Quando si cambia il blocchetto?

La domanda è ricorrente tra i molti possessori di Beretta serie 92: quanto dura un blocchetto? Quando è necessario cambiarlo? Ma su questo fatidico componente sono tante le cose che è necessario sapere…

La domanda se la sono fatta in molti, tra i numerosissimi possessori di pistole Beretta della serie 92, e il quesito assume talvolta contorni angosciosi. È noto infatti che la pistola Beretta 92 e suoi derivati è non solo una delle pistole più affidabili, ma anche più durevoli sul mercato. Come tutte le armi, ovviamente, per garantire la sua efficienza nel tempo è opportuno eseguire quei “tagliandi” di manutenzione che possono implicare, per esempio, la sostituzione della molla di recupero dopo un elevato numero di colpi sparati. Il componente fondamentale per il funzionamento dell’arma è senz’altro il blocchetto di chiusura e se si rompe il blocchetto (eventualità peraltro remota, ma possibile come per ogni componente meccanico di questo mondo), l’arma risulta temporaneamente fuori uso. Quando sarebbe opportuno cambiarlo, allora, per manlevarsi da qualsiasi problema al riguardo?

Innanzi tutto occorre considerare che la Beretta 92-98 è un’arma in produzione ormai da decenni e che, come tutti i prodotti industriali con una lunga vita produttiva, è stata nel tempo sottoposta a una serie di affinamenti produttivi e progettuali. Quindi la prima cosa da sapere è che i blocchetti delle Beretta 92-98… non sono tutti uguali. Quelli attualmente commercializzati sono definiti di terza generazione e la loro produzione è iniziata intorno al 2001. I primi blocchetti, che talvolta erano soggetti a rottura dopo un buon numero di colpi sparati, si riconoscono perché tra il corpo centrale e ciascuna aletta c’è un raccordo a spigolo vivo. Ed era proprio sullo spigolo che poteva accumularsi uno stress meccanico che poteva dar luogo alla partenza di cricche. Dopo alcuni anni, questo blocchetto è stato modificato, prevedendo un raccordo semicircolare tra il piano del corpo centrale e quello, perpendicolare, del’aletta, eliminando così lo spigolo. Nel 2001, invece, è stata modificata la cavità inferiore al centro del blocco sulla quale va a insistere il piolo attuatore, riducendone l’ampiezza. Di conseguenza è stato modificato anche il piolo, che ha una lunghezza differente e un angolo differente dello spigolo anteriore.

A qualsiasi generazione appartenga il blocco di chiusura della vostra arma, nel momento in cui lo volete sostituire è ovviamente opportuno acquistare quello correntemente in commercio (anche sul sito e-commerce di Beretta): se il blocchetto originale sulla vostra arma appartiene alle due generazioni precedenti, però, occorrerà sostituire sia il blocco, sia il piolo attuatore (non casualmente Beretta vende queste due componenti insieme, in kit, anche sul proprio sito di e-commerce). Con le soluzioni tecniche adottate sul blocchetto di terza generazione e, in particolare, con carrelli di moderna generazione, nei quali le sedi per le alette di chiusura sono ricavate per elettroerosione con un parallelismo delle superfici tra i due lati praticamente totale, l’arma è perfettamente in grado di sopportare indenne 50, 70, anche 100 mila colpi. Ovviamente un blocchetto di chiusura durerà tanto di più quanto più cura ci si prenderà dell’arma nel suo complesso, intendendo con ciò per esempio anche la buona regola di sostituire periodicamente la molla di recupero (sull’e-commerce Beretta è anche possibile acquistare il kit composto appunto da blocchetto, piolo e molla di recupero). Una molla “fresca” (l’intervallo opportuno di sostituzione sarebbe dopo 5 mila colpi sparati) mantiene al minimo sia la velocità di arretramento del carrello, sia l’urto di fondo corsa, minimizzando di conseguenza lo stress sul blocchetto di chiusura e anche sul fusto. Se l’arma viene utilizzata per il tiro ludico, la cosa più opportuna da fare è semplicemente cambiare il blocchetto… una volta che eventualmente si sia rotto: tenete presente che ci sono tiratori che hanno sparato con la loro Beretta anche 200 mila colpi senza avere avuto questo inconveniente! Se, invece, l’arma viene portata per difesa personale o se viene utilizzata nell’ambito di competizioni agonistiche e si vuole quindi avere la certezza assoluta e matematica che non possa fallire, l’intervallo di sostituzione consigliato è di 20 mila colpi.