Remington 40 Xb Ks, custom di serie

Senza soluzioni tecniche innovative, la carabina 40 XB ha saputo valorizzare l'esperienza maturata in anni di pratica sui campi di tiro e a caccia. Offre un ottimo compromesso tra precisione e maneggevolezza

Di Renzo Bertonati

Negli Stati Uniti, la maggior parte delle grandi aziende armiere ha una sezione dedicata alla progettazione di versioni custom, lavorate artigianalmente e in grado di competere con “colleghi” di più alto livello (vedi Jarret, Mc Millian e altri), ma rispetto a questi più economici. Nel caso della Remington, questa unità produttrice ha la sua anima nel Custom shop.
Gli uomini impiegati in questa sezione artigianale provengono dalle scuole di specializzazione per armaioli: solo i migliori possono accedere al Custom shop. Una volta assunto, il nuovo lavoratore verrà affiancato per 2 o 3 anni da un esperto con il compito di renderlo autonomo e produttivo al 100%.
Dal ‘reparto corse” della Remington escono sia splendidi fucili da caccia con legni mozzafiato e lavorazioni super accurate, sia armi da competizione le quali, pur non avendo il fascino di quelle classiche, rappresentano il massimo per tecnologia costruttiva e perfezione delle lavorazioni.

L’Xb 40 Ks da noi testato appartiene a questa schiera di armi. Pur essendo considerato una Formula 1 dell’arma lunga rigata, questo Xb è un’arma convenzionale: non presenta spunti costruttivi innovativi, ma, al contrario, basa la sua efficacia sull’ottimizzazione delle soluzioni tecniche da anni provate sui campi di tiro e su quelli, ancor più impegnativi, di caccia. La meccanica adottata è rigorosamente in acciaio inox e lavorata dal pieno col sistema del controllo numerico.
L’azione disponibile è solo quella corta poiché, aspetto non trascurabile, diminuendo la lunghezza, ma mantenendo i soliti spessori, si riesce a migliorare la resistenza alla flessione con indiscutibili vantaggi in fatto di precisione. Inoltre, l’esemplare da noi testato vantava l’azione chiusa, per un ulteriore incremento della rigidità totale. L’otturatore presenta i tradizionali ramponi in testa contrapposti a 180 gradi e la classica espulsione a perno. Il pacchetto di scatto è quello comune, ma con la modifica a tre leve che porta il peso di sgancio a soli 60 grammi. Unico neo di questa operazione è la rinuncia alla sicura, che richiede un’attenzione particolare nel maneggio dell’arma, una volta armata.
La carcassa si rivela di ottima fattura e di elevato livello lavorativo e l’accoppiamento con l’otturatore è perfetto.
Il calcio è il Ks dotato di struttura in Kevlar, ma privo di bedding rigido come in altri tipi di carabine della stessa azienda (vedi Sendero). La canna è inox a profilo scalare senza scanalature longitudinali ed è lunga 690 mm.
L’azione montata su quest’arma è, come già ricordato, la 700 Short rigorosamente in acciaio inox.

​Rispetto alle carabine di serie, l’azione scelta per i modelli Xb è virtualmente esente da imperfezioni e vanta controlli radiografici tali da scongiurare anche la più remota possibilità di esistenza di zone dalla non perfetta coesione molecolare (problema molto più comune di quanto si possa pensare). Sappiamo bene come la torsione meccanica della carcassa può influenzare la precisione di tiro. Per ovviare a questo problema è necessario renderla più rigida possibile, senza eliminare completamente la finestra d’espulsione. Le strade da intraprendere sono essenzialmente due: la prima prevede di mantenere l’azione lunga, ma, contemporaneamente, irrigidendola, lavorando sulla finestra per diminuire lo spazio d’espulsione (tipo Trg-21); la seconda, invece, prevede l’adozione dell’azione più corta disponibile anche in presenza di bossoli particolarmente lunghi.
Remington ha scelto questa seconda opzione. Ritengo che se l’obbiettivo primario è, essenzialmente, la precisione, la soluzione dell’azione corta ha un suo reale vantaggio, ma se, al contrario, sussistono realtà operative diverse (vedi arma militare o di polizia), allora è impensabile rinunciare a una praticità di riarmo assoluta, anche con una precisione teorica minore.
L’esemplare in prova presentava, oltretutto, l’azione chiusa monocolpo. Fattore questo positivo nell’aumentare ulteriormente la rigidità totale della carcassa, a garanzia di una maggiore resistenza ai tormenti pressori delle cartucce, anche più potenti. Ovviamente anche l’otturatore è di tipo corto e può ospitare fondelli che abbiano dimensioni simili al .30-06, oppure per cartucce belted magnum.
Nelle camerature Magnum l’otturatore, pur essendo di tipo corto, ha un diametro di testa idoneo a questo tipo di munizioni.

La lavorazione non presenta alcuna imperfezione e la coassialità con la carcassa risulta di elevatissimo livello come nei migliori prodotti custom-artigianali.
Le alette di chiusura, pur avendo un buon rapporto di contatto con le relative sedi, non sono eccezionali. Per questo è stata fatta un'opera di lifting balistico da Flavio Farè, che ha portato le superfici di contatto a un buon 90%. In questo modo si ottimizza ancora di più la già buona tenuta alle pressioni in culatta e possiamo considerarlo come un intervento quasi obbligatorio.
Sulla carcassa è bene ricordare che l’acciaio inox utilizzato non è quello normalmente usato negli altri modelli (Sendero, Varmint e altri), ma uno speciale dalle caratteristiche molecolari particolari per renderla ancora più rigida e tenace.
L’otturatore è prodotto per asportazione da un’unica barra in acciaio, con l’utilizzo di macchine a controllo numerico che garantiscono tolleranze di lavorazione di livello assoluto. La chiusura in carcassa avviene, come di regola, sulla parte anteriore dove sono ricavati gli alloggi per le alette di testa.
L’espulsione è garantita dal classico perno a cilindro portato in testa e l’estrazione dall’unghia interna di tipo fisso, senza utilizzare una versione a molla tipo Sako. Il percussore è di tipo standard, in acciaio, con una molla leggermente più potente rispetto alle armi di grande produzione che permette un tempo di accensione un poco più rapido.Interessante la scelta di evitare l’utilizzo di componenti after-market, come il percussore in titanio, l’estrattore a molla e altri. Quest’approccio commerciale ci dimostra come sia possibile costruire fucili di assoluto valore utilizzando solo componentistica di serie, ovviamente debitamente ottimizzata.
Lo scatto adottato, pur essendo simile a quello di serie, viene rivisto e ottimizzato per un utilizzo match.
Tutti i leveraggi sono calibrati per eliminare eventuali attriti e possibili rotture dei materiali. Il peso di scatto minimo ottenibile è di 680 grammi, mantenendo la sicura. Se, invece, si opta per la configurazione a tre leve, come nel nostro esemplare, allora è possibile ottenere un peso di sgancio di soli 60 grammi. In questo caso, però, si deve rinunciare alla sicura e bisogna porre un’attenzione particolare nel maneggio dell’arma carica. L’elevata sensibilità del grilletto, infatti, può causare, in presenza di movimenti bruschi, la partenza del colpo del tutto involontaria.
Se l’arma venisse usata in ambito venatorio è consigliabile caricare il colpo solo nel momento del puntamento definitivo, mai durante il trasporto. Il fatto di rinunciare alla sicura non ci entusiasma, ma solo con questa configurazione meccanica è possibile ottenere pesi di sgancio a livelli così bassi. Molti preparatori sono in grado di installare la terza leva mantenendo senza grossi problemi la sicura. Per Remington, però, i migliori risultati si ottengono solo con l’eliminazione di quest’ultima. Il peso reale verificato è stato di 67,5 grammi.

La canna di una carabina rappresenta la massima espressione di tecnologia costruttiva che si possa ottenere in ambito armiero. In un’arma dedicata al tiro di precisione è normale porre particolare attenzione alle caratteristiche meccaniche della canna. Per la maggior parte dei prodotti standard, Remington monta canne prodotte per rotomartellatura di elevatissima qualità, ma nella serie Xb si affida a modelli rigorosamente inox lavorati col sistema della bottonatura.
Con la bottonatura si parte dal tubo inox prelavorato, per poi forarlo col sistema della foratura profonda e, successivamente, si fa tirare un’ogiva al carburo di tungsteno o di titanio, che lavora la superficie interna, lasciando il sistema di rigature perfettamente uniforme con una superficie molecolare già ottimizzata e assestata. Questo sistema di formazione interno delle canne è decisamente superiore alla rotomartellatura, ma è anche più costoso. Queste canne sono prodotte da un artigiano esterno all’azienda, ma su rigide specifiche della Remington: ciò consente di avere livelli costruttivi di altissima qualità. Le tolleranze interne del diametro si assestano su valori nell’ordine dei centesimi di millimetro, al pari dei prodotti match di aziende come Hart o Shilen.
Il passo di rigatura scelto è stato, giustamente, di 1 giro in 10”. A nostro avviso, questo passo in armi camerate in .308 Winchester rappresenta un’ottima scelta. L’esperienza pratica suggerisce di utilizzare questa misura in armi camerate con cartucce che non superano gli 800-815 m/sec con i classici proiettili match da 168, 175 e 190 grani. Inoltre, per i pesanti 190 match il coefficiente balistico di base scende di un buon 15% qualora si utilizzi un passo di 1-12” o 1-13” e velocità d’uscita intorno ai 750-760 m/sec. Oltretutto con un passo più veloce si può contare su una migliore stabilizzazione alle lunghissime distanze, quando la velocità scende verso quella, critica, del suono. Il tubo montato sull’esemplare della prova ha fatto rilevare un diametro massimo (in culatta) di 33 mm e di 22 in volata.

Questi fucili escono dal Custom shop con un intervento di lappatura a mano della canna. Quest’operazione è effettuata da personale specializzato con almeno tre anni di esperienza. La lappatura viene eseguita con apposito tampone al piombo e polveri abrasive di varia granatura.
Solo quando viene raggiunta la finitura ideale si procede alla detersione finale dell’anima e alla successiva prova di rosata (ovviamente dopo aver installato il meccanismo di scatto e il calcio). La lappatura garantisce un’uniformità interna dell’anima altrimenti non ottenibile con processi di altro tipo, benché la lavorazione sia quella della bottonatura. E, in effetti, se si guarda l’interno con un boroscopio ci si può rendere conto della qualità del processo lavorativo: l’assenza di imperfezioni di qualsiasi tipo e la tiratura a specchio non lasciano alcuna possibilità di dubbio sulla bontà del metodo usato, e sull’effetto che un tale procedimento apporta in termini di precisione e uniformità di prestazioni tra un colpo e l’altro.
​Il calcio utilizzato per i modelli Ks è un sintetico monopezzo in Kevlar e fibra di vetro. Pur non essendo di elevatissimo livello è un calcio strutturalmente ben congegnato e ottimamente dimensionato per il tiro di precisione.
Il calciolo risulta estremamente dritto, come si richiede a un’arma di precisione. Un appoggiaguancia ben posizionato completa la struttura posteriore del calcio. Inoltre, per aumentare la comodità di tiro è stato applicato un calciolo in gomma semirigida (sulla parte finale di contatto sulla spalla) che, però, non sembra migliorare sensibilmente la tolleranza al rinculo, che resta sostenuto.
Questo calcio non è supportato da una struttura interna rigida che tenga contatto con l’azione come, invece, avviene per altri fucili della stessa Casa.
Pur sembrando un controsenso (l’Xb è il più caro e il fiore all’occhiello della Remington), il fatto di lasciare al cliente ogni libertà nell’elaborazione del bedding è un’ottima idea che trova molti consensi tra i suoi utilizzatori agonistici. In effetti, pur essendo il bedding rigido un passo avanti nella qualità dei prodotti, per gli impieghi più estremi non si può non far ricorso al bedding classico afterrnarket.
Anche per quest’operazione ci siamo affidati a Flavio Farè, il quale ha effettuato un bedding classico con resine epossidiche che garantisce un contatto pressoché totale tra azione e calcio, limitando ogni possibile movimento anomalo del blocco canna-azione durante lo sparo. Anche questo lo consideriamo un intervento obbligatorio che può concorrere a migliorare ulteriormente le prestazioni dell’arma.

La prova a fuoco è stata effettuata sulle due distanze classiche dei 100 e 200 metri, utilizzando sia munizionamento match di serie sia colpi ricaricati per ottenere la massima precisione dell’arma. Inoltre, sono state effettuate prove sia con rest doppio, tipo gara, sia con bipiede Harris per valutare il tiro operativo in situazioni reali (valide anche per caccia). Il primo impatto è stato di grande effetto. La massiccia canna inox risalta enormemente sul calcio nero e di dimensioni abbastanza contenute, ma non ne altera le giuste proporzioni. La maneggevolezza risulta ai massimi livelli, anche se non si tratta certo di un peso piuma (6 kg in assetto completo) e anche l’ergonomia complessiva è ottima e superiore alla linea Police della stessa Remington.
Questo tipo di calciatura è molto meglio utilizzabile in ambiti operativi-militari di quanto non sia quello sulla Police, sia in .308 Winchester sia in .300 Winchester magnum.
Il calcio si comporta benissimo sia nell’utilizzo da Bench rest, dove risulta ampiamente stabile, sia in quello reale con appoggi di fortuna. Dotato di bipiede (Harris nel nostro caso) ha mostrato una stabilità di puntamento solo di poco inferiore al doppio rest (come dimostrano le rosate). Insomma il tiro “chirurgico” è garantito anche con bipiede.
Il calibro .308 non ci è nuovo. Per questo motivo, e consci del peso sostenuto dell’arma, ci siamo avvicinati alla verifica pratica senza alcun timore reverenziale. E in effetti di sorprese non ve ne sono state. Anzi, lo sparare risulta piacevole anche dopo molti colpi esplosi, senza influenze negative sulla spalla.
Dopo una breve messa a punto dell’ottica Tasco 36×42 con dot centrale e regolazione di 1/8 di moa (un valore assoluto a livello di prodotti considerati superiori, come Leupold e altri), ho proceduto alla taratura voluta con le rosate di riferimento.
I risultati sono stati in linea con le aspettative, cioè molto buoni sia con munizionamento commerciale (di tipo match) sia con le ricariche, assestandosi in media su rosate intorno a 0,6. moa, sia a 100 sia a 200 metri.

L’arma si è dimostrata capace di poter produrre rosate ripetute anche in condizioni di canna calda (o caldissima), accusando, solo dopo una trentina di colpi senza sosta, un lievissimo spostamento verso l’alto e a destra. In ogni caso, rimanendo sempre sotto un ottimo 0,8 moa, si può considerare come una delle armi più costanti sinora provate.
​Il riscaldamento della canna è molto lento, grazie alla copiosa sezione, ma, contemporaneamente, non consente un tempo di raffreddamento molto veloce al pari di canne aventi sezioni più contenute.
Un’idea può essere quella del raffreddamento forzato tramite aria compressa, che può ridurre i tempi morti di un buon 40%. Non tutti però sono concordi nell’usare questa metodologia di raffreddamento.
Personalmente prediligiamo effettuare tre colpi con un intervallo di un minuto per poi fermarci 3-4 minuti e ripartire con la serie da tre. Questo modo di sparare evita antipatici surriscaldamenti della canna e preserva la zona più delicata subito dopo il throat per i primi centimetri di rigatura.
L’azione, fluidissima, non ha mostrato alcun segno d’impuntamento anche nel riarmo eseguito rapidamente. Lo scorrimento si è rivelato perfetto, anche se con l’azione chiusa queste qualità spiccano ancora di più che in presenza di caricatore.
Lo scatto a tre leve, con un peso di sgancio così basso, ha sicuramente bisogno di un po’ di pratica per essere ottimamente gestito e per sfruttarne a pieno le sue qualità. Certamente 67 grammi sono davvero pochi e possono creare problemi di sensibilità, ma permettono di “sentire” il momento di sgancio con sufficiente anticipo (ovviamente una volta presa confidenza), permettendo un’ottima gestione del tiro di precisione.
Se utilizzato in ambito venatorio, conviene caricare il colpo solo dopo aver individuato il bersaglio ed essersi messi in puntamento: una sensibilità di scatto così elevata può realmente creare seri problemi, specialmente per chi non è abituato a questi pesi piuma.
A conti fatti, il 40 Xb rappresenta il miglior compromesso tra precisione, portabilità e maneggevolezza. A un prezzo alto, ma non eccessivo, consente di spuntare (con piccoli interventi artigianali) prestazioni al pari di armi più costose e blasonate.
La sua precisione è paragonabile, se non superiore, a prodotti tipo sniper quali il Mauser 86, l’Accuracy e altri, ma a un prezzo inferiore di oltre la metà! I materiali usati sono i migliori, come quelli adottati da aziende artigianali al top, specializzate in armamenti di precisione per uso militare. Allo stesso modo, le finiture, soprattutto dell’anima della canna, sono ai massimi livelli, incidendo sia sulle prestazioni dinamiche che sull’estetica, fattore sempre non trascurabile, quando ci si accinge a comprare un’arma. Anche l’occhio vuole la sua parte.
La capacità di sparare bene sia con cartucce di serie sia con ricariche ne fanno una scelta d’elezione per l’ utilizzo venatorio, che richiede elevati livelli di precisione e di costanza nel tiro a lunghe distanze. La Remington garantisce rosate massime di 0,75 moa in 5 serie da 5 colpi.
Effettivamente, nelle nostre prove abbiamo potuto constatare come il fucile abbia fatto anche meglio di quello dichiarato, sorprendendo per costanza e solidità di tiro. La vasta scelta di calibri, inoltre, consente di coprire qualsiasi situazione, da quella prettamente sportiva a quella più realistica di cacce estreme. È il prodotto dal miglior rapporto prestazioni/costo che si possa attualmente reperire in commercio.

L'articolo completo è stato pubblicato su Armi e Tiro – dicembre 2000

Produttore: Remington arms company, 870 Remington drive, 27025 Madison, North Carolina, tel. 001/33.65.48.85.93, fax 001/33.65.48.77.93, www.remington.com
Distributore: Paganini spa, c.so Regina Margherita 19/bis, tel. 01.18.17.78.60, fax 01.18.35.418
Modello: 40 Xb Ks
Tipo: carabina a colpo singolo a otturatore girevole scorrevole
Calibro: .308 Winchester
Funzionamento: a ripetizione semplice
Lunghezza canna: 700 mm, passo di I giro in 10 pollici
Percussione: diretta, percussore lanciato
Alimentazione: serbatoio assente. A colpo singolo
Estrattore: a unghia, convenzionale
Espulsione: a molla e puntone
Puntamento: arma sprovvista di mire metalliche. Predisposta solamente per montaggio dell’ottica
Scatto: monogrillo a tre leve: peso di sgancio tarato a 60 grammi
Calciatura: in kevlar nero
Peso: 4.700 grammi
Lunghezza totale: 1.200 mm
Numero del Catalogo nazionale: 403