Reazioni scomposte

Mentre ancora la dinamica dell’avvenimento è poco chiara, si moltiplicano le reazioni genericamente antiarmi e i “ragionamenti” sulla personalità di Giulio Murolo e sul suo “arsenale” domestico.

Dai primi accertamenti balistici Giulio Murolo sembra non sia stato l'unico a sparare a Secondigliano (Na) dopo il raptus che l'ha portato a uccidere il fratello e la cognata per futili motivi, poi un tenente di polizia municipale e un passante in scooter, e a ferire altre sei persone.

La polizia pare abbia sparato una decina di colpi, ma i bossoli lasciati sul terreno lasciano pensare che anche i vicini abbiano risposto al fuoco.

Dunque, ancora molto da accertare, come nel caso del tribunale di Milano, a sentire le ultime indiscrezioni di stampa. Di certo, una faccenda grave, in cui anche le forze di polizia hanno dimostrato ancora una volta impreparazione, nonostante l’abnegazione. E l’ennesima occasione per strumentalizzare la questione sicurezza, visto che il premier ha cancellato la sua visita di sostegno al candidato governatore della Campania.

Il deputato del Movimento 5 stelle, Luigi Di Maio ha affermato: “uno Stato serio, consapevole delle sofferenze della sua comunità, non dovrebbe consentire a un singolo individuo di detenere tutte quelle armi in casa. A maggior ragione se abbiamo avuto migliaia di precedenti come questi”. Non si capisce bene a cosa si riferisca, certo che tutti questi precedenti proprio non ci sono e la legge consente l’uso e la detenzione a chi dimostra di non abusarne. Fino al momento del raputs naturalmente, che è impossibile da prevedere anche da parte dei più fenomenali psichiatri. Eppure, la neuropsichiatra Annamaria Nazzaro, della Asl Roma F, intervistata da Il mattino ha fatto la sua diagnosi. A posteriori. Una «personalità psicotica scissa, con delirio di onnipotenza espresso nella possibilità di determinare la vita degli altri». «La personalità scissa – afferma la psichiatra – nel suo caso si esprime in un io “buono”» come un medico «che in camera operatoria assiste i pazienti e li cura e un io “cattivo”, con una passione maniacale per le armi». Non si capisce perché la passione “maniacale” per le armi sia indice di cattiveria: pare una diagnosi quantomeno affrettata oltreché priva di basi scientifiche. «La passione per la caccia non c'entra – chiarisce la neuropsichiatra – qui non si tratta di un cacciatore, ma di un cecchino, che abbatte i passanti con un tiro al bersaglio». Anche alcuni aspetti della personalità di Murolo, definito da alcuni vicini «una persona tranquilla e perbene», collimano con un soggetto dalla personalità scissa. «Con la passione ossessiva per le armi che gli hanno trovato in casa andava perfezionando la sua mania di distruzione, poi esplosa ieri». È un fatto che la sua “mania di distruzione” si sia rivolta inizialmente addirittura contro fratello e cognata, per motivi forse covati in una relazione deteriorata forse da anni.

Ed è un fatto che all’ospedale Cardarelli dove Murolo lavorava, il direttore sanitario Franco Paradiso afferma che non aveva mai dato segni di squilibrio, anzi, che è l’ultima persona dalla quale si sarebbe aspettato un’azione del genere.

Ce n’è anche per i cacciatori, non solo per i “cecchini”. «Permessi più difficili per i cacciatori», con «limite massimo di età a 60 anni e consulenza psichiatrica obbligatoria». A dirlo è l'Associazione italiana difesa animali ed ambiente (Aidaa) secondo cui «serve un giro di vite sulla concessione e sul rinnovo dei permessi d'armi per i cacciatori».

«Un cacciatore è uno che per diletto personale ammazza altre creature viventi- dice Lorenzo Croce presidente di Aidaa – e non ci sorprende che ogni tanto qualcuno di questi si metta a sparare anche ai suoi simili con la stessa facilità con cui tira a una lepre o a un uccellino. È la sete di morte. Servono regole più severe nella concessione e nel rinnovo dei permessi di caccia e per la detenzioni di armi personali. Noi siamo per l'abolizione della caccia – dice Croce – ma intanto è necessario introdurre nuovi limiti quali quelli di età e un consulto psichiatrico obbligatorio per chi chiedere di andare a caccia e di possedere armi da fuoco».

Tutti sanno tutto, hanno la ricetta pronta. Fermo restando che il nostro ordinamento consente la difesa legittima con armi, e tutela le attività sportive con armi e la caccia. Al coro di “so tutto” questa volta pare non essersi accodato il viceministro Pd Filippo Bubbico che ha fatto un appello perché ci sono troppe armi in giro, un po’ generico da chi bazzica il ministero dell’Interno e dovrebbe invece avere un quadro oggettivo della situazione. Almeno aggiunge che “In Italia le leggi ci sono, vanno applicate per evitare le tragedie”.