mano un prodotto artigianale, bensì un ottimo prodotto di serie con una messa a punto particolarmente accurata. Quello che più attira l’attenzione, però, è in questo caso la cameratura: la 7 mm Ultra magnum, infatti, è una delle più moderne e potenti munizioni per la caccia a lunga distanza e, per il nostro mercato, è un’incognita ancora tutta da scoprire. La cartuccia finita, che misura oltre 91 mm di lunghezza, non può essere accolta se non dall’azione più lunga tra quelle previste per la carabina statunitense: siamo, infatti, molto vicini alle dimensioni complessive di calibri come il .378 Weatherby magnum o il .416 Rigby. Questa “chilometrica” carcassa è, comunque, molto rigida e solida, tanto da dissimulare, a una prima occhiata, le sue reali dimensioni. Se non fosse, infatti, per l’evidente estensione in lunghezza della finestra di espulsione o per l’otturatore che, una volta arretrato, supera con la coda tutta l’impugnatura, si potrebbe confondere l’arma con una “banale” creatura in .308 Winchester. L’otturatore, dall’esile coda, ha il corpo cilindrico con una accattivante finitura a bastoncino, che si arresta a pochi millimetri dai due tenoni frontali di chiusura. Questi ultimi riprendono concettualmente l’immortale chiusura tipo Mauser e, nonostante il proliferare di chiusure a tre tenoni, si fanno ancora apprezzare per la semplicità e razionalità costruttiva. La chiusura è risultata, comunque, perfettamente in grado di digerire con noncuranza le sollecitazioni degli oltre 500 kgm in gioco: il surriscaldamento, notevole ma non preoccupante, interessa in modo assai marginale l’azione, l’estrazione e il reinserimento in camera dei bossoli spenti sono estremamente agevoli e la precisione comincia a decadere leggermente solo dopo cinque o sei colpi sparati in rapida successione. Ben differente è, invece, il discorso delle ripercussioni sulla spalla dell’utilizzatore… La canna, lunga 660 mm, è piuttosto esile, come si conviene per un fucile da caccia, e termina con una volata (protetta da una corona circolare leggermente incassata) che misura soltanto 15 mm di diametro. La superficie, lavorata con estrema cura, è brunita nera e non presenta la benché minima imperfezione. Oltre agli immancabili fori filettati per l’installazione dell’ottica, sono presenti anche spartani, ma funzionali organi di mira metallici. Il mirino è a lama, innestato a coda di rondine su una corta ma solida rampa e protetto da un tunnel metallico asportabile con facilità. È possibile registrarne la posizione in derivazione, con punzone e martello. Il riferimento anteriore si lascia inquadrare abbastanza bene attraverso la finestra della tacca, anche se il diametro ridotto del tunnel può causare qualche problema in condizioni di luce crepuscolare. La tacca di mira, ben fatta e ottimamente proporzionata, è regolabile in altezza e derivazione (con fermo a vite) e può scorrere su una lunga rampa inclinata che reca incise alcune linee di riferimento. Comunque, gli organi meccanici hanno, a nostro avviso, un senso per camerature come il .243 Winchester, il 7-08 Remington o il .30-06 Springfield, molto meno per i calibri Ultra magnum. Per quanto ben fatti, tacca e mirino sono praticamente inutili per i tiri sulle lunghissime distanze (specialità del calibro), ma non si deve scordare che è meglio avere un accessorio superfluo piuttosto che soffrirne la mancanza in caso di necessità. La carabina è dotata di due distinti dispositivi di sicurezza. Il primo, tradizionale, è costituito da una levetta a due posizioni sul fusto, sulla destra della codetta dell’otturatore. Il blocco agisce sulla catena di scatto, ma lascia la possibilità di aprire l’otturatore e, quindi, di scaricare l’arma. La seconda sicura è denominata Iss (Integrated security system, dispositivo di sicurezza integrato) e corrisponde a una minuscola serratura installata di serie su tutti i bolt-action Remington, sul lato sinistro della codetta dell’otturatore. Una volta inserito il fermo, utilizzando una delle due chiavi in dotazione (hanno l’aspetto di due piccoli cacciavite con la lama a sezione di “J”), si blocca in modo assoluto lo scatto, impedendo lo sparo anche in caso di urti accidentali. Il serbatoio è fisso, con sportello inferiore ribaltabile per lo svuotamento rapido. Nel caso del 7 mm Ultra magnum, la capacità e di tre cartucce. Il pulsante per l’apertura si trova nella parte anteriore della guardia del grilletto. Per il pacchetto di scatto, avremmo certamente desiderato di più. Il nostro consiglio è quello di dotarsi immediatamente di un congegno aftermarket con peso e lunghezza dello sgancio e posizione del grilletto regolabili e sostituirlo a quello di serie che, sebbene regolabile, richiede comunque interventi che non giustificano il risparmio dell’acquisto di un accessorio sostitutivo. È un vero peccato perché il grilletto è ben fatto, protetto quel tanto che basta dalla guardia (non troppo larga, né troppo stretta), ma la posizione non è il massimo in fatto di comodità e il peso di sgancio è decisamente eccessivo per un fucile come questo, che ha grandissime possibilità nel tiro di precisione, anche a grandi distanze. Il calcio è ricavato da un massello di noce di ottima qualità, finito con una spessa mano di vernice protettiva. Vanta due riporti in legno scuro che ne ravvivano l’aspetto, uno sotto la coccia, l’altro al termine dell’astina. Le zigrinature, per quanto siano realizzate a macchina, sono ben fatte e offrono una buona presa in corrispondenza dell’impugnatura e dell’astina. Il profilo della pala è perfetto per raggiungere con naturalezza l’ottica e per mantenere comodamente il puntamento nel tiro in appoggio. Il pratico appoggiaguancia, anche se ha il tratto superiore rettilineo, conta su un rilievo consistente e su un’inclinazione adeguata alle necessità. Il calciolo in gomma scura, che dovrebbe attutire un po’ le bordate del fucile, essendo massiccio (cioè non ventilato) non è il massimo del comfort. Il fatto che sia privo della concavità atta ad accogliere la spalla non consente, inoltre, di riconoscere un punto di riferimento da memorizzare per trovare la corretta posizione. L’importanza di un buon appoggio è, tra l’altro, proporzionale all’energia di rinculo, che diventa più sopportabile se aumenta la superficie del calciolo sulla quale si appoggia la spalla. Un altro piccolo neo, questa volta soltanto estetico (e soggettivo), consiste nella presenza su entrambi i lati del calcio di due tassellini circolari in legno scuro che chiudono l’alloggiamento dei due vitoni trasversali di irrigidimento. Per quanto realizzati con cura, questi quattro cerchietti sono esteticamente meno belli delle teste delle viti a vista, soprattutto se incise. Per portare a termine la prova pratica ci siamo dotati di munizioni commerciali Remington con palle Nosler Partition di 160 grani, che sono anche servite quale punto di riferimento nei dosaggi delle ricariche che, come sempre accade in occasione del test di un calibro nuovo, non possono essere ricavati da un’ampia e comprovata documentazione. Per dovere di cronaca segnaliamo che, oltre a quello da noi provato, esistono soltanto altri due caricamenti commerciali, entrambi con proiettili di 140 grs, il primo con palla Core-Lokt Psp e il secondo con palla Nosler Partition. Per le nostre ricariche, abbiamo deciso di valutare anche pesi superiori, utilizzando palle Boat tail match della Sierra di 150 e 168 grs. I risultati ottenuti con il munizionamento commerciale sono stati assai buoni dal punto di vista della precisione, ma assolutamente stupefacenti per quanto riguarda le prestazioni balistiche. In particolar modo siamo rimasti sconcertati dalla traiettoria, tesissima fino (e, probabilmente, oltre) ai 300 metri. Infatti, non resistendo alla curiosità, abbiamo tarato rapidamente il fucile a 100 metri per passare direttamente ai 300. La sorpresa è stata forte quando, senza toccare minimamente l’ottica, abbiamo trovato i colpi nel nero del bersaglio e non al di sotto del punto mirato, bensì un centinaio di millimetri più in alto. L’inclinazione dell’asse del cannocchiale rispetto a quello della canna è stata sufficiente per recuperare totalmente l’esigua curva della traiettoria. Inoltre, secondo i calcoli effettuati, la velocità residua a 300 metri è compresa tra i 2.650 e i 2.700 ft/sec (808-823 m/sec), per un “controvalore” in energia di 2.600-2.700 ft.lbs (345-360 kgm). Per quanto riguarda la precisione, le cartucce ricaricate hanno migliorato le già dignitose commerciali: in particolar modo, si è rivelata molto gratificante la ricarica indicata al punto 17 della tabella balistica (80 grs di Norma Mrp con palla Sierra Boat tail match di 168 grs) che, con tre colpi in 26 mm a 100 metri, 4 colpi in 59 mm a 200 e 4 colpi in 80 mm a 300, ha permesso di restare sempre sotto il moa, nonostante le indubbie difficoltà create dallo scatto poco indicato per tiri di precisione e dall’ottica (Leupold European-30 3-9×50) versatile, ma troppo poco potente per le distanze più elevate. Per quanto riguarda i dosaggi sperimentati, sconsigliamo i 67 grs di N160 con le palle di 150 grs e i 60 grs con quelle di 168 grs, a causa di accenni di ritardo nell’accensione della polvere. Anzi, in virtù delle velocità rilevate e dell’assoluta “buona forma” degli inneschi, possiamo tranquillamente ipotizzare un buon rendimento con dosaggi superiori di 3-4 grani a quello massimi da noi sperimentati. Più equilibrati si sono rivelati i dosaggi della polvere Norma Mrp che, nonostante sia leggermente più progressiva del propellente finlandese, non ha dato origine a vampe vistose alla bocca né all’accumulo di residui di polvere incombusta. Per questo motivo pensiamo che si possa tranquillamente prendere in esame l’uso della Vihtavuori N165 o della N170 (con i proiettili più pesanti), ottenendo un rendimento superiore e, probabilmente, un minore riscaldamento della canna. Un’arma ben fatta, relativamente poco costosa, camerata in un calibro preciso e potentissimo, che forse ha come unico “difetto” il limitato ambito venatorio del nostro Paese. Sono le nazioni dalle grandi distese, come gli Stati Uniti, quelle dove il 7 mm Ultra magnum può dare il massimo di sé. Alla gran parte di noi può rimanere l’orgoglio di avere una “belva” tra le mani e qualche segno di violenza sulla spalla. Il rinculo, infatti, pur avendo una decisa componente verticale (che porta al deciso rilevamento della volata), è violento e ben lontano dalla progressività dei grossi calibri africani che, tra l’altro, si usano un po’ meno in appoggio, condizione in cui la situazione peggiora ulteriormente. Il fucile, anche se un po’ leggero, si rivela molto stabile durante la collimazione, grazie all’inerzia della canna lunga. Il riscaldamento della canna comincia a influenzare la rosata dopo 4-5 colpi sparati in rapida successione, situazione pressoché impossibile a caccia. [

] La prova completa, con molte più foto e la tabella balistica, è stata pubblicata su Armi e Tiro di dicembre 2002 [

] Costruttore: Remington arms company Inc, 870 Remington drive, Madison, Nc 27025-0700, tel. 00.18.00.24.39.700, fax 00.19.10.54.87.814, www.remington.com Importatore: Paganini sas, corso Regina Margherita 19 bis, 10124 Torino, tel. 01.18.17.78.60, fax 01.18.35.418, www.paganini-to.it, info@paganini-to.it Modello: 700 Bdl Custom De Luxe Tipo: carabina a otturatore girevole-scorrevole Calibro: 7 mm Remington Ultra magnum Funzionamento: a ripetizione manuale con otturatore girevole-scorrevole Canna: lunghezza 660 mm (26″), rigatura a 4 princìpi con andamento destrorso, passo 1 giro in 9″1/4 (235 mm) Percussione: percussore lanciato Alimentazione: serbatoio fisso Numero colpi: tre Estrattore: a unghia, in testa all’otturatore Espulsore: portato, a puntone e molla Mire: tacca di mira con foglietta regolabile in alzo e derivazione, mirino registrabile in brandeggio più predisposizione per il montaggio delle basi di supporto per l’ottica Scatto: diretto, senza stecher Sicura: manuale a leva sul fusto, manuale a chiavistello sull’otturatore Calciatura: in legno di noce, calciolo in gomma Peso: 3.550 grammi (senza ottica) Lunghezza totale: 1.180 mm Materiali: acciaio al carbonio Finitura: meccanica brunita, otturatore con superficie finita a bastoncino Caratteristiche balistiche: 7 mm Remington Ultra magnum Remington commerciali con palla di 160 grs: V0=3.284 ft/sec, (1.001 m/sec), E0=3.993 ft.lbs (530 kgm) Numero del Catalogo nazionale: 12.995 (7mm Remington Ultra magnum) Prezzo al pubblico: 1.205 euro, Iva inclusa