Referendum contro la caccia: altro che 520 mila firme…

Le associazioni venatorie hanno diffuso con un comunicato i contenuti dell’ordinanza della Corte di Cassazione, relativa al numero di firme raggiunte dai promotori del referendum per l’abolizione della caccia. “Si chiude con una clamorosa debàcle il capitolo aperto dal comitato “Si Aboliamo la Caccia” con la sua richiesta di referendum”, si legge nel comunicato, “La Corte di Cassazione ha confermato, nella sua ordinanza emessa il 15 dicembre 2021, il numero più che insufficiente di firme raccolte, e ancor meno di quelle valide per dar luogo al referendum: su 256.274 firme depositate, le sottoscrizioni su supporto cartaceo e digitale ritenute valide ammontano a 119.160. Un numero ben inferiore, dunque, alle 500.000 valide utili ad avviare la procedura per l’attuazione del referendum, ma anche alle 520.000 ripetutamente dichiarate dal comitato organizzatore, circostanza ben evidenziata dalle memorie presentate alla Corte dalle Associazioni venatorie riunite nella Cabina di regia, e che la stessa Cassazione ha ritenuto degno di nota sottolineare nella sua ordinanza. Tanto rumore per nulla dunque, quello fatto dal comitato promotore, che ha dato luogo a una risposta tiepida da parte della popolazione italiana, la quale ha dimostrato in questa occasione di comprendere appieno che con la natura non si gioca e che la gestione faunistica, con tutte le sue implicazioni, è un tema da trattare seriamente e con razionalità. Le scriventi Associazioni venatorie riconosciute e il Cncn esprimono dunque la loro piena soddisfazione per questo risultato e continueranno a sostenere il ruolo positivo che la caccia, attraverso le Associazioni, gli Atc, i Ca, gli Istituti privati e i cacciatori stessi, svolge a tutela del territorio, delle comunità locali e degli equilibri della natura e con rilevante apporto all’economia del Paese, attraverso innumerevoli iniziative su tutto il territorio nazionale. Ricorda, inoltre, che l’esercizio venatorio costituisce, in primis per gli agricoltori e le pubbliche amministrazioni, un argine fondamentale e assolutamente insostituibile per prevenire danni alle colture, alle infrastrutture e concorre al controllo delle specie invasive, che rappresentano una minaccia per la biodiversità, gli habitat e gli stessi cittadini. Il mondo venatorio, avendo come primo obiettivo quello legato alla tutela del territorio e della biodiversità, coglie questa occasione per ribadire l’apertura delle sue Associazioni al dialogo costruttivo con tutte le realtà istituzionali e le associazioni ambientaliste e agricole e tutti gli stakeholders a vario titolo interessati a ragionare su soluzioni condivise in merito alla gestione faunistica venatoria sostenibile”.