Psichiatra minacciata con pistola: “rendere sicuri i luoghi di cura”

Ancora una volta una psichiatra si è trovata in una situazione di pericolo, dopo la drammatica uccisione a colpi di spranga, solo poche settimane or sono, della dottoressa Barbara Capovani a Pisa. All’Asl Napoli 1 di Secondigliano, infatti, una psichiatra e una infermiera sono state minacciate da un paziente armato di pistola. Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo), ha così commentato: “Le armi non devono entrare nei luoghi di cura. È inconcepibile che in tutte le strutture pubbliche, negli aeroporti, nei palazzi istituzionali ci siano sistemi di controllo all’ingresso, mentre negli ospedali, nei Centri di salute mentale, negli ambulatori non ci sia nessun filtro. Dopo le psichiatre Paola Labriola e Barbara Capovani, uccise con un pugnale e con una spranga, dopo il medico Giorgio Falcetto, trucidato a colpi di accetta, non vogliamo piangere altre vittime: chiediamo una soluzione concreta per la sicurezza degli operatori sanitari. Siamo vicini alla collega, e ammiriamo il gesto encomiabile di aver poi accompagnato il paziente in ambulanza per il ricovero in ospedale. Una prossimità, una dedizione che non devono però andare a discapito della sicurezza sul lavoro. Per questo va elaborata una strategia, un protocollo che, a partire dai controlli all’ingresso, sino alla previsione di presidi di polizia, passando per l’affiancamento dei sanitari con mediatori culturali, che possano parlare con i pazienti e i parenti mentre gli operatori intervengono, renda sicuri i luoghi della cura”.