Pulizia dell’arma: la qualunque non va bene!

C’è chi vuole usare il detergente spray per la casa, chi lubrificare con l’olio motore: ma cosa succede alle armi quando si usano prodotti non specifici? Di tutto…

È un altro dei tormentoni del Web e in particolare dei social: parliamo della “vocazione” da parte di molti appassionati a provvedere alla pulizia e alla manutenzione dell’arma con prodotti “generici” che si trovano già disponibili nelle nostre case, perché utilizzati per la normale pulizia delle superfici di bagni, cucine, pavimenti eccetera. Oppure, anche, parliamo dei prodotti lubrificanti anch’essi “generici” che possono trovarsi negli angoli fai-da-te di garage, cantine e stanze degli hobby, come vaselina, grasso da macchine, olio motore. Cerchiamo, allora, di fare chiarezza anche su questo aspetto: quali prodotti “generici” vanno bene per la pulizia delle armi e quali no?

La risposta alla domanda è, in realtà, che sono ben pochi i prodotti non specifici che siano idonei all’uso sulle armi da fuoco. Uno dei pochi esempi positivi in questo senso è costituito dal petrolio lampante, o petrolio bianco: si usa fin dal XIX secolo (anche) per togliere i residui di sparo, le ossidazioni e lo sporco dalle superfici metalliche delle armi, e ancora oggi è un prodotto semplicemente eccellente, anche se occorrono le dovute precauzioni nel trattare le parti in polimero (in alcuni casi potrebbe rovinarne o anche solo opacizzarne la superficie) o in legno. Però… anche in questo caso c’è molta confusione da parte del pubblico degli appassionati, nel senso che spesso si tende a credere che il petrolio bianco, avendo una consistenza piuttosto viscosa (qualcuno a torto la definisce “oleosa”), possa fungere non solo da detergente e sgrassatore, ma anche da lubrificante. Niente di più falso! Il petrolio bianco alla fine è un solvente volatile, quindi seppur non istantaneamente, tende evaporare, lasciando così le superfici perfettamente sgrassate, perfettamente asciutte e… perfettamente indifese dall’umidità e dagli altri agenti atmosferici! Quindi il petrolio bianco e in generale i solventi specifici per la pulizia delle armi, NON sono ANCHE lubrificanti e protettivi e NON devono essere usati come tali.

A generare tentazioni irrefrenabili tra gli appassionati sono in particolare i detergenti per la casa, specialmente se disponibili in confezione spray, come i vari Cillit bang eccetera. Vanno bene per le armi da fuoco? La risposta è un categorico, catalitico, assoluto NO! La maggior parte di questi prodotti infatti ha un funzione anche anticalcare, alla quale necessariamente fa riscontro la presenza nella formula di acidi, oppure igienizzante tramite ammoniaca o candeggina: tutti questi agenti sono la kriptonite per le bruniture e in generale per le finiture dell’arma, ma possono comportare opacizzazioni e comparsa di aloni anche sulle parti in acciaio inox, intaccare l’anima della canna e così via. I detergenti per la casa NON sono un sostituto idoneo dei detergenti specifici per le armi. Ricordatevelo sempre!

Può sembrare incredibile, ma ancora oggi sui social si legge di persone che per la lubrificazione delle armi utilizza… l’olio d’oliva! Si tratta di un prodotto ovviamente naturale, ed è stato utilizzato per secoli in ambito sia civile sia militare. Però… quello che molti non sanno è che l’olio d’oliva così come esce dal frantoio, ha una acidità anche piuttosto notevole e, quindi, tende anch’esso a rovinare le bruniture e persino a favorire l’ossidazione anziché prevenirla. Tende anche a seccare piuttosto rapidamente, ostacolando lo scorrimento anziché favorendolo. E allora come facevano gli antichi? Innanzi tutto, visto che erano antichi ma non sciocchi, ne annullavano l’acidità mediante procedimenti abbastanza complessi che preferiamo risparmiarvi… continuate a condirci l’insalata, con l’olio d’oliva, che va benissimo così!

Sono tanti anche i tifosi dei lubrificanti “la qualunque” per garantire lo scorrimento delle parti: si va dall’olio per motori al grasso da macchine, senza disdegnare anche la vaselina bianca farmaceutica.

Anche in questo caso, occorre essere chiari: ci sono prodotti lubrificanti minerali per il settore automotive che sono semplicemente straordinari e avanzatissimi, veri prodigi della chimica. Il punto è che le armi non sono i veicoli, le tolleranze esistenti sono diverse, i pesi delle masse in movimento sono diversi così come le temperature di esercizio. La viscosità e le proprietà chimico-fisico-meccaniche di questi prodotti non sono le medesime che devono possedere i lubrificanti per armi. Già in condizioni di temperatura normale (diciamo 20 °C) la viscosità degli oli per motore può essere eccessiva su molte armi, se poi si prevede anche un utilizzo all’aperto in mesi invernali, si rischia veramente il malfunzionamento. Senza dimenticare che, comunque, alcuni prodotti possono determinare un viraggio di colore delle superfici brunite o persino delle nitrurazioni o fosfatazioni. Questo vuol dire che TUTTI gli oli per motore non sono utilizzabili con le armi? Certamente NO, esistono molti prodotti con differenti caratteristiche e alcuni di essi (in particolare quelli destinati ai motocicli, più che alle automobili) possono fornire ottimi risultati anche con le armi da fuoco. Non sono però molti tra i fruitori potenziali, ad avere gli strumenti per determinare con sicurezza quale olio possa essere corretto e quale non lo sia. Quindi, nel dubbio, il consiglio è sempre lo stesso: usate prodotti SPECIFICI.

E i grassi? Peggio che peggio: in molti casi si pensa che il grasso (parliamo sempre di prodotti NON specifici per armi) sia la soluzione perfetta, perché agevola lo scorrimento e ha una persistenza superiore rispetto agli oli. In realtà i classici grassi minerali che si usano in meccanica, sulle armi possono garantire un buon funzionamento nell’immediato, ma se vengono lasciati nell’arma, con il tempo hanno la tendenza a seccare e indurire, ostacolando anziché favorire lo scorrimento tra le parti e provocando veri e propri effetti di “congelamento” sulle piccole componenti, come leve dell’hold open, denti di scatto e così via. Spesso inoltre le armi hanno recessi interni difficili da raggiungere, nei quali introdurre il grasso può significare… dovercelo lasciare per forza, data l’impossibilità o la difficoltà di andarlo a rimuovere. Lo stesso vale anche per la vaselina bianca farmaceutica, che tra l’altro è comunque un derivato del petrolio. C’è anche chi pensa che i grassi possano comunque servire per proteggere l’arma dall’umidità, in particolare nei punti non direttamente visibili, come per esempio per la parte di canna e di azione delle carabine che è a contatto del calcio. FALSO anche questo, alcuni grassi seccando diventano paradossalmente igroscopici (quindi attirano l’umidità) creando vere e proprie croste di ruggine, inoltre lo spessore del grasso ostacola la libera circolazione dell’aria creando ristagni di umidità.

Non è che se le aziende specializzate hanno investito migliaia di euro o dollari nella ricerca e nello sviluppo di prodotti detergenti o lubrificanti per armi, lo abbiano fatto perché non avevano niente di meglio da fare. Le armi da fuoco sono da un lato strumenti di grande precisione meccanica, con tolleranze molto strette, dall’altro sono anche oggetti esteticamente appaganti, quindi occorrono prodotti capaci da un lato di assicurare il funzionamento, ma dall’altro di prendersi cura anche delle finiture originali. Nel momento in cui si decide di spendere centinaia, o peggio migliaia, di euro per l’acquisto della propria arma beniamina, cercate di non lesinare gli ultimi 10-20 euro per l’acquisto di un prodotto specifico per la pulizia, e di alta qualità. Rischiate di pentirvene amaramente…